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China. Portrait of a Country – James Kynge, Karen Smith, Liu Heung Shing

Creato il 29 maggio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

29 maggio 2015 Lascia un commento

China. Portrait of a Country
Difficile pensare a qualcosa di piu’ alieno della Cina.
Non e’ questione di lingua, razza o cultura, del resto ne esistono molte altre altrettanto diverse ma per penetrare dentro una nazione e il suo popolo c’e’ bisogno di cavalcare le onde dei millenni, conoscere a fondo la sua storia, scavare nella psicologia di uomini e donne che hanno dominato la Terra prima ancora che l’Occidente si definisse tale.
E’ indubbio comunque che l’ultimo secolo sia stato per la Cina rivoluzionario, in ogni senso e la Storia impieghera’ non poco per dare risposte e definizioni che per forza di cose avranno al loro centro la figura di Mao Tse-tung.
Questo grande libro, grande in ogni senso coi suoi 25 x 34 cm, cerca la sua strada attraverso le fotografie scattate in oltre mezzo secolo e nel testo che riassume i decenni, poche pagine ma dotate di una straordinaria ed efficace capacita’ di sintesi di cio’ che avvenne.
E’ interessante notare come fino ai primi anni ’80 non esistesse in Cina la fotografia artistica, laddove la bellezza emerge dal fascino dei soggetti e delle situazioni dove nulla s’inventa per ragioni ideologiche certo ma anche perche’ in fondo bastano le menzogne del regime maoista ad inventare un mondo nuovo, mentre la propaganda irrora di colori le macerie di un popolo. La fine di  Mao sopraggiunta con la sua morte e col sigillo del processo alla banda dei quattro, esplode nelle immagini creando una frattura col passato cosi’ grande da domandarsi quante e quali forze fossero imbrigliate nel cuore della persone. Spariscono i sorrisi, tragica esteriorizzazione di un orrore senza fine che oggi nessuno meglio di Yue Minjun sa ricordare e compaiono persone felici o almeno abbastanza libere da non dover esserlo quando anche indossare un paio di pattini e’ gioia ribelle.
Poi arrivo’ Tienanmen ma questa fu un’altra cosa che in Occidente in pochi hanno capito, in Cina tutti quanti.

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