Magazine Diario personale

Ci sono giorni in cui è bene non metter le zampe fuori dal letto

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer
Non so voi ma...
<<E che palle, non puoi sempre iniziare tutti i post con "non so voi"! Cioè, ormai loro lo sanno che tu non sai niente, però non puoi essere così ripetitiva!>>
Cos'è, stamane hai mangiato pane,burro e pignoleria?
<<La mia non è pignoleria!......Inoltre non ho fatto colazione e tu sai che se non mangio divento irascibile.>>
Abbè, come tutti.<<No, c'è chi la mattina non fa mai colazione, per esempio. Lo vedi che non sai nulla?>>
Senti, posso andare avanti o hai intenzione di prendertela con me tutto il giorno?
<<Parla, parla...>>
Grazie.

Dicevo; non so è ben probabile che anche voi, dopo una settimana piena di impegni e oneri, diade di matto. Nervosismo, lentezza cognitiva, stipsi, apatia, irascibilità.....un bugiardino di controindicazioni mediche condite con carenza di sonno, acidità di stomaco e qualche altra bella diavoleria (brufoli compresi). Così, giunti alla quasi saturazione, può pure succedere che si vivano esperienze e si dicano scemenze che vanno ben oltre il normale, il paranormale,  la logica, o qualsiasi altra cosa vi passi in mente.

Insomma, vi potrebbe succedere quello che è successo a me un paio di giorni fa (più o meno).

INIZIO GIORNATA:

Dopo esser riuscita a prendere il treno per il rotto della cuffia del lettore MP3 e, dopo aver attraversato i binari con uno zaino pesantissimo sulla schiena, giunta in quella metropoli che è Catania son salita sul mio ormai amato 432, l'autobus della speranza.
<<Perchè autobus della speranza?>>
Perchè tu speri che arriva e parta sempre puntuale. E che ci sia posto.
Dunque, rimasta in piedi come sempre, suddetto mezzo pubblico ha pensato bene di salutarmi fermandosi a circa cinque metri dalla stazione di partenza e oltre venti fermate da quella d'arrivo.
Accensione, rantolio, spegnimento. Accensione, rantolio, spegnimento, accensione, rantolio, spegnimento.
Così per altri due metri fino a quando, esasperata, non ho gridato:
<<Non facciamo prima a scendere e spingere questo catorcio?!>>.
Nemmeno il tempo di dirlo che l'autobus, punto nell'orgoglio e nella centralina, ha ripreso potenza mentre gli altri m'han guardata con facce pregne di simbolismi e significato: gli occhi socchiusi per il sonno e l'espressione da "ti credi spiritosa, cretina?".
Com'è e come non è però, il 432 ormai offeso stava riuscendo a portarci alla meta ripresentando la solita e tediosa normalità del suo dondolio, fino a quando qualcos'altro di inaspettato non s'è presentato sotto i nostri nasi. Cosa? Beh, di colpo, tra il panorama barocco della città di Catania e le vibrazioni dei sedili stimolanti la digestione, un forte odore di incenso ha invaso l'ambiente in cui ci trovavamo.
Io:<<Ma cos'è quest'odore di incenso??>>
X:<<Sarà da fuori...>>
Y:<<E' troppo forte!>>
Z:<<Emh, scusate ma son stato io. Li ho comprati ieri e data l'aria pesante qui dentro ho pensato bene di accenderlo.>>
EHHH?! Da quando in qua si accendono bastoncini di incenso in un autobus?! Non ci pensi a tutti quei poveretti (me) che non ne tollerano l'odore?
Così, grazie all'autobus moribondo e al simpatico bastoncino di incenso, per il resto del tragitto non ho fatto altro che fischiettare la marcia funebre di Mozart. Giusto per iniziare la giornata con gioia e gaudenzia.

ALL'UNIVERSITA':

<<Io, sono, sopravvissuta!>>
ho urlato uscita dal ventre del 432 con un mal di testa pauroso.
Collega:<<Non cantar vittoria.>>
<<Perchè?>>
C:<<Non lo sai? Dobbiamo rifare gli ultimi esperimenti.>>
<<Come gli ultimi? Al massimo l'ultimo!>>
C:<<No no, gli ultimi tre.>>
<<PERCHE' !?!?>>
C:<<C'han dato dei reattivi mal concentrati. Quindi l'ultimo esperimento è stato compromesso dai due precedenti. Ergo dobbiamo rifarli tutti.>>
Signori miei, sebbene alcuni di voi non sanno di cosa stia parlando mi pare giusto specificare quello che avrei dovuto rifare; DODICI TITOLAZIONI IN 4 ORE.
Ok, 12 diviso 4 fa 3 titolazioni l'ora e quindi la cosa non è poi così impossibile...ed effettivamente non lo è solo nel caso in cui tu sia l'unico in tutto il laboratorio e dunque l'unico ad usufruire dei reagenti messi a disposizione.
Ma quando si è in quaranta e più persone a dover attingere da UN SOLO bidone di acido....ecco, diciamo che quattro ore son troppo poche.
Aggiungiamo pure il fatto che gli esperimenti da rifare necessitano, in media, una precisione assoluta e si può capire bene o male lo stato di nervoso di tutti noi.

