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Cina 2012

Creato il 20 gennaio 2013 da Robertoveronesi

Cina 2012

L’enigma di una Cina affascinante, immensa, legata alla sua millenaria cultura e nello stesso tempo protesa verso l’Occidente con la sua vertiginosa crescita economica… curiosità e passione per l’Oriente (che i precedenti viaggi in India, Thailandia e Cambogia ci hanno comunicato) ci hanno portato a intraprendere questa nuova avventura: siamo sempre noi 4 (Bobi e Beppi) assieme al “solito” gruppo, ma un po’ rimaneggiato.

5-6 novembre – Il volo con AIR CHINA dura circa 10 ore ed è piuttosto confortevole, è notte e riusciamo a dormire, i pasti sono di buona qualità (il primato di migliore compagnia provata rimane comunque alla THAI). Verso le 13 (ora locale in quanto il fuso è di 7 ore) arriviamo all’aeroporto di PECHINO (BEIJING in cinese: come sempre disdicevole e discutibile l’abitudine di cambiare i veri nomi delle città, sarebbe meglio chiamarla solo BEIJING), controlli veloci, aeroporto poco affollato… Ci incontriamo con la guida, facciamo un primo veloce pasto cinese e siamo subito al TEMPIO DEL CIELO, esempio supremo di architettura MING, da dove assistiamo al primo tramonto cinese. L’iniziale impatto con la città ce la fa sembrare un groviglio di vecchio e nuovo con netta prevalenza del secondo, tanti grattacieli, traffico frenetico, troppe auto, non abbastanza bici come immaginavo (e pensare che più passa il tempo e più divento un’estimatrice della bici, splendido mezzo di trasporto…)

Il nostro hotel (CROWN PLAZA) è in una bella zona centrale e ne approfittiamo subito per passeggiare per le vie piene di negozi di ogni tipo e di banchetti alimentari, dove i locali mangiano con gusto spiedini di polipi, gamberi, ma anche ragni, cavallette, serpenti e vermetti vari spesso esposti sui banchetti ancora in movimento sugli spiedini; altre specialità sono trippe varie, uccelli, stelle marine, minestre nelle quali galleggiano alcuni cibi che non so definire…

7 novembre – Di prima mattina ci attende la passeggiata nell’immensa PIAZZA TIANANMEN, che letteralmente significa “porta della pace celeste” (che infatti la separa dalla CITTA’ PROIBITA), è la più vasta piazza pubblica del mondo, cuore dell’ordinato universo comunista cinese e dimostrazione del colossale potere statale. Pulitissima, con decori floreali estremamente kitch ed enormi foto di Mao, dà l’impressione di maestosità, ma anche di angoscia per l’ordine maniacale di un sistema ancora comunque autoritario.

Diversa la sensazione che si prova dopo aver superato la PORTA DELLA PACE CELESTE ed essere entrati nella CITTA’ PROIBITA, splendido armonioso esempio del’architettura cinese imperiale delle dinastie MING e QINQ. E’ formata da numerosi saloni ed edifici dai tetti colorati, separati da cortili e stradine con parecchie figure simboliche, tipo il drago o la fenice: sono tutti edifici mai più alti della SALA DELL’ARMONIA SUPREMA per la curiosa credenza FENG SHUI, seconda la quale gli spiriti fausti volerebbero ad un’altitudine che non deve essere superata.

Dopo pranzo visitiamo un laboratorio per la lavorazione delle perle di fiume e poi ammiriamo il PALAZZO D’ESTATE, complesso di templi, edifici e giardini, che circonda un lago, tra cui la SALA DELLA BENEVOLENZA E DELLA LONGEVITA’, il GIARDINO DELLA VIRTU’ E DELL’ARMONIA e l’originale BATTELLO DI MARMO. E’ anche oggi una bella giornata di sole e, pur facendo freddo, è piacevole passeggiare nel parco.

I risciò ci conducono poi ai caratteristici HUTONG, rete di stretti vicoli del centro storico tra le tradizionali abitazioni, negozietti e locali dove si suona musica varia.

Per cena ci attende un famoso ristorante pechinese, dove mangiamo l’ottima anatra laccata, tipico piatto della città.

