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Ci pensa l’Europa

Creato il 01 giugno 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

Ci pensa lEuropaDa quando sono entrate in vigore le leggi precarizzanti (pacchetto Treu e legge Biagi), lo stage è il simbolo dello sfruttamento. In teoria, la sua funzione è quella di prendere un giovane di belle speranze, appena uscito da scuola/università, e di insegnargli il mestiere con la pratica. Uno strumento utile, se ben usato. Nella realtà, invece, è diventato un sistema molto conveniente per avere manodopera a basso costo, se non addirittura gratis.

Il problema è fin troppo conosciuto, ma fino ad oggi nessuno lo ha mai affrontato seriamente. Fino ad oggi, perchè sembra che l'Unione Europea abbia voglia di mettersi d'impegno. Attenzione, però: non facciano troppi salti di gioia, quelli che vivono in questo stato di sfruttamento. Per ora, il Parlamento Europeo, infatti, ha emanato solo una risoluzione (cioè un parere non vincolante) su iniziativa di un'eurodeputata francese, Pervenche Berès, che propone l'introduzione di una Carta europea della qualità dei tirocini. Si tratta, in pratica, di una serie di norme che mettono dei paletti all'abuso di stage e tirocini, introducendo delle garanzie: un rimborso minimo obbligatorio, una maggior attenzione alla fase formativa professionale, limiti al ricambio di stagisti e tirocinanti nelle aziende. Iniziativa lodevole, ma ancora ferma alla forma di progetto: passeranno mesi, se non anni, prima che diventi realtà. Eppure se ne sente un gran bisogno, soprattutto in Italia.

Secondo una recente ricerca di Isfol e Repubblica degli Stagisti, infatti, il nostro Paese è il bengodi dello sfruttamento dello stagista: 33 giovani su 100 hanno svolto almeno 2 stage e 2 giovani su 100 addirittura 5. Le cifre, per quanto riguarda i rimborsi, sono addirittura peggio: il 52,4% degli stage sono completamente gratuiti, il 14% garantiscono rimborsi fino a 250 euro mensili, il 17% fino a 500 euro al mese. Cifre che parlano fin troppo chiaro: le aziende e gli enti statali sfruttano impunemente (nessuna legge italiana lo vieta) manodopera giovane a costi ridotti o inesistenti. Vista la mole del fenomeno (ogni anno ci sono circa 500 mila stagisti nel nostro Paese), ci si aspetterebbe di trovare, nella riforma Fornero, qualche riga per mettere la parola fine a questo stato di cose. Invece niente, solo la promessa di affrontare il problema, una volta che la riforma sarà approvata dal Parlamento, con l'introduzione del rimborso spese minimo e di sanzioni contro gli abusi. Campa cavallo

Queste promesse lasciano il tempo che trovano: servono impegni concreti ed immediati, sia da parte del Parlamento Europeo che del Governo italiano, nei confronti di un problema molto serio e troppo spesso ignorato. Le proposte ci sono (maggiori controlli, rimborsi obbligatori, limiti all'utilizzo di contratti di questo tipo), la necessità pure, ora serve solo la volontà da parte del legislatore, italiano o europeo che sia.


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