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Chiacchiericcio con Manuela Pigna

Creato il 14 maggio 2014 da Leggiamo
Buon pomeriggio cari lettor* e tanti auguri alla mia mamma che oggi compie un anno in più dell'anno scorso! :P Mami, so che mi leggi e so che di "auguri" non ne hai mai abbastanza!
Detto questo, oggi vi posto un chiacchiericcio a cui tengo moltissimo, quello che ho fatto con Manuela, l'autrice di Training in Love, un romanzo che ho trovato dolce in modo squisito, e che non faccio altro che consigliare a chi cerca una storia semplice, ma vera fino al midollo!
Se volete sbirciare la mia recensione cliccate qui, se volete conoscere Manuela mettetevi comodi e continuate a leggere!
* * *
1. Ciao Manuela *le punta un faro addosso* parla. Dicci chi sei. Confessati. Nome, cognome, dove vivi, con chi, che vizi hai, quante ore dormi e... hai un personal trainer?
Ahaha, no, niente personal trainer purtroppo! Vivo a Varese, la città conosciuta per il Senatur che ce l’ha duro, ti rendi conto? Mi trasferirei solo per questo. In realtà non è una brutta città, coltivo il sogno che un giorno la gente dimentichi il Senatur pensando a questo posto, e visualizzi i boschi e i laghi che ci sono da queste parti. Fondamentalmente non ho vizi, se si escludono la lettura compulsiva e la dipendenza da dolciumi vari.
Chiacchiericcio con Manuela Pigna2. Ovviamente la domanda sul personal trainer era decisamente mirata. Com'è nata l'idea per Training in Love?
L’idea per Training in Love è nata in modo davvero da cliché. Non credevo che mi sarei trovata a dire quello che sto per dire ma è andata davvero così: ho scritto il libro che volevo leggere. Mi spiego: un giorno, mentre ero in maternità, stavo leggendo un libro americano (disponibile solo in inglese) con protagonista sovrappeso che si innamora di un personal trainer. Durante tutto il libro non ho fatto altro che pensare “ma no”, “seh, brava”, “ma è mai stata sovrappeso questa donna?”, insomma… lo trovavo tutto sbagliato per quanto riguardava il rapporto col cibo e il problema del sovrappeso. Io ho avuto e ancora ho di questi problemi, e sono attratta da tutti i libri che hanno protagoniste in carne (ecco perché stavo leggendo quel libro), ma non avevo mai pensato fino a quel momento di creare una protagonista tale, non so perché. Forse perché per me il momento fantastico è un momento di evasione e non ho voglia di pensare ai problemi che mi assillano durante il giorno… Comunque, grazie a quel libro che non mi stava piacendo, mi è venuta l’idea di creare una protagonista sovrappeso e di farle dire e pensare tutto quello che ho sempre pensato io a riguardo. Così è nata Olly, e quando lei è entrata nella mia testa, Andrea è arrivato immediatamente dopo e mi è arrivata la trama, praticamente intera, in tipo due giorni. Cosa davvero, davvero strana per me, che di solito sguazzo in pozze melmose per giorni e settimane pensando a cosa diavolo può succedere tra il punto A e il punto F. Comunque non ho copiato nulla eh! Posso anche dire il titolo e l’autrice (anche se non mi sembra carino farlo) così puoi controllare quanto i due romanzi sono diversi al di là del “ragazza in carne si innamora di personal trainer e dimagrisce”.
3. Quanto c'è di te in Olivia? E Andrea... conosci qualcuno come lui? (Nel caso ne conoscessi più di uno ti sarei grata se fornissi i numeri di telefono.)
A Olivia ho dato di me la parte col problema del cibo, il sovrappeso e i pensieri a riguardo, purtroppo. Per fortuna però non ho mai incontrato un Donato Poggi, anche se a riportare le battute che mi hanno detto in trent’anni
potrei scrivere un libro di 1000 pagine. Il resto è tutto inventato. Per Andrea invece mi sono ispirata, caratterialmente e solo in parte, ad un paio di ragazzini che ho conosciuto alle medie: bellissimi esteriormente (quasi celebrità a scuola, non scherzo), seguitissimi, ricercatissimi, ma poi timidissimi in realtà. Ragazzi che a guardarli pensi “quello non può avere alcun problema di autostima”, e poi quando li conosci capisci che invece, incredibilmente, le insicurezze le hanno pure loro, e sono umani… Non ho numeri di telefono mi spiace, ahah, non li vedo neanche più da anni.
