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Chi s'è fregato le barzellette?

Da Hombre @LaLineadHombre
Chi s'è fregato le barzellette?C'era una volta un mondo antico in cui si raccontavano le barzellette. Al bar, a scuola, in bus, ma soprattutto nei dopo cena scoppiettanti quando la cibaria era a fine ma nessuno aveva ancora voglia d'alzarsi da tavola.
Da noi cominciava Benito, era il Bramieri di noantri, tra una nocciolina e un ammazzacaffè, ne aveva sempre una o due nuove e le raccontava con innegabile maestria. Era un'arte innata la sua, gli veniva da dentro, niente di studiato o di costruito, solo tanta memoria e spontaneità. E poi a cascata, il giorno dopo, quelli che avevano assistito e riso, perché si rideva sempre alle barzellette di Benito, provavano a raccontarle nei loro luoghi e alle loro cerchie.
E bene o male, in ogni sessione, c'era uno scambio di materiale notevole e chi riusciva a tenerle a mente le faceva girare, così, pigliandosi in pagamento solo qualche risata. Eravamo piccoli e le barze di Benito, quelle zozze, hanno pure contribuito alla nostra educazione sessuale, che non ce n'erano mica tanti altri di modi. E quelle irriverenti nei confronti della Chiesa, quelle di fronte alle quali mia madre storceva la bocca, quelle magari ci hanno aperto un po' gli occhi sul bigottismo paesano che impregnava le nostre case.
I barzellettieri son morti probabilmente con La sai l'ultima, prosciugando la materia e riciclando e inflazionando ogni battuta, ogni smorfia, ma le barzellette invece, quelle che fine hanno fatto?
Chi se l'è rubate? Forse un Grinch barzellettofilo?
Pareva un materiale da chiacchiera inossidabile, duraturo e indistruttibile mentre adesso se in un momento di calma provi a dire a uno "La sai la barzelletta su..." ecco che ti guarda come se gli avessi proposto di unirsi a te per andare a grattugiare una lastra d'amianto.
La rete non credo che sia responsabile della loro scomparsa (voglio dire, c'è qualcosa di più deprimente di andarsi a leggere un sito di barzellette?) però della loro omologazione sì.
Il barzellettiere una volta teneva gli appunti criptati in simil cirillico e vergati a mano su un foglietto di bloc notes che gelosamente custodiva piegato in quattro nel portafoglio, mentre adesso san gugol motore martire ti porta alla barza intera basta che digiti "scimmietta che si sciacqua" per esempio, e la collezione segreta ha poco senso d'esistere.
Piuttosto gli usi moderni, quelli sì che incidono. Si cena con lo smartcoso sul tavolo pronti a scattare al primo bip sociale o uozzappico e a fine cena quelli che sono rimasti ancora a sedere sono un paio di sfigati che devono pure sparecchiare, figuriamoci se hanno poi voglia di scambiarsi le barze.
O forse, chissà, noi abbiamo smesso di raccontarle da quando ha cominciato TuSaiChi, oppure è soltanto crepato il tizio che le inventava le barzellette.
Quanto ai miei personali ricordi, la prima barzelletta che mi hanno raccontato è quella dei pazzi che giocano a pallone in aereo, mentre quella che mi ha fatto più ridere in assoluto è quella del pappagallo che chiede a Gesù, crocefisso da duemila anni: "Cavolo, ma quanto gasolio t'hai ordinato?"

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