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Chi ti credi di essere?

Da Flavialtomonte

Oggi riflettevo sul Chi. 
Scoprire dove nasce questa espressione sarebbe stato inumano, nonostante sappia già come ci si sente ad essere inumani, nonostante qualche volta mi sia capitato di trasformarmi in un’inumana. È bello essere inumani, anche se gli inumani son pur sempre umani perché escludono i vegetali e gli animali. Mi sarebbe piaciuto essere inanimale o invegetale, e invece sono un’umana. 
Quando sono umana penso a cose assurde che forse non penserei da inumana. Da umana penso alle parole, intensamente, cerco di smuoverle, di dar loro una forma. È informale, lo so. Se le parole fossero formali sarebbe tutto più semplice, o se avessero una forma, come del Chi, come del Come, come del Tu che sembrano parole irrispettose, e non perché sanno essere rispettose qualche volta, ma perché certe parole danno fastidio, come il fastidio, tanto che sembrano cucite apposta.
Per lo stesso motivo, quando le domande iniziano dal Chi capisco già che sono inopportune e inappropriate, capisco che faranno male, che non centrano niente, e non le pronuncio nemmeno.
«Chi ti credi essere? – dissero unanime i presenti.»

 


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