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Ciak, chi gira?

Creato il 24 settembre 2015 da Pedroelrey

Finan­zia­menti più bassi e insta­bi­lità lavo­ra­tiva sono due dei feno­meni regi­strati da Dove sono le regi­ste nel cinema euro­peo?”, prima release del pro­getto di ricerca paneu­ro­peo sulla parità di genere nel cinema, rea­liz­zato da EWA – Euro­pean Women’s Audio­vi­sual Net­work e pre­sen­tato all’ultima Mostra inter­na­zio­nale d’arte cine­ma­to­gra­fica di Venezia.

Quella di EWA è una map­pa­tura di dati e best prac­ti­ces di genere in col­la­bo­ra­zione con l’Osservatorio euro­peo dell’audiovisivo, Euri­ma­ges e FERA (Euro­pean Fede­ra­tion of Direc­tors), nume­rose uni­ver­sità ed alcuni fondi cine­ma­to­gra­fici nazio­nali (Austria, Croa­zia, Fran­cia, Ita­lia, Sve­zia e Regno Unito).

La ricerca, ini­ziata nel 2012, vuole col­mare la man­canza di dati paneu­ro­pei sulle donne nel cinema e mira a for­nire rac­co­man­da­zioni di policy per miglio­rare la parità di genere nell’industria cine­ma­to­gra­fica. EWA sta costruendo un set di dati quan­ti­ta­tivi che riguar­dano tutti gli stadi della regia cine­ma­to­gra­fica al fem­mi­nile – dalla for­ma­zione, al finan­zia­mento, all’uscita in sala – e sta redi­gendo un qua­dro delle poli­ti­che in vigore in tema di parità di genere. Il rap­porto con­clu­sivo sarà pre­sen­tato alla Ber­li­nale 2016.

I dati ven­gono ana­liz­zati paral­le­la­mente allo stu­dio delle rispo­ste ad un que­stio­na­rio inviato lo scorso mese di luglio agli ope­ra­tori del set­tore nelle sei lin­gue dei paesi partner.  

Secondo i dati 2014 dell’Osservatorio Euro­peo dell’audiovisivo siamo pas­sati dall’8,9% di film diretti da donne nel periodo 2003–2012 all’attuale 16,3%.

Dai primi risul­tati rac­colti emer­gono alcuni indi­ca­tori come l’assenza di poli­ti­che per le pari oppor­tu­nità, l’inadeguatezza di sta­ti­sti­che e moni­to­raggi di genere, dif­fi­coltà nell’entrare nel mondo del lavoro e nell’accedere ai finanziamenti.

Nono­stante la con­sa­pe­vo­lezza della disu­gua­glianza per le donne, un solo paese euro­peo, la Sve­zia, ha un approc­cio coe­rente in mate­ria di parità di genere. Qui i fondi nazio­nali sono aumen­tati del 50% tanto che i film diretti da donne sono aumen­tati dal 19 al 50% nel 2000. Inol­tre, nel 2010 i film fir­mati da regi­ste hanni anche rag­giunto il 69% dei premi nazio­nali. I film delle donne hanno bud­get infe­riori rispetto alle pro­du­zioni maschili. La Fran­cia è l’unico paese in cui i bud­get per le donne rien­trano nella cate­go­ria più elevata.

In Ita­lia sol­tanto l’anno scorso la Dire­zione Gene­rale Cinema del MIBAC ha pre­sen­tato “Women’s place in today’s ita­lian film indu­stry”, il primo stu­dio di set­tore che foto­grafa il cinema ita­liano da un punto di vista di genere. L’indagine ha preso in con­si­de­ra­zione alcuni aspetti (for­ma­zione, accesso ai finan­zia­menti, spet­ta­tori) e l’ha fatto pro­prio per­ché il nostro Paese ade­ri­sce ad EWA.

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Dal report ita­liano emer­gono dispa­rità su tutti i fronti che, ovvia­mente, si riper­cuo­tono su tutta la fliera: dall’ideazione all’uscita nelle sale.

Film di inte­resse cul­tu­rale, richie­ste di finan­zia­mento | Create info­gra­phics

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