4. Lo sai che in giro per la rete si trova un epilogo aggiuntivo? E' opera tua vero? Confermi? E come mai non hai voluto inserirlo direttamente nel libro? (noticina: personalmente mi è piaciuto perché è narrato dal punto di vista di Andrea, ma sempre sinceramente per me il finale perfetto è in mezzo alla strada con la battuta alla Jerry Maguire ^^)
Ah, l’epilogo. Il celeberrimo epilogo! Sì, l’ho scritto io (quello disponibile su Crazy for Romance) e non l’ho inserito nel libro semplicemente perché l’ho scritto dopo. Ti dirò, anche per me il finale perfetto è in mezzo alla strada; in quel momento per me il conflitto era finito e quindi anche la storia. Poi è successo che molte ragazze mi hanno detto che lo sentivano incompleto e che mancava un epilogo. Io ero fresca della storia di Andrea e Olly, e, molto onestamente, avevo ancora voglia di stare con loro - non so se puoi capire - quindi quando hanno cominciato a chiedere un epilogo, ho immediatamente avuto un’idea (il POV di Andrea e la presentazione di sua sorella) e ho voluto farlo, ho voluto dare ad una parte di lettrici quello che volevano. Onestamente, se non avessi avuto un’idea che mi piaceva, non l’avrei fatto (meglio il nulla e scontentare gli animi piuttosto che schifezze forzate); l’epilogo che ho messo in rete lo considero un “extra”, un regalo per chi lo desiderava e un gioco. E ognuno lo fa finire dove gli va che finisca.
Chiacchiericcio con Manuela Pigna5. Facciamo un passo indietro. Training in Love è il tuo secondo libro, preceduto da Che Dio Me la Mandi Buona, ma esattamente, quand'è che hai capito di voler essere una scrittrice?
Ecco, ancora con un cliché devo rispondere… sembro la donna dei cliché ora, non è giusto! Dopo questa devo assolutamente dire qualcosa di trasgressivo e geniale, anche se non so cosa! Comunque… ho sempre voluto farlo. Fin da quando ero piccolissima. Ho imparato a leggere a 4 anni da autodidatta, avevo sempre penna e blocchetto in mano, prima di dormire alternavo le storie degli altri alle mie per addormentarmi… insomma, un amore viscerale fin dall’inizio. Poi ho avuto un incidente di percorso, incidente chiamatosi adolescenza, e ho accantonato questo sogno pensando di non avere talento, di non riuscire mai a fare nulla in questo paese di raccomandati, eccetera. Ho cambiato idea solo pochi anni fa, di fronte all’autobiografia di Paris Hilton, e ho rinvigorito la passione latente al motto di “si vive una volta sola” e “ma che ce frega che ce ‘mporta”.
6. Tre aggettivi per identificare Training in Love e Che Dio Me La Mandi Buona
Training in Love: dolce, introspettivo, accogliente.
Che Dio me la mandi buona: divertente, frizzante, fresco come una buona birra in una sera d’estate.
7. C'è qualcosa che accomuna i tuoi due romanzi e qualcosa che li differenzia maggiormente?
Qualcosa che accomuna i miei due romanzi… direi una certa ironia di fondo e sempre presente. Che li differenzia… direi il punto di interesse della narrazione. Ovvero, TL è una storia d’amore a tutti gli effetti, ma anche di crescita, con un punto di partenza, uno sviluppo e una conclusione; mentre CDMLMB è un romanzo un po’ particolare, un melting pot di temi, non solo una storia d’amore, anche se in piccola parte c’è. CDMLMB è tante altre cose: riflessioni semi-serie su alcune situazioni della società moderna italiana, aneddoti divertenti… Un melting pot che ho definito chick-lit, ma non so neanche se è giusto.
