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Che rompicoglioni ‘sti vegetariani! E che rompicoglioni anche ‘sti carnivori!

Creato il 18 luglio 2015 da Abattoir

di Gregory Di Giovanni

Il periodo è molto fecondo per il mondo del bio e per tutte quelle persone che amano gli animali e il cruelty free.
In questo 2015 la scuola di pensiero bio ha invaso il mondo con diete specifiche, siti, apps culinarie, campagne martellanti sui social e nei programmi televisivi.
Si calcola che sempre più persone nel mondo abbiano oggi abbracciato una dieta priva di carni in favore di un’alimentazione più orientata ai prodotti forniti da madre terra, sia per un discorso di maggior attenzione al benessere personale che per volontà specifica di massimo rispetto per tutte le forme viventi. Un’autorevole statistica del Meat Atlas 2014 rileva che nel mondo ci sono circa 375 milioni di vegetariani e che sempre più aziende hanno deciso di investire in un settore sempre più corposo che fino a qualche anno fa veniva considerato di nicchia.
Così, ormai in ogni buon supermercato si trovano prodotti bio di media-buona qualità, dal classico tofu, passando al meno conosciuto seytan.

Onore al merito dunque a tutte quelle persone che cercano di migliorare il mondo con un “piccolo” gesto quotidiano e che cercano di far sì che con il loro contributo si possano salvare quanti più animali possibili dal macello e dalle torture che hanno come fine una succulenta portata di carne sulla tavola imbandita!
Per molte persone non è tuttavia assolutamente facile diventare vegetariani e chi prova a diventarlo spesso torna a malincuore alle proprie vecchie abitudini, mentre altri trasformano radicalmente la loro vita.

Ma cosa succede se a tavola ad una cena tra amici si incontrano vegetariani, carnivori e soggetti che “non sono né carne né pesce”? Sì, perché esiste anche questa nuova figura: l’ibrido tra il carnivoro e il vegetariano, nuova creatura che vorrebbe tanto diventare vegetariano ma non ce la fa o non è ancora pronto e per questo ha trovato una via di mezzo nel suo approccio col cibo. Il “né carne né pesce” mangia in realtà entrambe le cose anche se limitatamente e ha ridotto magari del 90% la sua razione mensile di carne, ma non per questo può considerarsi un vegetariano!
Ma appunto cosa succede a tavola se il commensale mangia solo alcune cose ma non tutto? Che succede se si professa vegetariano ma “assaggia” ancora carne? Probabilmente, per i vegetariani è un finto vegetariano e quindi è uno che sta nella sua fase “capriccio”. E per i carnivori? Uguale! Il povero “né carne né pesce” sicuramente percepirà lo scetticismo altrui e si sentirà in imbarazzo, non si sentirà capito e magari la sua frustrazione nel non riuscire ad evolversi non gli farà comunque gustare la cena.
Alla fine forse, l’unico che apprezza davvero il “né carne né pesce” è colui che ha organizzato la cena, perchè diciamocelo: organizzare una cena per molte persone è spesso un massacro, ma se tra gli invitati ci sono vegetariani, intolleranti, vegani o altro, sai cazzo che gran rottura di coglioni?

Certo non sempre le posizioni sono tutte bianche o tutte nere, e non è detto che i commenti o i pensieri siano sempre così superficiali, ma spesso e volentieri, senza falsa ipocrisia, possiamo dire che è cosi.
A me piace pensare che ciò che fa il nostro nuovo soggetto è un grande atto di fede verso gli animali e che, anche se non raggiungerà mai una posizione totalitaria e non diventerà mai un vegetariano né tornerà mai un completamente carnivoro, con le sue “grandissime” (per lui) rinunce avrà salvato nel suo piccolo almeno 2 animali all’anno dal macello.
Voi che ne pensate? Meglio un carnivoro oggi o un vegetariano domani? O meglio chi sta nella terra di mezzo?


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