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Chi ha incastrato Annabelle Bronstein? #8

Creato il 16 aprile 2015 da Signorponza @signorponza

“Io devo proporti una cosa. Ne ho parlato a lungo con Pietro e abbiamo deciso insieme. Ecco, tu ci piaci, e molto. E noi vorremmo che be ecco… Non so come la prenderai, perché non è una cosa inusuale a essere sincero. Dei nostri amici lo fanno da un po’ e si trovano benissimo. Be, io e Pietro vorremmo che tu ti fidanzassi con noi. Esattamente come se fossimo una coppia, ma con tutto il bello di essere in tre. Con tutto ciò che ne consegue. Ovviamente sarebbe una prova, perché dobbiamo anche noi avvicinarci a una cosa del genere.. Che ne dici?”

Questo è quello che Mimmo mi doveva dire? Questo era il grande “ti devo parlare” pieno di aspettativa? Cioè dovremmo formare una troppia? Che per l’amor del cielo, non mi dispiacerebbe, perché due gran bei ragazzi. Ma secondo voi, io non riesco ad avere un rapporto con una persona, dovrei essere capace a gestire una relazione sentimentale a tre? Ecco. Direi proprio che non è affatto possibile. Io che mi faccio rodere il culo una settimana intera per un messaggio di What’s App letto e risposto dopo venti minuti, figuriamoci se devo gestire un numero due sempre presente. “Mimmo, ma che cazzo stai a dire? Ma hai sbattutto forte la testa?” mi viene da dire, senza fronzoli.

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“Ma che reazione eccessiva. Sinceramente mi aspettavo un minimo di partecipazione da parte tua!” mi risponde Mimmo serio. Ecco, queste sono le classiche situazioni surreali nelle quali mi ritrovo e dalle quali non riesco a uscirne pulito. “Senti, dammi qualche giorno per pensarci. Sono lusingato, ma devo pensarci un po’. Ok?” dico serio. Nella mia testa già immaginavo le reazioni delle mie amiche.

Il giorno dopo…

“E tu avresti intenzione di fare che? Il terzo fidanzato? E tutti i nostri discorsi? I nostri desideri? Tutto quello per cui ci stiamo pagando lo psicologo? Dove è andato a finire?” mi dice Guy lapidario. “Io fossi in te ne approfitterei. Insomma, andate a cena fuori, scopate. Fate i week end. Scrocchi. E poi scopate. La pace dei sensi.” sottolinea la Du Barry. “No, mia cara. Ha ragione Guy. E poi tutte le mie crisi di gelosia che normalmente mi prendono per uno, se mi pigliano per due? Io sono già matto di mio, mi volete vedere rinchiuso in un manicomio?” dico serio.

Ecco in realtà non c’era neanche da pensarci poi molto. Ma quello che mi frulla nella testa, ovviamente, è tutt’altro. Chi ha chiesto ad Antonello di farci le foto? E soprattutto perché? Ritorno sempre lì. Racconto tutto alle mie amiche che mi guardano basito. E come se fossimo in una puntata di Scandal iniziamo a studiare le diverse possibilità ad alta voce. Secondo Guy è stato lo stesso Mimmo, che in realtà voleva solo cercare di controllare il fidanzato. Mmmm. Non mi convince affatto, e non avrebbe poi molto senso. E poi Pietro ed Antonello sono amici, o almeno è quello che mi è sembrato.

Secondo la Du Barry è stato uno che al compleanno mi ha seguito con lo sguardo tutta la sera. “Ne sono certo. Quello è un tipo strano. Ti fissava. Ed è anche bono da morì. Ed è strano che uno bono ti guardi per tutta la serata.” dice serio. “Ma come ti permetti sfigataorrenda? E comunque, no, non può essere. Qui dobbiamo capire a questo punto chi cavolo è che ha chiesto di fare le foto. Ed io ho deciso come farò. Andremo allo studio dove lavora Antonello, a Testaccio, e senza mezzi termini glielo chiederò. Mi sono rotto di perdere tempo a trovare delle soluzioni a questi indovinelli inutili. Ok?” dico. Le mie amiche mi guardano basite. Ma annuiscono.

Mentre siamo lì che ci guardiamo, il silenzio viene rotto da un messaggio di Mimmo.

Ti aspettiamo dopo cena per bere una cosa. Non puoi dire di no“.

E mi sento un po’ Paola &  un po’ Chiara.

Ad ogni modo, mi preparo e vado. Arrivo da Mimmo e Pietro e sono sorpreso. Nel salone ci sono candele profumate accese ovunque. L’odore di vaniglia è inebriante e le luci sono soffuse. E’ tutto perfetto a dire il vero. Mimmo mi versa il vino e me lo passa. “Allora cosa hai deciso?” mi chiede sorridendo. Io mi guardo un po’ intorno ed indietreggio di qualche passo cercando di creare attesa e pathos. Sorrido ed inizio a parlare “Be’ ecco, all’inizio mi è sembrata una cosa da pazzi. Però ecco, voglio provarci. Per cui ci sto… Vi chiedo solo di supportarmi, ed avere pazienza con me… Ecco, solo questo!”.

Bene. Dopo aver preso la decisione più inaspettata della mia vita anche per me, ovviamente è finita come tutti voi potete ben immaginare. Dell’ottimo threesome come se non ci fosse un domani.

Ma il domani arriva sempre, è l’unica certezza, come il dramma, che è sempre dietro l’angolo.

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Una storia vera di Annabelle Bronstein, il logo è di Guytano__.

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