Magazine Società

Ci siamo cascati! La revolution factory ed i movimenti colorati fanno parte del piano globale del NWO. Ed ora tocca alla Libia. E Poi?

Creato il 25 febbraio 2011 da Nonvotarechitiavvelena
Ci siamo cascati! La revolution factory ed i movimenti colorati fanno parte del piano globale del NWO. Ed ora tocca alla Libia. E Poi?
Guardando a ciò che è accaduto in Tunisia, Egitto, ed ora in Libia, è cresciuta   una consistente e veloce realizzazione che tutto questo faccia parte un disegno già previsto. Ci sono evidenze che confermano quanto sia un palcoscenico già allestito,  attraverso comuni regie che procedono verso la realizzazione di un nuovo ordine mondiale.Questa "nuova" coscienza collettiva dilagante nel mondo, è stata completamente creata, ed ha, per pura inerzia, potere su chiunque non sia totalmente sveglio e cosciente.  Ciò dimostra la piena patologia di una società controllata, manipolata da una programmazione neurolinguistica mediatica, che va a lambire le percezioni, la cosidetta consapevolezza  e autodeterminazione della realtà, riguardo la dimensione vera degli accadimenti, del loro significato.
In tutto questo offrono un contributo anche i cosidetti siti "d'informazione alternativa", che hanno definito gli eventi egiziani come l'inizio di una reazione a catena che porterà a nuovi venti di "democrazia", speranza per altre nazioni oppresse. Un vero e proprio abbaglio. Un clamoroso  esempio è quello di Prison Planet il quale ha riferito di come le parole di Zbigniew Brzezinski, riguardo il Globa Awakeining, ovvero il risveglio globale, siano state confermate dai venti rivoluzionari nel nord africa. Ingenui? Ci sembra improbabile per dei "ricercatori" del complottismo di quel tipo. Ad ogni modo hanno anch'essi contribuito a creare un "target", e siamo ancor più propensi a considerare queste come dimostrazioni atte a canalizzare quella parte di lettori che seguono la cosidetta controinformazione.
Se il mondo intero ha ceduto all' inganno del 9/11, e sul recente Wikileaks, probabilmente una sorta di "preparazione" a quello che oggi sta accadendo, tutto è possibile. Dopo il 2001 i media hanno largamente contribuito a produrre il "prodotto democrazia".
Ora invece si parla di come si producono le rivoluzioni, la "revolution factory" sullo sfondo e nel calderone virtuale dei social networking. 
Anche in Italia siamo stati benedetti da una "presa di coscienza" in seguito al caso Ruby. Come ha esternato Corrado Penna su di un articolo del blog Scienzamarcia, è davvero paradossale che in Italia si possa scendere in piazza per una tale scemenza, sulla quale è stato costruito debitamente un "caso morale". Non lo si fa invece sui reati di mafia di un Berlusconi o di Andreotti. Nemmeno si comprende (è ovviamente ironico), come intorno al caso di una   velina consenziente, ad intrattenersi con il nostro presidente del consiglio,  si sia creato un tale scalpore, mentre le orribili abitudini pedofile del primo Ministro Inglese Gordon Brown e di Tony Blair, coinvolti in una rete di pedofili ad alto livello, non abbiano  provocato terremoti simili. Anche l'Italia, a quanto pare, ha il suo "movimento colorato".   Ci siamo cascati! La revolution factory ed i movimenti colorati fanno parte del piano globale del NWO. Ed ora tocca alla Libia. E Poi?Ritornando al medio oriente e agli avvenimenti recenti,  chi ha programmato la rivolta prima a Tunisi ed in seguito al Cairo? Come è stato ben illustrato da Tony Cartalucci di Land Destroyed, la risposta possiamo riassumerla così:

