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Chi va con lo Zoppo... ascolta 'L'ultima illusione', il nuovo album degli Euthymia

Creato il 27 gennaio 2011 da Conlozoppo
Ascoltando un disco come "L'ultima illusione" si possono tirare le somme su alcune "conquiste" maturate dal rock progressivo nonostante il persistente ostracismo di alcuni settori dell'informazione. In primo luogo, il disco d'esordio degli Euthymia conferma l'importanza della "filosofia" prog nel voler confezionare un disco concettuale: il progressive è lo strumento per eccellenza laddove si voglia dare ad un'opera un serio e maturo sviluppo narrativo. In secondo luogo, il concept del gruppo torinese trae origine da certe dinamiche espressive tipiche del progressivo italiano dell'epoca aurea, a testimonianza della continuità di certo rock d'arte.
Euthymia è un progetto intrigante, opera di Alan Brunetta: autore di musiche e arrangiamenti, anomalo batterista-compositore, Alan si è circondato di personalità adatte a costruire un concept. I testi di Umberto Poli, l'ampio lavoro tastieristico di Dario Mecca Aleina, la voce recitante di Sax Nicosia, la partecipazione speciale della cantautrice Chiara Raggi e di Simone Bellavia dagli Ossi Duri. "L'ultima illusione", con la presenza di una voce recitante e di atmosfere mutevoli, riporta direttamente all'indimenticato esperimento dei Pholas Dactylus: se "Concerto delle menti" aveva una dimensione maggiormente ipnotica e visionaria, gli Euthymia puntano invece allo scavo interiore, alle relative variazioni tematiche, ad un'ipotesi colta e musicalmente ricercata, talvolta elettronica e straniante (il seconto Atto ad es.), con la saggia alternanza del recitato maschile e del canto femminile.
L'opera è strutturata in sette atti, aperti da un prologo (che cita "Il demone" di Lermontov) e da una formidabile ouverture che, come di consueto (pensiamo all'apertura fulminante del "Dracula" di PFMiana memoria), riassume e presenta i temi salienti del disco. Disco che si ispira al modello "keyboard-oriented" che parte da ELP/Orme/Trip e arriva a Magellan, Gerard, ai nostri Nuova Era e Pandora, senza essere muscolare ma saggiamente camaleontico. Il passaggio tra i diversi stati d'animo del protagonista è ben disegnato dal trio rock, che sa essere suggestivo (facendosi da parte al momento giusto, vedi "Illusione" e "Pensieri") ma anche incisivo e prepotente (l'incipit del terzo Atto, "Tradimento"). Abituati allo stile della Raggi nel suo "Molo 22", il primo impatto con "La percezione del vuoto" può essere straniante, mentre "Luce nell'ombra" è più adatta alla sua grana vocale.
Teatrale e arricchito da citazioni letterarie, introspettivo ma dinamico e cangiante, "L'ultima illusione" è un buon album d'esordio che cresce con gli ascolti. Lavorando molto sulla fisionomia del progetto, gli Euthymia riusciranno ad affrancarsi dai riferimenti e a far emergere del tutto la propria personalità.

http://www.euthymiaproject.com
(Recensione apparsa in: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3370)

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