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Chi sostiene il Multiverso nega il metodo scientifico

Creato il 07 giugno 2013 da Uccronline

Multiverso 
di Enzo Pennetta*
*docente di Scienze naturali

 
Di Multiverso si è occupato il mensile “Le Stelle” in edicola il 30 maggio, ne ha dato notizia il giornalista scientifico Piero Bianucci sulle colonne della Stampa con un articolo intitolato, in modo del tutto azzardato, “Ognuno di noi ha un sosia ma in un altro universo“. Diciamo subito che se si va diffondendo un basso livello di cultura scientifica lo si deve anche a titoli come questo che puntano all’effetto disinteressandosi alla qualità del messaggio: come si fa ad affermare in modo così deciso che ognuno di noi ha un sosia in un altro universo?

Tale affermazione trae origine dalla contestabilissima teoria dell’esistenza di innumerevoli universi paralleli al nostro, teoria nota appunto col nome di multiverso. Si tratta di una teoria che prende spunto a sua volta da un’altra teoria, quella delle stringhe, che ammetterebbe fino a 10^500 differenti universi. Qual è il grande difetto della teoria delle stringhe? Quello di non essere né verificabile né confutabile, insomma, in poche parole il suo difetto è di non essere una teoria scientifica.

Non stupisce quindi che nell’articolo di Bianucci si esalti in differenti punti la figura del mago rinascimentale Giordano Bruno che aveva proposto l’idea di “infiniti mondi” che anticipa in qualche modo proprio quella del multiverso. Leggiamo infatti nell’articolo di Bianucci: «L’infinito – nello spazio e nel tempo – veniva scacciato dal mondo fisico (e persino matematico) in quanto attributo esclusivo di Dio. Lo imparò a proprie spese Giordano Bruno, mandato al rogo nel 1600 per le sue tesi eretiche, comprendevano anche quelle sull’infinitezza dell’universo e dei mondi».

Purtroppo l’articolo di divulgazione scientifica compie un’opera di disinformazione proponendo lo stereotipo di un Giordano Bruno condannato per la sua visione dell’Universo e non per ben altro, come gli atti del processo testimoniano. L’articolo di Bianucci diventa quindi di divulgazione magica, Giordano Bruno infatti non fu neanche lontanamente uno scienziato come il suo contemporaneo Galilei (quali le sue scoperte?) e la sua concezione dell’Universo era legata a quella esoterico-cabalistica che solo per via della divinizzazione del sole, culto di origine egizia, poteva trovare una preferenza per il sistema eliocentrico di Copernico.

Ma l’autore non si limita a questo e si spinge oltre: «Lo imparò a proprie spese Giordano Bruno, mandato al rogo nel 1600 per le sue tesi eretiche, comprendevano anche quelle sull’infinitezza dell’universo e dei mondi. Tuttavia, come Lucio Russo (Università La Sapienza di Roma) ha dimostrato, anche l’idea perdente – universo infinito – è rimasta viva e vegeta, sia pure sotto traccia. L’universo infinito, almeno sotto la forma attenuata di indeterminato / illimitato ricompare in modo esplicitò con Nicolò Cusano…». Come si può constatare qui è talmente tanto il desiderio di dimostrare quanto fossero oscurantisti i tempi di Giordano Bruno, che Bianucci compie un errore così grossolano da risultare, per la coincidenza degli opposti di Cusano, addirittura sublime. Pur di mostrare che il pensatore nolano fu condannato per i suoi pensieri sull’infinito, l’autore dell’articolo riscrive la storia (o fa affidamento sull’ignoranza di chi legge) e invertendo la freccia del tempo giunge ad affermare che le idee sull’infinito che Bruno sostenne alla fine del ’500 ricompaiono nel ’400 con Nicolò Cusano…

In conclusione va detto con chiarezza che la teoria del multiverso è indimostrabile (come si potrebbe dimostrare l’esistenza di qualcosa che è al di fuori dell’Universo?), ed è derivata da quella, anch’essa indimostrabile, delle stringhe. Appoggiare questa teoria significa dunque andare contro il metodo scientifico sperimentale moderno iniziato con la rivoluzione scientifica di Galilei e tornare ad un pensiero magico pre-scientifico del quale era esponente Giordano Bruno.

Ma come sappiamo il multiverso è funzionale a rendere plausibile il verificarsi dell’assurdamente improbabile eventualità di una nascita della vita, e della sua evoluzione, a partire dalle leggi della fisica attualmente note, e per questo motivo non verrà facilmente abbandonato. Noi scegliamo la scienza.

www.enzopennetta.it


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