Il movimento 6 aprile d'Egitto, è iniziato nel 2008, come  gruppo Facebook, di "blogging", e di "Twitter", ed è stato messo in rete per conto dell' americana ICG International Crisis Group.Il Movimento 6 Aprile, dopo aver avuto l'appoggio da ElBaradei, lo ha ottenuto da Movements.org, partner del Dipartimento di stato Americano, di cui ElBaradei è un fiduciario al fianco di George Soros, Zbigniew Brzezinski, Richard Armitage, e Kenneth Aldelman.Il Movimento 6 Aprile è stato poi invitato ad un evento del 2008 a Washington, dove sono collegati in rete  molti dei gruppi che ora li sostengono. Come ha riferito Tim Ross del The Telegraph, questo è stata l'occasione di un incontro degli attivisti, che avrebbero rovesciato il governo egiziano, con i diplomatici statunitensi.Ci siamo cascati! La revolution factory ed i movimenti colorati fanno parte del piano globale del NWO. Ed ora tocca alla Libia. E Poi?Sempre nel 2008, l'Alleanza dei movimenti giovanili, Alliance of Youth Movements,  ha tenuto il suo incontro d'innaugurazione a New York City dove erano presenti le rappresentanze del Dipartimento di Stato, dei membri del Council on Foreign Relations, degli ex membri della Sicurezza Nazionale; c'erano anche consulenti del Dipartimento della Sicurezza e una miriade di rappresentanti di aziende americane, organizzazioni e  mass media, tra cui AT & T, Google, Facebook, NBC, ABC , CBS, CNN, MSNBC, ed MTV.Il co-fondatore di movements.org è Jared Cohen , membro del CFR, direttore di Google Ideas, ed un ex membro del personale di pianificazione del Dipartimento di Stato Americano sotto la guida di Condoleezza Rice e Hilary Clinton.Zbigniew Brzezinski è il padre di MSNBC Mika Brzezinski, che è di per sé è una "corporazione sponsor" di Movements.org.

Cominciate a comporre un quadro? Scrive ancora Tony Cartalucci:

"Il Fondatore di Movements.org, insieme a Cohen, è Jason Liebman di Howcast Media che lavora con mega-conglomerati aziendali, come Procter & Gamble, Kodak, Staples, Ford, e agenzie governative come il Dipartimento di Stato americano e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per creare "fenomeno diffuso, un marchio d' intrattenimento, un social media innovativo, e un target   "mediamente ricco". Egli è 'stato anche con Google per 4 anni, dove ha lavorato in collaborazione con Time Warner (CFR), News Corporation (FOXNews, CFR), Viacom, Warner Music, Sony Pictures, Reuters, il New York Times e il Washington Post Company.Anche Roman Sunder è  accreditato come co-fondatore di Movements.org. Ha fondato Access Media 360, una società di pubblicità di massa, ed ha anche organizzato il PTTOW! un Summit che ha riunito 35 alti dirigenti di aziende come AT & T (CFR), Quicksilver, Activison, Facebook, HP, YouTube, Pepsi (CFR), e il governo degli Stati Uniti, per discutere del futuro dell '"industria della gioventù". Egli è anche membro del consiglio del Next Generation, un'altra organizzazione non-profit focalizzata sul "la materia del cambiamento della prossima generazione".E 'difficile, considerando carattere di questi uomini, poter credere che il cambiamento che vogliono vedere è qualcosa di meglio di una generazione che beve ancor più Pepsi, che acquista ancor più spazzatura consumistica, e che abbia fede nel governo degli Stati Uniti, ogni volta che ci offre delle menzogne attraverso le loro strutture mediatiche.Mentre gli attivisti presenti al summit Movements.org aderiscono alla filosofia del liberalismo "di sinistra", dietro di loro si combinano dei personaggi molto in vetta, i quali finanziano e spronando l'agenda di questi attivisti, e queste sono le mega aziende americane. Queste sono le più grandi imprese che hanno violato i diritti umani in tutto il mondo, che hanno distrutto l'ambiente, che hanno venduto come scadenti, prodotti lavorati all'estero da parte di lavoratori che vivono in condizioni di schiavitù [..] si capisce che la loro nefasta, agenda  poteva essere realizzata solo con il pretesto di autentica preoccupazione per l'umanità, sepolti sotto montagne di retorica benessere, e aiutati da un esercito di sfruttati, di giovani ingenui.

Ci siamo cascati! La revolution factory ed i movimenti colorati fanno parte del piano globale del NWO. Ed ora tocca alla Libia. E Poi?

