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Ci sono notizie e notizie. Che Brunetta si sposi non lo è. Però...

Creato il 07 luglio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Ci sono notizie e notizie. Che Brunetta si sposi non lo è. Però...In fondo è una notizia piccola piccola, una “notiziola”, come di solito Alessandro Sallusti ama definire i processi che riguardano il suo editore. Però è una di quelle che fanno pensare a un’Italia “in som-movimento” che non ci dispiace affatto di riportare, a una specie di rivolta contro l’ostentazione dell’essere ricchi, potenti e arroganti che è il leit-motiv dell’impero berlusconiano. Certo, con la manovra economica appena varata e tutte le possibili considerazioni sulle ricadute per le famiglie italiane che “il varo” porta con sé, parlare del matrimonio di Renato Brunetta potrebbe apparire una specie di fuga “dal problema”.  Invece non lo è, perché alla fine anche Selah Lively è stato ed è uno degli sfasciacarrozze di questa nazione letteralmente in mano ai nani. Dunque, Renatino convola a nozze con Titti Giovannoni, sua fedele compagna da qualche anno. Il luogo non è un eremo dell’Appennino Tosco-Emiliano né una romantica chiesetta di campagna immersa fra i cipressi, ma la più mondana Ravello, località che incarna lo spirito vippistico della Costiera Amalfitana. Un gruppo che si è creato da poco su Facebook, del quale parleremo fra breve, descrive la festa come “un’accozzaglia di ministracci, faccendieri, portaborse, forse anche lo stesso presidente del consiglio, accompagnerà il ministro Brunetta all’altare”, arrivando alla conclusione che a Renatino in qualche modo, quella festa occorrerà rovinargliela. Il truccatore di curricula e il baby pensionato più incazzato con i baby pensionati dell’ex regno sabaudo che ci sia, è stato quello che ultimamente ha detto ai precari “siete l’Italia peggiore”. Dopo aver inanellato negli ultimi tre anni una serie infinita di offese a: dipendenti pubblici, funzionari del parastato, cancellieri dei tribunali, giudici, cinematografari, musicisti, scrittori, poeti, operatori ecologici, medici e infermieri delle Asl, giardinieri comunali, tecnici dei servizi idrici, animali degli zoo che si sono rifiutati di fare una foto ricordo con lui, benzinai del turno di notte sulle autostrade, casalinghe nullafacenti perché nullatenenti, il ministro Brunetta pensava che tutte le categorie sopraddette, il giorno del suo matrimonio si facessero gli affari loro. E invece, incazzati come iene alle quali Gnazio ha appena rubato la carcassa dell’animale morto, hanno deciso di confluire a Ravello per dire a Selah tutto quello che pensano di lui. Solitamente il giorno del matrimonio è uno dei più bei giorni della vita degli umani, forse secondo solo a quello della sentenza di divorzio, e proprio questa è la ragione per la quale il tam-tam su Facebook sta raccogliendo un sacco di adesioni con lo scopo dichiarato di rovinarglielo. Sulla costiera amalfitana insomma, arriveranno tutti gli esponenti dell’Italia peggiore, di quella che non avrà mai un futuro, di quella che ha deciso di espatriare perché in questo paese c’è posto solo per i figli “di” e non per quelli “di nessuno”. È ancora l’Italia dei film di Amedeo Nazzari, dei trovatelli che popolano gli orfanotrofi, dei “bastardi” che il papà ha lasciato dopo essersi divertito un po’ con le loro madri. L’unica differenza è che nei film di Nazzari questi fatti si verificavano all’interno di famiglie più o meno disastrate, nei film di Silvio la location è un intero paese inteso come nazione intesa come Italia. Ma “gli italiani peggiori”, che quando si mettono una cosa in testa spesso la fanno, si sono già divertiti a sbeffeggiare il ministro per la lista di nozze inviata agli amici vip nella quale si richiedono urgentemente tavoli, tappeti, lampade, set di seggioloni, baby-box e una fornitura a vita di biberon con Dom Perignon incluso. Le parole della rivolta anti-Brunetta sono una vera e propria dichiarazione di guerra incruenta: “Assediamo con i nostri corpi e la nostra voce le loro feste. Diventiamo il loro incubo. Mentre approvano una finanziaria lacrime e sangue, si isolano in luoghi esclusivi e mettono in scena la loro arroganza e la loro ricchezza”. Se fino a qualche tempo fa il lusso conclamato rappresentava per milioni di italiani un punto di arrivo al quale giungere calpestando tutto e tutti, oggi l’ostentazione della ricchezza si sta trasformando nel loro incubo peggiore. Che poi non sia Freddy Krueger a incarnarlo ma Silvio Berlusconi è un particolare del tutto irrilevante.

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