8. Come si concilia lo scrivere con la vita di tutti i giorni?
Non si concilia. Ahah, a parte gli scherzi è un fottutissimo dramma. È la cosa più difficile in assoluto dello scrivere, nel mio caso. Il fatto è che io non carburo subito all’inizio, cioè ho bisogno sempre di un certo momento di “riscaldamento”: cazzeggio rileggendo quello che ho scritto la volta precedente, pensando, guardando nel vuoto, poi scrivo le prime frasi con grandissima reticenza, e, dopo un po’ di tutto questo, parto come si deve. Ci metto un po’ a concentrarmi e a entrare nel mondo fantastico, quando poi ci sono entrata… va bene. Il problema è che, ora che ho fatto il “riscaldamento”, il mio bimbo (8 mesi e mezzo) si è svegliato dalla pennichella, oppure in giornate particolarmente intense non mi sono seduta neanche un quarto d’ora, eccetera. Per TL diverse volte mi sono svegliata prima di mio figlio (che si sveglia alle 6), tipo alle 4 o alle 5, e diverse volte ho scritto la sera dalle 22 in poi. Solo che queste cose non riesco a farle in pianta stabile e in modo continuo perché… beh, ho sonno ad un certo punto. :P
9. Progetti futuri? Forse non lo sai, ma le fans possono essere molto moleste e per accontentarle bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Anzi, scrivere, scrivere, scrivere.
Vorrei procedere ad un ritmo un tantinello più serrato la storia di Nic e farla uscire per fine anno (Piccola digressione: il libro di Nic non era in previsione, giuro. Era autoconclusivo TL, e lo è; avevo altri progetti, e non volevo assolutamente fare quella che comincia a sviluppare le storie di tutti i personaggi citati… Inoltre Nic era solo un tramite, è nato come tramite tra Olly e Andrea, solo che… inaspettatamente ho iniziato ad amarlo, e mi è venuta voglia di fare qualcosa con lui. In senso letterario!).
Poi vorrei occuparmi di revisionare Training in Love e farne un cartaceo. Più in là ancora, cioè finito Nic, ho in mente una duologia di rosa contemporanei ambientata a Milano con due protagonisti un po’ particolari. Ho un sacco di idee, per cui non è detto che ora che finisca la storia di Nic non faccia qualche spostamento e non faccia passare avanti qualche altra idea che mi perseguita da anni al posto della duologia. Vedremo.
E adesso aumentiamo i watt del faro.
Botta e risposta! Ovviamente a tema culinario! E puoi citare qualsiasi libro di qualsiasi genere!
- il personaggio che ingozzeresti come un tacchino fino a farlo star male (insomma, uno che non ti sta proprio simpatico)
 Luca Morli (Trent’anni e li dimostro di Amabile Giusti)
- il personaggio con cui usciresti a mangiare una pizza (questo ti deve stare molto simpatico!)
Becky Bloomwood (I love shopping di Sophie Kinsella) o Maddison (Come inciampare nel principe azzurro di Anna Premoli);
- il personaggio che metteresti dietro ai fornelli
Michael Di Bella (Ti odio con tutto il cuore di Valeria Luzi)
- il personaggio per cui cucineresti una cena al lume di candela
Mi dispiace, sarò banale, ma non posso non dire… Mr. Darcy;
- il personaggio da avvelenare (questo devi proprio odiarlo)
Ho tentato invano di pensare ad un personaggio che il pubblico italiano potesse conoscere, ma il fatto è che io rarissimamente odio dei libri o dei personaggi. L’unico personaggio che ho odiato davvero e in tempi recenti (ma anche quasi in tutta la mia vita da lettrice) è Elise, protagonista di “This song will save your life” (romanzo americano non tradotto);
- il personaggio con cui farsi una scorpacciata di panna e nutella (e se questo non è un sogno proibito dimmi che cos'è?!)
Questa è una bella domanda. Vorrei dire moltissimi personaggi, soprattutto se penso ad un’ambientazione non prettamente culinaria di questa panna e nutella, e chi ha orecchie per intendere… Il fatto è che la maggior parte dei personaggi che mi vengono
in mente sono talmente uomini tutti d’un pezzo che non ce li vedo con la panna e nutella… Comunque, per rimanere in Italia ti dirò Christopher Davenport (Lemonade di Nina Pennacchi). Sì, capisco che sia difficile immaginarsi Chris alle prese con la panna e la nutella, ma… i biscotti al cioccolato li adora e penso che, in condizioni giuste, gli piacerebbero moltissimo. ;)
* * *
Manuela, grazie mille per il tempo che mi hai dedicato, ti auguro tutto il successo che meriti, quando uscirà Training in Love in formato cartaceo sarò la prima a comprarlo, e intanto aspetto con ansia il libro su Nic!
E voi, lettrici del mondo virtuale, se ancora non avete scoperto Manuela... che aspettate a farlo?

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