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Chiara Pesenti, “Il mondo di Cheddonna”, 2015, Edizioni Arpeggio Libero

Creato il 28 agosto 2015 da Tiziana Viganò
Chiara Pesenti, “Il mondo di Cheddonna”, 2015, Edizioni Arpeggio Libero
recensione di Tiziana Viganò
“In principio era Cheddonna”: un incipit che ha in sé i caratteri del libro dove la satira ai costumi si coniuga al divertimento puro. Una galleria di personaggi della middle class di una città della ricca provincia lombarda – ma potrebbe essere altrove - si muovono quotidianamente sulla scena di un teatro immaginario: entrano, recitano per il tempo di una pagina, ritornano, interpretando i loro vizi e virtù, gioie e dolori, paranoie e schizofrenie, ossessioni e tic, piccolezze e meschinità. Ma tutto è misurato, senza eccessi, raccontato col sorriso. La commedia della vita si snoda con una leggerezza che dà al lettore la possibilità di godersi pagine divertenti che però, proprio come nella satira, nascondono un contenuto di critica sociale in punta di spillo, o meglio in punta di stiletto, come nel tacco dodici della protagonista che incede regalmente (o quasi) tra le pagine, alternando momenti in cui sembra una macchietta, presa dalla rete delle mille cose da fare, utili o inutili, ad altri momenti in cui si ferma a riflettere un po’. I personaggi dai nomi fantastici, esilaranti – Heyfurbo, Pittibimbo, Lastregadisopra, Tuttosuopadre, Losplendido, Giannicaro, Linquietantevicinodicasa ecc. – ruotano intorno alla protagonista nel ruolo di marito, sorella, figlio, amiche, vicini di casa, un microcosmo decisamente riconoscibile: per questo è facile calarsi nelle pagine scritte da Chiara Pesenti e proiettarsi nel mondo di Cheddonna. Sopra tutti domina la figura di Nonna Nenna, la vecchia signora che se ne sta un po’ in disparte sul palcoscenico, osservando tutta la commedia con la saggezza di chi ha vissuto bene i suoi anni. Tutti abbiamo conosciuto una Cheddonna e tutte ci identifichiamo in tanti piccoli episodi, intralci problemi quesiti che costellano una vita che non sfiora mai l’intensità o il dramma, perché semmai ha la lievità delle commedie del Goldoni o degli sketch del birignao di Franca Valeri, signorina milanese snob d’altri tempi.
Chiara Pesenti, “Il mondo di Cheddonna”, 2015, Edizioni Arpeggio LiberoIl mondo di Cheddonna è un mondo che conosciamo e proprio per questo ci fa ridere, farne parte o scappare è la nostra scelta: l’autrice, con un occhio fino sulla realtà,  si diverte a osservare e descrivere il fenomeno, a graffiare con zampe di gatto, apparentemente morbide, ma con unghie affilate, fissando sulla carta il positivo, il negativo e il ridicolo di una società conosciuta. Chiara Pesenti è al suo libro d’esordio, ma la sua scrittura scorre veloce, senza inutili arzigogoli, facile e piacevolissima, con abilità consumata.
Consiglio
Per chi ha voglia di divertirsi, prendendo in giro la nostra assurda società; da leggere d’un fiato oppure in pillole giornaliere, una pagina al mattino, per mettersi di buonumore all’inizio della giornata.

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