PRANZO:

Dopo quattro ore ininterrotte di riempi buretta, pesa lo ftalato acido, conta le gocce, solubilizza il borace ecc ecc il tutto rigorosamente IN PIEDI, necessitavo di tre cose: bere, mangiare, fare pipì.
Indi per cui poscia, giacchè non avrebbe avuto senso andare a riempirmi di cibo e liquidi senza aver precedentemente svuotato la vescica, son corsa verso il bagno più vicino.
Ora, miei cari lettori, mi par giusto descrivervi suddetto bagno prima di continuare nella narrazione.
Nella mia facoltà (ma credo sia così anche in tutte le altre) ogni bagno presenta un "antibagno" con i lavandini e tre o quattro porte interne dietro le quali si nascondono i sanitari.
Perciò, poichè si tratta di un bagno PUBBLICO e dato il fatto che siam tutte molto pudiche riguardo la nostra cellulite, nel caso in cui si debba fare la plin plin basta semplicemente chiudere una delle suddette porte interne per non farsi vedere da chi, magari, si sta rifacendo il trucco nell'antibagno la cui porta invece è SEMPRE aperta. Dunque, giunta difronte la porta dell'antibagno, son riuscita a fermarmi in tempo prima di tirarle contro una testata.
<<E mo' perchè questa porta è chiusa?>>
Con fare sicuro e vescica pronta ad esplodere, ho preso la maniglia e ho cercato di aprire la porta. Non s'è spostata di un millimetro.
<<Ma che caz...>>
Conscia del fatto che quella porta E' SEMPRE APERTA e se si trova chiusa al massimo è per inagibilità (la cui cosa viene specificata mediante un bel foglio A4 posto lì vicino), ho provato a bussare nella speranza che i folletti degli scovolini mi aprissero. E come per magia la porta è stata aperta.
Persona dentro:<<Che vuoi?>>
<<Veramente dovrei andare in bagno.>>
Pd:<<Non vedi che ci sono io che mi sto lavando le mani?!>>
<<Tu hai impedito a me e ad altre persone di poter usufruire di questo gabinetto perchè dovevi lavarti le mani?!>>
Pd:<<Embè? E' un bagno pubblico.>>
<<Proprio per questo non puoi permetterti di chiudere a chiave la porta dell'antibagno!>>
Pd:<<A me fa schifo lavarmi le mani sentendo qualcuno che piscia!>>
<<E a me fa schifo la tua faccia ma non per questo ti sto tirando un pugno!>>
Credetemi, se non  fosse stato per la mia vescica ormai sovra-satura le avrei tirato veramente un pugno.

DOPO PRANZO:

Giustamente, dopo quattro ore in piedi, una cogliona incontrata in bagno e un panino insipido con cui placare i morsi della fame, cosa ci vuole? Ma un bel caffè delle macchinette, è ovvio.
Già, peccato che grazie a gli studenti di Medicina entrati con il ricorso e costretti a far lezione dislocati in ogni dove, le nostre macchinette si svuotano più velocemente del solito lasciando solo due cose imbevibili lì dentro; il cappuccino al ginseng e il tè al limone.
<<CAFFE'.>>
Collega:<<C'è solo questo...>>
<<CAFFE'.>>
C:<<Dai, in caso dividiamo una RedBull?>>
<<Ok, ma questa volta la prendi tu prima che la confonda di nuovo.>>
C:<<Dammi la tua parte di soldi.>>
<<Ho solo 80 cent.>>
C:<<Io 50 e dobbiamo arrivare a 2 euro. Mi sa niente RedBull.>>
Perchè, mondo crudele, perchè?!
<<Ma dobbiamo affrontare altre due ore di laboratorio! E poi dobbiamo fare 2 km a piedi per raggiungere la metro e poi....>>
C:<<Shh...pensa che questa giornata sta finendo!>>

EPILOGO:

Dopo sei ore in piedi, con l'ascella pezzata, lo stomaco brontolante, i capelli a pazza, le occhiaie giunte al ginocchio ecc ecc, l'unica cosa che avrei tanto voluto fare era di buttarmi nel letto.
Io, il pigiama, la mia coperta morbida e il mio fidanzato.
F:<<Amore mio, ti si legge in faccia che sei stanca.>>
<<Lo so, lo so...>>
F:<<Se vuoi torno a casa e ti corichi presto..>>
<<No....domani no lezione io dormire...zzzzzz..... di....ronfffff....più....>>
F:<<Amò ma stai russando mentre parli?!>>
<<No......zzzzz......lamento.....ronff....perchè....zzzzzz...fan male LE ZAMPE.>>
F:<<Le zampe?!>>
Oh, insomma, ero finalmente supina, in pigiama e sotto le coperte. Cosa posso farci se nel dormiveglia stavo sognando di essere un cane?
<<Amore, comprendimi.>>
F:<<Tranquilla. Hai solo avuto una giornata pesante.>>
<<Sì, però ho fatto le magie!>>
F:<<Eh?>>
Guarda qui:
Ci sono giorni in cui è bene non metter le zampe fuori dal letto

Non son stata brava? 


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