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Chi sta convincendo Tronca a bloccare la cruciale riforma dei cartelloni? Basta una firma, solo una firma

Creato il 22 marzo 2016 da Romafaschifo
Chi sta convincendo Tronca a bloccare la cruciale riforma dei cartelloni? Basta una firma, solo una firmaIl Commissario Franco Tronca sta mettendo le manine in tanti dossier significativi. Quello delle case, che lo renderà famoso in secula seculorum, è solo un esempio. Addirittura pare che il Commissario si lamenti perché dai vari gangli dell'amministrazione non gli arrivino i necessari stimoli per affrontare i problemi, come se lui fosse lì, pronto a prender decisioni scomode, e gli uffici non gli sottopongano i dossier da aprire con maggiore urgenza.

Nella speranza che nei mesi di commissariamento residuo quel poco di onesto che c'è negli uffici capitolini consideri ancor di più Tronca come una risorsa e un'opportunità, registriamo tuttavia una grave eccezione che smentisce questa regola. Stiamo parlando, ancora una volta, dello scempio e dello scandalo unico al mondo della cartellonistica romana. 

Il settore è molto simile per certi versi a quello delle case: l'amministrazione pubblica ha un bene e, invece di valorizzarlo, lo cede a due lire a chi non lo merita. Questo comporta che su un potenziale di circa 70 o 80 milioni di euro l'anno, il Comune incassa grazie alle affissioni circa 15 milioni. Con tante altre conseguenze negative (non solo finanziarie) che vanno dal pericolo sulle strade (tanti i morti purtroppo) al decoro compromesso su su fino alla mancanza di servizi come toilette pubbliche - a proposito, quelle promesse per il Giubileo non sono mai state aperte: vergogna! -, segnaletica turistica, arredo urbano e bike-sharing che tradizionalmente in tutti i sistemi urbani occidentali sono pagati dalle ditte di affissioni in cambio della concessione. Ma questi sono solo i piccoli oneri, il business ovviamente è di ben altre dimensioni: centinaia e centinaia di milioni.

Dopo gli anni bui tra il 2010 e il 2013 nei quali il duo Bordoni-Alemanno aveva letteralmente regalato la città alle mafie dei cartelloni (si parla di mafie a ragion veduta, non certo per esagerare), l'amministrazione Marino, grazie alla lucidità dell'assessore Marta Leonori, aveva preso il toro per le corna riuscendo in soli due anni a ottenere risultati clamorosi: approvato il Piano Regolatore, che si aspettava da decenni, e iniziato il processo di partecipazione per i piani particolareggiati nei Municipi della città. 

Il processo tuttavia si è arrestato qualche settimana fa a causa di un pronunciamento del Tar. Occorre dire che tutti i ridicoli ricorsi strumentali organizzati dagli "imprenditori" cartellonari sono stati rigettati dal Tribunale Amministrativo, e anche in questo caso il pronunciamento è stato ampiamente positivo per il dispositivo messo in piedi dalla Leonori e dai suoi uffici (che però ha beneficiato anche di un contributo decisivo del Movimento 5 Stelle con Enrico Stefano in Commissione Commercio). Tuttavia il Tar ha indicato che alcune scelte andavano prese dal Consiglio e non dalla Giunta come effettivamente venne fatto. 

E' un pronunciamento positivo perché indica quanto sia buona la riforma e quanto gli appunti vengano fatti semmai soltanto sui dettagli. Tuttavia sui dettagli non si può fare finta di nulla e bisogna agire per rispondere ai magistrati amministrativi. La situazione è assai favorevole perché quello che è necessario è un atto del Consiglio ma in questa fase di commissariamento il Consiglio, la Giunta e il Sindaco sono sintetizzati in un'unica persona: Francesco Paolo Tronca. Lui può tutto. E dunque può firmare un banale atto in cui il Consiglio (lui stesso) conferma che è pienamente d'accordo con gli atti della Giunta (lui stesso). Così il processo di partecipazione può ripartire (è stato ultimato in 12 municipi su 15, ne mancano solo 3) e si possono iniziare a progettare i bandi di gara che elimineranno tutta la immondizia cartellonara che vediamo nelle nostre strade per trasformare Roma in una città normale sotto questo punto di vista, con un ritorno in termini economici, di decoro e di servizi (arriverà il bike-sharing, che potrà cambiare faccia ad una bella fetta di mobilità cittadina).

Gli uffici del Dipartimento devono meramente preparare l'atto e farlo firmare al Commissario. Lo hanno fatto? Ebbene sì, l'atto a quanto ci risulta è pronto. Prontissimo. Ma c'è di più: l'atto è stato sottoposto al Prefetto milanese per ben due o tre volte. In tutti i casi si è trovato il verso di rinviare la firma di questo fondamentale documento. Sono passati 20 giorni - 20 lunghissimi giorni, ferali per questo processo - ma ancora nulla. Ogni giorno si attende la notizia, ma ogni giorno c'è una scusa buona per non firmare questo fondamentale atto che, ripetiamolo, è già pronto, preparato, perfetto.

Nel frattempo cosa succede? Succede l'inverosimile, l'irreparabile e l'inaudito: siamo tornato agli anni 2009\2010. Cosa significa? Significa che i cartellonari hanno preso di nuovo il sopravvento, e non solo negli uffici dove si vedono bazzicare con una frequenza che non si vedeva dagli anni di Alemanno, bensì anche per le strade. Sono tornati padroni. Impianti pubblicitari abusivi compaiono nella notte in ogni dove, sulle consolari e nelle aree storiche, nei quartieri residenziali e in periferia. Buchi nell'asfalto (o addirittura nelle aree verdi) una colata d'asfalto e si monta un nuovo impianto. E' un terribile segnale perché significa che i rass di questa cartellopoli unica al mondo si sentono dopo tanti anni di nuovo sicuri e protetti. A pensar male si potrebbe dire che abbiamo capito un altro dei tanti motivi per cui Marino è stato cacciato via. 

Quello che auspichiamo in questa fase è una pressione il più possibile forte e efficace delle associazioni, dai cittadini e dai comitati che hanno lottato per un risultato che le insensate e ingiustificabili tergiversazioni di Tronca stanno rischiando di compromettere o ritardare. Si faccia una lettera, tutti insieme, e la si invii al Commissario. Affinché si renda conto che ci siamo accorti di quanto sta succedendo. Un altro passaggio dovrebbe essere fatto sui candidati sindaco, sono a dozzine ma nessuno (salvo Giachetti, in un breve passaggio) parlano di questa faccenda che sarà cruciale per chi andrà ad amministrare a partire da giugno.

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