Su Movements.org non compare alcun documento o riscontro sul 9/11

Ciò che vediamo non è una piattaforma su cui tutti gli attivisti potrebbero lavorare, ma una fondazione che ha un gruppo molto selettivo di attivisti impegnati su "problemi  a macchie" che il Dipartimento di Stato vorrebbe vedere "cambiati". Sudan, Iran, Arabia Saudita, Egitto , Europa orientale, Venezuela, e perfino in Thailandia - ogni dove ci sono manifestanti e movimenti che stanno lavorando per indebolire i governi non-favorevoli all' Agenda delle corporazioni Americane, troverete Movements.org che sostiene i loro sforzi.Il 6 aprile Movimento d'Egitto è uno di loro [..] E la 'rivoluzione colorata 2.0, gestita direttamente dal Dipartimento di Stato americano, con il sostegno delle imprese americane.[...]Ora per l'Egitto verrebbe il peggio. Ci riferisce ancora Tony Cartalucci, in un altro articolo:[..]Il fatto che George Soros, come membro fiduciario di ICG attorno alla protesta del leader Mohamed ElBaradei, stia finanziando le organizzazioni che hanno presentato i progetti per la nuova costituzione dell' Egitto, aggiunge la beffa al danno a proposito della creazione delle sovranità nazionali di Egitto.Si scopre che la nuova Costituzione egiziana è già stata elaborata, non dal popolo egiziano, ma da molti dei manifestanti appoggiati dagli Stati Uniti, che hanno portato, in primo luogo, ad un cambio di regime. Un rapporto dei Reuters ha citato un giudice dell'opposizione, che si era nascosto in Kuwait fino cacciata di Mubarak, e come è stato detto, i gruppi collettivi di civili, avevano già prodotto varie bozze e una nuova costituzione che potrebbe essere pronta in un mese.Questi gruppi di "collettivi civili" comprendono The Arabic Network for Human Rights Information apertamente finanziata dall' Open Society Institute di George Soros e dall' Neo-Con foderato NED, a sua volta finanziata da The Egyptian Organization for Human Rights  . Sembra che, mentre l' International Crisis Group (ICG) stia preparando una  strategia, e il loro fiduciario ElBaradei che porta le folle nelle strade, sia il finanziamento della grande gamma di organizzazioni non governative e la loro adesione, tra cui Soros,  che  stanno lavorando all'elaborazione e all'attuazione dei dettagli sul terreno.[...]"
Ci siamo cascati! La revolution factory ed i movimenti colorati fanno parte del piano globale del NWO. Ed ora tocca alla Libia. E Poi?
In questo momento invece, stanno giungendo notizie e notizie su orribili massacri in Libia. Riportiamo le considerazioni di un articolo di Marcello Foa, giornalistaNon siamo di fronte a rivolte spontanee, ma indotte che mirano a replicare nel nord Africa quanto avvenuto alla fine degli anni Ottanta nell’ex Unione Sovietica. [..] La Tunisia è il più piccolo dei Paesi della regione ed è servito da detonatore per la altre volte. A ruota è caduto il regime di Mubarak, la Libia è in subbuglio, domani forse Teheran e, magari sull’onda, Algeria, Marocco, Siria. Che cos’avevano in comune i regimi tunisini, egiziano e libico? Il fatto di essere retti da leader autoritari, ormai vecchi, screditati, che pensavano di passare il potere a figli o fedelissimi inetti.[..] Non è un mistero: le rivolte sono state ampiamente incoraggiate – e per molti versi preparate – dal governo americano. Da qualche tempo Washington riteneva inevitabile l’esplosione del malcontento popolare e temendo che a guidare la rivolta potessero essere estremisti islamici o gruppi oltranzisti, ha proceduto a quella che appare come un’esplosione controllata, perlomeno in Egitto e in Tunisia. [..] Washington ha vinto due volte: si è assicurata per molti anni a venire la fedeltà di questi due Paesi e ha messo a segno una straordinaria operazione di immagine, dimostrando al mondo intero che l’America è dalla parte del popolo e della democrazia anche in regimi fino a ieri amici.[..]

