Magazine Diario personale

christmas is coming- il racconto dell’otto dicembre.

Da Leucosia

.§la congiura delle fate§.

Allo scoccare della mezzanotte si riunirono tutte sotto la statua di Peter Pan nei Giardini di Kensington. erano venute da ogni parte del globo, abbandonando per una notte le loro foreste incantate riparo di cerbiatti e cinciallegre e i leggiadri campi di brughiera disseminati di erica, tutte accomunate da un solo desiderio: aiutare un’amica. Era stata Campanellino a lanciare l’allarme, inviando un messaggio alato ai quattro angoli del mondo, raggiungendo anche la più pigra delle sue consorelle e convincendola ad unirsi a tutte le altre. Ora, sotto lo sguardo spavaldo di Peter Pan le eteree e magiche creature in un fremito continuo di ali di madreperla e piccole e delicate calzature da ballo, attendevano. “Carissime sorelle” prese a dire la fata più anziana di tutte , quella che aveva fatto da madrina a una bambina un tempo loro protetta e che nella leggenda per gli esseri umani fu poi chiamata Cenerentola “se siamo state chiamate a raccolta, nel bel mezzo di questo gelido inverno e per giunta in prossimità di una delle festività più importanti del calendario è perchè tutto il mondo magico è in apprensione per una fata!” infinite paia di occhi dai più disparati colori e simili a pietre preziose, si posarono sul volto della fata madrina, formulando una muta domanda. chi mai poteva essere la fata bisognosa di aiuto? e soprattutto perchè ricorrere in suo soccorso? non bastavano le sue arti magiche? “perchè si tratta di una faccenda in cui la magia può fare ben poco. perchè qui è in gioco i sentimenti che una fata ha nei confronti di un essere umano. e non si tratta di una fata qualsiasi, ma della Fata Turchina!” a questa rivelazione l’assemblea delle creature fatate cominciò ad agitarsi in un frullare d’ali e di schiocchi di bacchette, ma uno sguardo della Fata Anziana contribuì a far ritornare la calma. “Certo all’amor non si comanda” proseguì ancora “ma da quando ha per la testa questo giovane non è più lei. proprio lei, una volta così giudiziosa e assennata, ora ha occhi soltanto per lui. e Pinocchio il suo pupillo, ne fa le spese. Ormai la sua favola è tutta da riscrivere, dal momento che il poveretto è costantemente in balia di Mangiafuoco o del Gatto e la Volpe.” Una favola stravolta è un grosso guaio da gestire per il popolo delle piccole creature. anche perchè non si poteva intervenire con un semplice incantesimo contro qualcosa che non poteva essere manipolato mediante la magia.”ciò nonostante una soluzione va trovata e un rimedio escogitato. in qualsiasi modo a nostra disposizione dobbiamo rimettere nel loro ordine ogni singolo tassello della fiaba. altrimenti saranno dolori!” e mentre le fatine si chiedevano quando poter intervenire e in che modo, improvvisamente apparve la Fata Turchina. Leggiadra e bellissima come sempre, ma con una luce particolare negli occhi. “So che mi avete cercato, e che avete a cuore la mia persona” esordì facendo agitare nervosamente la sua bacchetta “e tutto questo non può che farmi un immenso piacere!ma non c’ in alcun modo da preoccuparsi! io sto bene, anzi sto una meraviglia e dalla vita non posso chiedere di meglio…” e sparì improvvisamente in un tripudio di scintille, così come era arrivata. ”Ecco perchè dobbiamo intervenire! e non sarà affatto facile ma bisogna convincerla a ritornare sui suoi passi. con ogni mezzo a nostra disposizione”. le fate si misero all’opera quella notte stessa: chi rimava incantesimi, chi preparava filtri, chi invece si affidava alla musica…una delle fate invece si affidò alla parola scritta. prese una piuma di un cardellino intinto nella resina di quercia e poi srotolò un pezzetto di corteccia di betulla,   e iniziò a scrivere per la sua amica fata. Scrisse e scrisse, con il cuore in mano riprendendo in mano il filo dei ricordi di una vita. scrisse descrivendo le loro danze notturne durante il plenilunio in cerchi fatati, le albe cariche di perle di rugiada che amavano assaporare insieme, scrisse soprattutto ricordandole i preziosi momenti in cui era stata felice di potersi prendere cura del suo burattino di legno, e di avergli fatto da quasi mamma. alle prime luci dell’alba, le fate, coscienti di aver fatto tutto quello che era in loro potere per il bene della Fata Turchina, lasciarono Kensingon con i cuori gonfi di speranza. La notte successiva la Fata Anziana andò di persona a far visita alla fatina che aveva scritto alla Fata Turchina “Non so cosa tu abbia mai scritto in quella lettera, ma hai avuto la capacità di farla ritornare sulle sue scelte. Ti faccio i miei complimenti e ti ringrazio perchè hai salvato non solo una fata e la sua favola, ma così facendo hai salvato tutte noi e forse anche tutto il genere umano.” la piccola fatina con il pallino della scrittura, ascoltava con le lacrime agli occhi la lieta novella della Fata Anziana, ancor più consapevole del fatto che un amore qualunque passa ma una vera amicizia è per sempre.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog