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Chiavi biometriche: il futuro dell’identità personale?

Da Mistercredit

 Chiavi biometriche: il futuro dell’identità personale?

A Disney World i visitatori vengono riconosciuti attraverso le impronte digitali, così le persone possono entrare e uscire senza il pensiero di avere con sé biglietti o documenti. E senza rischi di falsificazioni. Ciò che siamo abituati a vedere in certi fanta-thriller sta entrando pian piano a far parte delle nostre vite. Allora vediamo cosa ci riserva il futuro del riconoscimento dell’identità personale.

Coso sono le chiavi biometriche? E come funzionano?
Una chiave biometrica è un insieme di informazioni che rappresenta le caratteristiche fisiche univoche di una persona. In pratica si tratta di prendere le impronte dei polpastrelli, della voce, del viso oppure dell’iride e digitalizzarle, ovvero registrarle con strumenti e software avanzati per identificare i tratti irriproducibili. Nonostante quello che si vede nei film, la tecnologia ha fatto importanti sviluppi. Ad esempio gli strumenti che scansionano il viso o le impronte di dita/mani rilevano anche l’emissione del calore (che cambia da persona a persona) e il tracciato delle vene. Quindi dimenticate quelle scene macabre da telefilm di mani tagliate dai legittimi proprietari. Non solo: i sistemi di riconoscimento vocale si basano sul timbro, ma anche sulla particolare modulazione della voce tipica di ogni soggetto.

Diremo finalmente addio alle vecchie password?
Questa è la strada.

E i cyber criminali? Saremo esposti ancora a furti di identità e frodi informatiche?
È presto per dirlo. Bisogna capire che l’informazione relativa, ad esempio, all’impronta dell’iride non è un’immagine, ma una rappresentazione matematica dei dati che l’algoritmo biometrico estrae dallo scanner e traduce in un file binario, una serie di zero e di uno. In seguito l’algoritmo intelligente che effettua il riconoscimento si serve di quel file e della scansione fatta sul momento per identificare il soggetto. L’algoritmo diventa così lo strumento che effettua il riconoscimento, mentre il file che contiene i dati di per sé non serve a nulla. Naturalmente i dati biometrici devono essere sempre criptati. Lo standard più sicuro, al momento è l’Advanced Encryption Standard , che è diventato il modello per il governo americano ed è utilizzato in tutto il mondo.

Quando vedremo queste tecnologie in azione?
Per il momento gli istituti finanziari e le aziende che operano sul web stanno introducendo l’uso di generatori di codici (token) che vengono consegnati a noi e che ci permettono di essere riconosciuti ad ogni accesso. Le chiavi biometriche sono ancora a uno stadio sperimentale e per riconoscere un utente c’è bisogno di scanner precisi, quindi costosi. In ogni caso stiamo già assistendo alla diffusione delle chiavi biometriche. Qualcuno di voi avrà notato che già da un po’ si vendono dei laptop dotati di Fingerprint Reader, ovvero un lettore di impronte digitali da usare per avviare il proprio computer.

Pensate che le tecnologie biometriche possano costituire una violazione della privacy? Il Walt Disney World ha ricevuto diverse critiche per questo metodo invasivo di accesso al parco di divertimenti, e l’idea di archivi pubblici o privati che conservino i nostri tratti somatici non piace proprio a tutti. Diteci nei commenti qui di seguito cosa pensate di un futuro fatto di scanner biometrici.

Photo: Minority Report, 2002, USA, Steven Spielberg.



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