Magazine

Chi di spada ferisce... (Come un bel giorno il Sole24ore affettò Matteo Renzi)

Creato il 04 settembre 2014 da Redatagli
Chi di spada ferisce... (Come un bel giorno il Sole24ore affettò Matteo Renzi)

Un tempo c'erano le Interviste Possibili. Qualcuno piazzava un microfono sotto le labbra di un personaggio che aveva qualche problema con l'italiano o con le sinapsi neuronali o con tutt'e due: a quel punto a Mai Dire Gol iniziava il carosello, e cinque minuti buoni di trasmissione se li giocavano così, per la gioia di tutti.
Il genere ha avuto successo, per nostra sfortuna. E ha travalicato. Non solo dalla tv alla carta stampata, ma dallo show-biz alle pagine politiche: leggere le interviste degli ultimi due giorni per credere - operazione consigliata solo per i fegati allenati.

 

Il piatto forte, peggiore per distacco, viene da Firenze, vive a Roma e ultimamente ha scoperto una passione per le gag. Prima il carretto di gelati con annessa marchetta, oggi D'Artagnan.
Succede questo: il direttore del Sole 24 Ore (senza dubbio, il più autorevole e colto quotidiano italiano: in una parola, il migliore) ottiene un'intervista con Matteo Renzi. Arriva a Palazzo Chigi, entra e si trova davanti questa scena.
"Ha una sciabola in mano, Matteo Renzi, e la brandisce muovendosi da un capo all'altro della stanza nel suo ufficio a Palazzo Chigi. Il fido portavoce, Filippo Sensi, a un certo punto, teme che, tra un roteare e l'altro, venga giù un pezzo di lampadario.
Guardavo entrambi e pensavo se avevo davanti un novello condottiero o un Don Chisciotte e, soprattutto, in quel lampadario per un attimo ho visto l'Italia e il suo rischio di una caduta fragorosa. Dio ce ne scampi".

Tecnicamente, l'intervista è durissima e serrata: Roberto Napoletano è in pressing totale su Renzi, ne smentisce molte affermazioni e puntualizza varie promesse del Presidente del Consiglio. Renzi rintuzza finché riesce, ma l'impressione generale è che il direttore lo abbia messo realmente alle strette.
Ma di fronte al siparietto della sciabola, tutto può passare in secondo piano. Riuscite a immaginarla, la faccia di Napoletano? Lui che prova a fare domande e Renzi che oplà, parata e risposta su un corazziere. Roba da Charlie Chaplin.
L'intervista non si limita a iniziare con un "cappello" grottesco: per tutta la durata dello scritto Napoletano insiste sulla serietà, sulla gravità, sulla pericolosità della situazione Italiana.

Non c'è da stupirsi: certe buffonate - gelato incluso - ce le aspettavamo da Berlusconi, ma qui siamo un passo avanti. Berlusconi le faceva a favor di fotografi per coccolare - giusta o sbagliata che fosse in senso assoluto la mossa - il proprio elettorato: e dunque le corna, e dunque il cucù alla Merkel, e dunque la spazzolata alla sedia di Travaglio.
Ma nemmeno dopo il più sregolato baccanale Silvione si è mai sognato di ricevere a tu per tu un uomo potente come il direttore del quotidiano di Confindustria tra vezzi e mossette. Insomma: non è che Matteo Renzi ci crede davvero, a questa sua immagine che vuol dare di sé?
Napoletano, da buon sadico, ha colto la palla al balzo: non si è limitato ad una puntuta e puntuale intervista, ma si è concesso lo sberleffo. Iniziare così un'intervista ha un significato chiaro: "non prendete sul serio quest'uomo".
Agghiacciante, direbbe qualcuno.

Umberto Mangiardi
@UMangiardi


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :