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Chirurgia cosmetica: facce da manga...ma per davvero!

Creato il 02 gennaio 2013 da Pulfabio

Chirurgia cosmetica: facce da manga...ma per davvero!

Lamù, un tempo soltanto personaggio dei cartoni, ora potreste anche incontrarla in una metropoli asiatica

Recentemente, parlando con una mia amica malesiana che vive a Singapore, ho scoperto che tra le ragazze asiatiche si sta facendo strada una moda agghiacciante. Agghiacciante per me ovviamente: per loro sembra invece essere un'idea fantastica. 
 Sto parlando di chirurgia plastica. Beh, sai che moda, direte voi, sono cose che si fanno da decenni. Certo, ma qui non si sta parlando di rassodare le tette, spingere in su le chiappe, gonfiarsi le labbra o rimuovere delle rughe. Tanto meno di cambiare sesso. Queste pratiche già mi rendono perplesso, ma ho scoperto c'è persino di peggio. I modelli che queste donne vogliono imitare sono personaggi dei cartoni animati giapponesi. Vi ricordate Candy Candy, Lady Oscar o Lamù? Scusate gli esempi datati ma per motivi generazionali non ne conosco di più recenti. Insomma, l'ideale di donna occidentale così come la immaginavano i giapponesi negli anni '70 o '80, con gli occhioni ovali e iridi color lago-azzurro, il naso a taglierino, la bocca a forma di cuore e il mento modellato a plettro. Guardate qui, qui, qui e qui. E queste tre addirittura si sono fatte rifare tutte uguali...ora hanno la stessa faccia! Insomma, avete capito cosa intendo. Non si tratta cioè di apparire più giovani o sexy tramite rimozione delle rughe o upgrade delle labbra alla versione-pornostar - debolezze in parte comprensibili - bensì di assomigliare a un personaggio che non esiste, inventato da un disegnatore di manga!
Mi ero già imbattuto in una situazione simile in Cina, quando conobbi alcune ragazze che si erano fatte operare alle palpebre per ottenere l'effetto occhio europeo (la palpebra superiore degli orientali - cinesi, giapponesi, coreani e la maggior parte dei sud est asiatici per interderci - scende giù dritta come una tenda dal sopracciglio alle ciglia, senza la piega attorno all bulbo oculare che abbiamo noi occidentali). Avevo incontrato spesso donne che portavano sul viso il risultato finale dell'intervento ma fui totalmente scioccato quando una ragazza con cui facevo scambio linguistico, e che avevo sempre visto al naturale, mi si presentò con due cerottoni sotto le sopracciglia. Quando le chiesi cos'era successo non rispose alla mia domanda ma in fondo già lo sapevo: si era sottoposta all'intervento palpebra-caucasica. Non fui più in grado di guardarla senza notarlo e perdermi in pensieri turbati, dimenticandomi di ascoltare cosa mi stava dicendo. Fu un dramma della comunicazione: lei parlava solo cinese, con un marcato accento yunnanese, e io normalmente facevo già molta fatica a capirla, figuriamoci senza ascoltarla. 
La mia amica malesiana mi aveva confidato qualche settimana fa che stava pensando di sottoporsi al trattamento-manga. Non si fida però delle cliniche nel suo paese. Sembra che le più prestigiose si trovino in Corea del Sud. Purtroppo sono anche le più care, per cui aveva dei dubbi legati al costo (notate bene, al costo, non al futuro della sua faccia!). Non appena arrivato in Malesia le ho scritto due righe per sapere se si trovava a Kuala Lumpur. Mi ha risposto che era a Seul per qualche giorno. Ho temuto il peggio e infatti col messaggio successivo mi ha confermato che ci era andata esclusivamente per sottoporsi ad un intervento di chirurgia cosmetica. La chiamano proprio così, chirurgia cosmetica, come se prima di uscire per cena al posto del rossetto, del pennello col fondotinta o del mascara una si potesse dare un tocco di bisturi o siringa. 
La mia amica la ricordo carina e graziosa, sempre acqua e sapone, un modo tutto suo, molto delicato, di essere sensuale. Quando le ho chiesto come sta mi ha risposto che non va molto bene: il viso si è gonfiato e le fa male. Neanche avesse avuto un incidente, penare per ragioni di cosmesi: che tristezza. Credo sia normale e che guarirà in fretta. Ovviamente glielo auguro, ma a me comunque rimarrà un cruccio: non riesco proprio a immaginarmela in versione cartonizzata. Forse sarà più bella, forse no, di sicuro non sarà la stessa che piaceva a me.

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