Foa continua dicendo che si sà, la Libia è un crocevia importante per l'Italia, sopratutto perchè passa il metanodotto che arriva sin in Sicilia, per cui sembrerebbe un attacco all' Eni ed alla politica commerciale italiana. 
Ritornando al ruolo dei media e al loro lavoro/costruzione strumentale della realtà inviata sia al tam tam nel web che nelle case di tutti noi. Fino ad oggi sugli organi d'informazione, si è letto che in Libia si contavano fino a 10 mila morti e che ci fosse la creazione di fosse comuni. 
Ma voci alternative e testimonianze ridimensionano la portata degli eventi. Dal Quotidiano.net:
"[..]Per Al Arabiya, che cita il membro libico della Corte Penale Internazionale Sayed al Shanuka, il totale delle vittime avrebbe superato i 10.000 morti. La Federazione internazionale dei diritti dell’uomo (Fidh), parla invece di almeno 640 vittime.[..]

La parola fossa comune fa rabbrividire, e sarebbe stata attribuita alla Libia in  seguito alla diffusione  di un famigerato video apparso in  telegiornali insieme ai "numeri" delle vittime:
Ma come prontamente è stato segnalato da Debora Billi sul blog Petrolio si tratta di una bufala:
"Come si sospettava, non si tratta di una distesa di fosse comuni ma di un cimitero già esistente a Tripoli. Si chiama Sidi Hamed Cemetery*, e si trova vicino al mare (qui la verifica col satellite Google Maps). Nel video, si vedono aggiungere due file per le vittime di questi ultimi giorni; ma tutte le tombe che si vedono intorno sono tombe che esistevano già. Insomma, niente fosse comuni d'emergenza. Ricordatevelo stasera, quando le vedrete al telegiornale."

Un ulteriore conferma dal sito Blogghete di Gianluca Freda:
[..]Le immagini provengono dal sito OneDayOnEarth.org, aperto nell’ottobre 2010 da due studenti di Los Angeles di nome Kyle Ruddick e Brandon Litman. E' una sorta di “social network” delle immagini video, finanziato da una sessantina di ONG, nonché dal Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite. Una provenienza a dir poco sospetta, come sospetto è il tempismo con cui il sito è stato messo online poco prima dell’inizio delle rivolte nordafricane.

Inoltre, i giornali e la TV hanno accettato a scatola chiusa che si trattasse di immagini girate nei giorni scorsi, senza citare la minima prova a sostegno.
In mancanza di fonti e di notizie attendibili, è perfino lecito sospettare che non si tratti affatto di immagini riprese di recente, bensì della documentazione di una delle numerose “sepolture collettive” dei migranti africani le cui imbarcazioni si capovolgono di frequente in prossimità delle coste libiche e i cui corpi vengono poi sospinti sulla spiaggia dalla marea. In particolare, proprio il cimitero di Sidi Hamed ha dovuto spesso occuparsi di questi incresciosi compiti, vista la frequenza di tali incidenti. Il fatto che nel filmato l’atmosfera appaia rilassata, che non si vedano manifestanti furenti o esagitati, né donne, né parenti piangenti o urlanti, fa pensare che si tratti appunto dei lavori di sepoltura di queste vittime sconosciute.[..]

A quanto pare nessuno, degli organi ufficiali e di stato, ne i giornali, nè altri personaggi hanno provato a verificare o a discuterne le fonti. 
Da una news letter di Avaaz: Il popolo della Libia sono stati assassinati per chiedere la libertà, sanità, istruzione e un salario dignitoso - bisogni di base che noi tutti condividiamo. Oggi, come comunità globale, facciamo alzare la voce da ogni angolo del mondo, a condannare i massacri scioccante, e agire insieme per porre fine allo spargimento di sangue e di sostenere la giusta chiamata dei libici per cambiamento.Così il proseguimento della propaganda ad effetto domino, istigatrice delle comunità virtuali. E i movimenti colorati di Movements, Avaaz, Free citizens of the world,  Anonymouse (sempre facente parte del Regno-Soros) e ovviamente Facebook,  continuano ad arruolare membri delle rivoluzioni teleguidate.Si ringrazia Nienteecomesembra per le preziose segnalazioni degli articoli.Traduzioni a cura di Nonvotarechitiavvelena.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :