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Chi sarà il miglior modello per i tuoi ritratti?

Da Ragdoll @FotoComeFare

L’autoritratto è un sottogenere fotografico che talvolta si tende a sottovalutare. D’altronde siamo tutti capaci di puntare la fotocamera verso noi stessi e premere il pulsante di scatto. E quanti noiosi autoritratti allo specchio infestano i profili dei nostri amici su Facebook?

Però, per esempio, la forma tradizionale di progetto 365 comprende solamente autoritratti (come scrivevo nell’articolo Una foto al giorno leva il medico di torno). Ci sarà una ragione!?

autorretrato by s~revenge, on Flickr

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  by  s~revenge 

Certo, l’autoritratto è comodo, perché il modello è sempre disponibile. Ma proprio questa comodità rende anche l’autoritratto un utile campo di prova per esercitare e sviluppare le tue abilità fotografiche.

Cosa si impara dagli autoritratti?

Scattare spesso e con metodo qualsiasi tipo di foto ti farà imparare qualcosa. L’autoritratto, però, non è una foto qualsiasi, bensì è un ritratto (ma va?).

Sappiamo tutti quanto peso abbia la presenza della figura umana in una foto. David duChemin, per esempio, nell’ebook Drawing the eye, presenta la figura umana come elemento principale da cui viene attratto l’occhio dell’osservatore.

Quindi, sapere ritrarre al meglio le persone è indispensabileper la maggior parte dei fotografi. Praticare il ritratto però può essere piuttosto ostico. Devi trovare qualcuno che si presti e che obbedisca ai tuoi ordini.

Qui si vede il vantaggio dell’autoritratto. Facendo da modello per te stesso puoi fare gli esperimenti più lunghi e più strani, senza alcun limite.

Praticando l’autoritratto, tra le altre cose, puoi imparare a:

  • conoscere la luce ambientale in tutte le sue caratteristiche, sfruttarla e modellarla secondo i tuoi scopi,
  • scegliere la migliore profondità di campo, usando la messa a fuoco per far risaltare la figura umana o alcune sue parti,
  • posare, diventando così capace di suggerire le pose miglioriai tuoi soggetti,
  • usare il flash o altre fonti di luce artificiali,
  • allestire ad arteuna scena in cui ambientare un ritratto.
Shocks of Recognition by Kath [is not here right now], on Flickr

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  by  Kath [is not here right now] 

Ripeto, si tratta di cose che puoi imparare anche non necessariamente fotografando se stessi. Però, con autoritratto si può sperimentare senza remore, mentre nel caso del ritratto bisogna stare alle regole e alla disponibilità del modello o della modella.

Cosa serve per scattare un’autoritratto?

Per fortuna, oltre alla fotocamera, l’attrezzatura necessaria non è particolarmente ricercata. Avrai bisogno di due soli accessori:

  • un treppiede, o qualsiasi altra cosa utile a stabilizzare la fotocamera (come ad esempio un gorillapod),
  • un comando di scatto remoto, con il filo oppure senza, è indifferente.

Qualora non potessi procurarti un telecomando, potrai usare il timer, ma aggiungerai un po’ di fretta alla procedura di scatto.

Se poi non vuoi limitarti alla luce ambientale ti tornerà utile un flash o una qualche altra forma di illuminazione artificiale che si possa direzionare.

Come ottenere una messa a fuoco perfetta in ogni autoritratto

La parte difficile del autoritratto è che, per definizione, devi farlo da solo. La prima difficoltà sta nella messa a fuoco.

Infatti, non puoi controllare che la messa a fuoco sia corretta mentre sei anche davanti all’obiettivo. Come puoi garantirti comunque il controllo necessario sulla messa a fuoco?

Self Portrait, August 24, 2005 by Thomas Hawk, on Flickr

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  by  Thomas Hawk 

Il primo metodo, il più stupido, consiste nello scattare tenendo la fotocamera in mano, allungando il braccio e usando una lunghezza focale molto corta. Così però sarai molto limitato, rischierai di far vibrare la fotocamera e avrai un aspetto un po’ ridicolo.

In secondo luogo, puoi provare a usare un’apertura molto stretta (ovvero un valore alto, da f/8 in su). Così facendo, incrementerai la profondità di campo la porzione di inquadratura completamente a fuoco sarà maggiore, quindi non rischierai di sbagliare usando la messa a fuoco automatica.

Però, ci sono dei casi in cui anche questo può non bastare. Ad esempio, se usi una lunghezza focale e elevata (diciamo dei 100 mm in su) e/o la tua distanza dall’obiettivo e molto minore di quella dallo sfondo. In questi casi, se la messa a fuoco automatica deciderà di mettere a fuoco lo sfondo la tua figura sarà sfocata.

Un metodo più sicuro è quello di usare un “sostituto” temporaneo:

  • procurati un oggetto qualsiasi come sostituto, una sedia, un pelouche, una scatola,
  • metti il sostituto di fronte all’obiettivo nella posizione in cui ti metteresti tu (la forma e la dimensione dell’oggetto non sono importanti, è fondamentale unicamente la distanza dall’obiettivo),
  • usando la messa a fuoco automatica su un singolo punto, posizione il punto di messa a fuoco sul sostituto e premi fino a metà corsa il pulsante di scatto,
  • una volta che il sostituto è a fuoco, attiva la messa a fuoco manuale (in questo modo la messa a fuoco è bloccata a meno che non giri la ghiera sull’obiettivo),
  • rimuovi il sostituto, e mettiti nella sua posizione,
  • scatta usando il telecomando (alternativamente avresti dovuto far partire il timer per l’autoscatto prima di posizionarti).

Ma cosa fare quando non è disponibile un sostituto? Ho trovato un suggerimento molto scaltro in questo articolo:

  • posiziona il treppiede nel punto da cui scatterai la foto,
  • prendi la fotocamera e posizionati nel punto in cui starai al momento dello scatto,
  • usando la messa a fuoco automatica su un singolo punto, metti a fuoco la testa del treppiede,
  • attiva la messa a fuoco manuale,
  • fissa la fotocamera al treppiede, senza spostarlo assolutamente,
  • ritorno nella posizione da cui avevi effettuato la messa a fuoco,
  • scatta come sopra.

Questa tecnica funziona perché, quando si mette a fuoco un soggetto, tutto ciò che si trova alla stessa distanza dal sensore della fotocamera è a fuoco. Quindi, una volta messo a fuoco il treppiede ad una certa distanza, fissata la fotocamera sul treppiede e assunta la stessa distanza dalla fotocamera, risulterai sicuramente a fuoco. Un aiuto per aumentare la precisione consiste nel segnare per terra la posizione da cui hai messo a fuoco.

I’ve Been Tagged. by *~Dawn~*, on Flickr

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  by  *~Dawn~* 

Infine, un metodo che si può usare solo con gli obiettivi che presentano la scala delle distanze di messa a fuoco. Su questi obiettivi si trovano dei numeri che indicano a che distanza sta mettendo fuoco.

Usando uno di questi  puoi ruotare la ghiera della messa a fuoco manuale fino a che non viene segnata la distanza a cui puoi ti posizionerai.

Un gioco di specchi

Spessissimo gli specchi sono usati per realizzare un autoritratto fotografando la propria immagine riflessa. Ora invece ti spiego come usare uno specchio in combinazione con le tecniche descritte sopra per uno scopo diverso.

Se possiedi uno specchio che si può spostare, posizionalo dietro la fotocamera in maniera da vedere il tuo riflesso. L’utilità è ancora maggiore se usi uno specchio che ingrandisce.

In questo modo, se la tua fotocamera è dotata di liveview, potrai valutare la composizione prima dello scatto ed eventualmente cambiare posa. Altrimenti, lo specchio ti sarà comunque utile per evitare di fare avanti e indietro dopo ogni scatto.

Infatti, puoi sfruttare lo specchio per visualizzare l’anteprima automatica che la fotocamera ti mostra subito dopo lo scatto. Saprai così subito se è necessario realizzarne un altro cambiando posa.

Chiaramente, se la tua fotocamera ha lo schermo basculante che si può ruotare di 180°, lo specchio non ti serve.

Volendo essere ancora più sofisticato, se la tua fotocamera lo permette, puoi usare il tethering. Con questo termine si indica la possibilità di molte macchine di fascia medio-alta di visualizzare gli scatti su uno schermo esterno collegandola attraverso un apposito cavo. A questo scopo, potresti usare il computer o anche semplicemente la televisione.

Come fare autoscatti sempre diversi

And I Thought Yesterday Was Hot! by Cayusa, on Flickr

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  by  Cayusa 

Puoi sfruttare gli autoscatti semplicemente a scopo di esercizio e quindi sperimentando diverse condizioni di luce, diverse aperture, diversi obiettivi e tutto quello che ti permette di fare esperienza con il ritratto. Se, però, lungo il percorso fai anche in modo di realizzare qualche immagine di valore, tutto diventa più interessante.

Avendo sempre lo stesso soggetto, rischi però di annoiarti. Ecco allora alcuni spunti per introdurre originalità nei tuoi autoritratti:

  • includi grosse parti dell’ambiente in cui ti trovi, che diano un sapore specifico alla foto,
  • non includere la tua faccia nell’inquadratura, otterrai immagini dal forte senso di mistero e tensione,
  • recita, ritrai le emozioni,
  • usa “oggetti di scena”, cose che puoi tenere in mano, cose che puoi indossare, non necessariamente serie,
  • gioca con gli sfondi,
  • metti a fuoco qualcos’altro, lascia la tua figura fuori fuoco,
  • fotografati in controluce (realizzando una silhouette),
  • crea un autoritratto composito sovrapponendo diversi scatti in cui sei in posizioni diverse (in questo caso hai bisogno di pianificazione e fotoritocco).

Non resta che provare

Ora sai quello perché e che cosa serve per sperimentare con gli autoritratti. Un beneficio meno fotografico che ne puoi trarre è una maggiore confidenza davanti alla fotocamera, che non guasta mai.

Per trarre ispirazione, ti consiglio di guardare i 100 autoritratti in questo articolo e di esplorare le collezioni dei singoli autori, perché molti di loro si dedicano assiduamente proprio a questo genere fotografico.

Se hai esperienza con gli autoritratti, condividila nei commenti.


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