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Chi è Chen Guangbiao, il “filantropo affarista” che vende aria fresca e vuole comprarsi il New York Times, di Leone Grotti

Creato il 16 gennaio 2014 da Wally26

Articolo di Leone Grotti pubblicato su Tempi.it

Ogni cosa ha un prezzo. E se quella cosa si chiama New York Times (Nyt), e se quel prezzo «è ragionevole», l’eccentrico milionario cinese Chen Guangbiao è pronto a comprarsela. Uno dei 400 uomini più ricchi della Cina ha scritto l’altro giorno un editoriale per il giornale vicino al partito comunista cinese Global Times intitolato: “Voglio comprare il New York Times e non è uno scherzo”.

NEW YORK TIMES CINESE. Il tycoon, che dispone di una fortuna pari a ben 800 milioni di dollari, è volato il 5 gennaio negli Stati Uniti per avviare le trattative. Grazie alla collaborazione di un imprenditore di Hong Kong, dovrebbe mettere sul piatto un miliardo di dollari. E se il Nyt passerà davvero al Dragone, dovrà anche cambiare la sua linea editoriale verso Pechino: «Farò delle riforme necessarie – ha scritto Chen – per rendere i report del giornale più autentici e obiettivi, ricostruendo così la sua credibilità e influenza».
Difficilmente il Nyt nelle mani di Chen pubblicherà ancora reportage da Pulitzer, come quello che nel 2012 ha svelato l’immensa ricchezza della famiglia dell’ex premier comunista Wen Jiabao e per cui il sito del quotidiano in Cina è ancora oscurato.

CHEN FA SUL SERIO. Chi conosce la storia di Chen Guangbiao, sa che il milionario per quanto abituato a colpi ad effetto non ha la minima intenzione di scherzare. Quando nel 2012 il Nyt, come molti altri giornali, ha criticato Pechino per le sue pretese nel Mar cinese orientale sulle isole Diaoyu, che il Giappone reclama di diritto chiamandole Senkaku, il 31 agosto Chen si è comprato una pagina del quotidiano e l’ha titolata così: «Come si sentirebbero gli americani, e che cosa farebbe l’America, se il Giappone annunciasse che le Hawaii sono un loro territorio?». Nella versione originale della pubblicità, al posto delle Hawaii doveva esserci Pearl Harbor, ma il Nyt si è fermamente opposto e il tycoon ha dovuto cambiare esempio.

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AMBIENTALISTA DAL CUORE D’ORO. Chen non è neanche nuovo a vere e proprie follie: nel gennaio del 2013, quando tutte le principali città cinesi erano avvolte da una spessa coltre di smog velenoso «più pericoloso della Sars», è sceso in strada a Pechino per regalare ai passanti centinaia di lattine di aria fresca (foto a lato, ndr). C’è chi l’ha chiamato «ambientalista dal cuore d’oro» ma il tycoon, oltre a denunciare l’insostenibile inquinamento dell’aria cinese, ha fatto anche pubblicità a un suo prodotto. Sì, perché le lattine di aria solitamente si trovano sugli scaffali dei negozi e costano 5 yuan (80 centesimi circa), e tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio Chen ne ha vendute ben 8 milioni.

ENERGIA RINNOVABILE. L’imprenditore ha costruito la sua fortuna grazie a un’azienda attiva nel settore dell’energia rinnovabile, la Huangpu Renewable Resources Utilisation Group, e ha sempre avuto un rapporto di amore/odio con il popolo cinese. Gran parte della sua fama gli deriva dal modo in cui ha aiutato la popolazione del Sichuan dopo lo spaventoso terremoto del maggio 2008, che ha causato la morte di circa 69 mila persone.

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SOLDI AI TERREMOTATI. Tre giorni dopo il sisma, Chen si trovava già in Sichuan alla guida di 60 gru e camion con i quali ha aiutato a liberare le città dalle macerie. Non solo, ha anche distribuito soldi cash alle famiglie che incontrava (foto a lato, ndr). È rimasto in Sichuan 54 giorni e per la ricostruzione ha donato più di 100 milioni di yuan.
Questi sforzi gli sono valsi i titolo di «più grande filantropo di Cina» ed è stato ribattezzato «Fratello Biao». La luna di miele è finita quando è stato accusato di volersi fare solo pubblicità, dopo che ha pubblicato foto di se stesso mentre distribuiva soldi ai poveri.

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16 TONNELLATE DI BANCONOTE. A Chen piace ostentare la propria ricchezza, consapevole che ai cinesi piacciano gli uomini ricchi e di successo, e non ha problemi a mostrarla e usarla. Prima di annunciare la volontà di acquistare il New York Times, per sponsorizzare il prossimo censimento economico in Cina, è apparso in televisione in uno studio di Nanjing circondato da un muro di 16 tonnellate di banconote da 100 yuan. Le mazzette di soldi veri sono state trasportate in un camion e per disporle nel modo desiderato dal tycoon 20 persone hanno lavorato per cinque ore.
La proprietà del Nyt ha già annunciato di non essere interessata alla vendita del quotidiano ma davanti a un’offerta irrinunciabile potrebbe tentennare e Chen Guangbiao è proprio il tipo di persona che fa sul serio.


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