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Chinotto

Creato il 30 novembre 2012 da Giardinaggio @Giardinaggionet

Caratteristiche


chinottoNella famiglia delle Rutacee ed inoltre appartenente al genere citrus ed alla specie myrtifolia troviamo il Chinotto. Un albero di piccole dimensioni che cresce lentamente ed arriva fino ad un’altezza di tre metri, caratterizzato da rami molto vicini tra loro e senza alcuna spina, radici fittonanti che tendono ad espandersi in profondità, foglie color verde scuro di ridotte dimensioni, coriacee, piuttosto appuntite e sempreverdi che assomigliano a quelle del mirto e del salice. Per quanto riguarda i fiori si radunano alle estremità dei rami o da soli in prossimità della foglia, anch’essi di piccole dimensioni e di color bianco. Visivamente la pianta ha un aspetto gradevole e per questo motivo viene frequentemente usata come pianta ornamentale con una coltivazione in vaso. Gli esperidi, piccole bacche, sono i frutti radunati in grappoli che questa pianta produce, la dimensione assomiglia a quella dell’albicocca, della forma di una sfera ma piuttosto schiacciate agli estremi con una buccia liscia di un intenso color arancio, raggiunta la maturazione, molto sottile e dalla gradevole profumazione. Il frutto internamente possiede una polpa composta da una decina di spicchi, apirene o con pochissimi semi, caratterizzati da un succo acido ed amaro. Prima del raggiungimento della giusta maturazione può passare diverso tempo anche fino a due anni.

Clima e terreno


chinotto 2 In via preferenziale un clima caldo e subtropicale favorisce la maturazione del chinotto che invece si mostra poco tollerante ai rigidi inverni e ad elevate escursioni termiche. Per un buon sviluppo vegetativo e di riproduzione la migliore temperatura varia dai ventidue ai trentadue gradi. La pianta può anche morire sotto gli zero gradi. Inoltre il chinotto necessita, nelle zone caratterizzate da forti venti, di un riparo come barriere frangivento e preferibilmente, potendole evitare, di zone ben soleggiate. Per quanto riguarda la coltivazione si preferiscono terreni fertili , sciolti, di medio impasto, con buone profondità, sufficientemente drenati e ricchi di sostanza organica al contrario, sensibile all’asfissia radicale, il chinotto non ama terreni eccessivamente compatti ed argillosi.

Viene coltivato principalmente in Italia, in modo particolare nella riviera ligure e nelle colline litoranee nella zona di Savona oltre che in Calabria, Sicilia, Toscana e costa azzurra francese ma è originario della zona meridionale della Cina.

Tecniche di coltivazione


Prima di un’accurata lavorazione del terreno abbiamo una concimazione di base caratterizzata da letame maturo nel periodo invernale. Il globo a chioma piena, che rende più facile la potatura e la raccolta, è il tipo di allevamento utilizzato, basato su un inserimento delle branche sul fusto a quaranta cinquanta centimetri da terra.

Esso inoltre protegge il chinotto da possibili erbe infestanti con un buon ombreggiamento e grazie alle poche operazioni di potatura durante l’allevamento, effettuate nel periodo primaverile, accelera le tempistiche di produzione mediamente al quarto/quinto anno dalla messa a dimora. La potatura consiste in un’attenta eliminazione dei rametti affastellati per permettere un buon distanziamento che permette così l’arieggiamento dei rami secchi, della chioma e dei succhioni. Nel periodo estivo a causa delle poche precipitazioni è necessaria l’irrigazione.

L’arancio amaro e il trifogliato sono i portainnesti maggiormente utilizzati per questa pianta caratterizzata da una propagazione per innesto. L’arancio amaro si adegua a terreni argillosi e limosi ma sufficientemente drenati e calcarei contrariamente non ama i terreni particolarmente compatti. Il secondo predilige i terreni compatti ed umidi temendo invece quelli calcarei, ha una buona resistenza ai parassiti ed al freddo.

Raccolta e parassiti


La raccolta dei frutti avviene in maniera scalare partendo dalla metà di settembre arrivando a dicembre con la raccolta di un terzo di frutti ancora acerbi e due terzi di frutti maturi.

In un periodo di media produttività una pianta arriva ai quattrocento/cinquecento frutti caratterizzati da maturazione e dimensioni differenti. In ambito commerciale troviamo una classificazione dei frutti in base alle dimensioni quelli piccoli che pesano meno di nove grammi, i medi dai nove ai diciassette grammi e i frutti regolari che vanno dai diciotto grammi in poi. L’uso più frequente di questi frutti è la realizzazione della nota bevanda chinotto ma vengono usati anche per mostarde, marmellate, canditi e liquori.

Gli attacchi di parassiti avvengono con frequenza sulla pianta del Chinotto.

Il mal secco, fungo che causa la chiusura dei vasi non permettendo il trasporto della linfa, è uno dei principali parassiti che si consiglia di prevenire con adeguate protezioni sulla pianta in caso di maltempo come la grandine, eseguendo trattamenti specifici a base di rase e con un attenta eliminazione di rami infetti. Per quanto riguarda i parassiti animali troviamo l’acaro ragnetto rosso, la tignola della zagaa e le cocciniglie che si possono eliminare, sempre prestando attenzione agli insetti utili, attraverso l’utilizzo di trattamenti di natura chimica.


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