8 novembre – Per raggiungere la maestosa GRANDE MURAGLIA (che la leggenda narra sia l’unica opera dell’uomo visibile dallo spazio, anche se è ancora controverso) dobbiamo affrontare il caotico traffico mattutino di PECHINO, passando di fianco al recente, grande e ora poco utilizzato VILLAGGIO OLIMPICO. La parte di GRANDE MURAGLIA che si può visitare e sulla quale si può salire e camminare a lungo è quella meglio conservata, ma così non è per tutti i 6400 Km in cui si snoda irregolare nel Nord della Cina. Anche noi ci arrampichiamo sulle mura e ammiriamo il panorama dalle torrette; c’è il sole, ma attorno qualche spruzzata di neve rende ancora più suggestiva la passeggiata.

Assistiamo alla lavorazione dei classici vasi cinesi di rame smaltato (cloisonnè) e poi

pranziamo attorno a un tavolo rotondo con vassoio girevole su cui vengono poste tutte le portate insieme e dal quale i commensali si servono: è una procedura che pare in Cina sia costante.

Mangiamo pollo, manzo, gamberi, verdure varie tra cui bambù, tutto con salsa di soia, seguito da liquorino (56 gradi!), direi piuttosto buono.

Iniziamo la visita delle grandiose e solenni TOMBE IMPERIALI dalla TOMBA CHANG LING dell’imperatore YONG LE con una sala sostenuta da enormi colonne di cedro. La VIA SACRA che porta alle TOMBE DEI MING è fiancheggiata da belle statue di mandarini, funzionari, guerrieri e vari animali, alcuni dei quali mitologici, tra ali di salici piangenti e bella vegetazione dai variopinti colori autunnali.

Scopriamo poi il gusto, ma soprattutto la filosofia cinese di bere the, assistendo alla CERIMONIA DEL THE, che ci mostra le varie qualità e il modo di prepararlo (il periodo di infusione è decisamente inferiore a quello che usiamo noi); naturalmente degustiamo tanti tipi di the per poter esprimere la nostra preferenza.

Prima di cenare in hotel torniamo a passeggiare tra le vie centrali lì vicine, facendo tappa in una libreria (per vedere i libri fotografici!!), in negozi di seta e di the.

Ci stupiamo di vedere, come è già successo le altre sere, una vera folla di persone di tutte le età che lungo la strada e nelle piazza balla o meglio si muove con movimenti ritmici e precisi al ritmo della musica, alcuni si uniscono anche in cori a cantare: molto curioso e stranissimo per un occidentale!

9 novembre – Prima di lasciare Pechino, visitiamo quello che i maestri di FENG SHUI ritennero il punto di incontro tra cielo e terra, il TEMPIO DELLA PREGHIERA PER UN BUON RACCOLTO, che ha una splendida struttura a triplo tetto con tegole di ceramica verde, gialla e blu. Questo tempio si trova in un vasto parco nel quale vediamo tantissime persone, in prevalenza pensionati (e pare che in Cina il pensionamento si piuttosto precoce: beati loro!) che fanno TAI-CHI, giocano a badminton, a domino, a un gioco cinese simile alla dama, altri toccano gli alberi secolari in modo ritmico per acquistare la loro energia.

Ci avviamo quindi verso l’aeroporto per raggiungere XIAN in poco meno di 2 ore, oggi ci sono un po’ di nuvole, ma la foschia non ci impedisce “100 passi”(che per i cinesi permettono la longevità) sulle imponenti MURA erette dal fondatore della dinastia MING. XIAN era ai tempi dei Tang una città prospera, in quanto punto di partenza della VIA DELLA SETA, che arrivava fino a Roma e a Venezia; oggi è, per i criteri e le proporzioni cinesi, una “cittadina” di 8 milioni di abitanti. E’ in enorme espansione, un gran cantiere di nuovi palazzi e strutture, ne abbiamo la conferma nel giro serale alla mastodontica fontana illuminata (la più grande dell’Asia) e al viale con grandi statue degli imperatori e dei dignitari, finito di edificare lo scorso anno: tutta la città è prospera e ben illuminata, dà proprio l’idea del progresso cinese a ritmo vertiginoso.

Noi rimaniamo come al solito affascinati dal locale mercato alimentare con noci, datteri, frittellone, zampe di maiale, strani dolcetti a base di fagioli e soprattutto dalla brulicante umanità che ci sta intorno.

Qui, come dovunque in Cina, tanti hanno l’abitudine, che a loro non sembra nemmeno strana, di sputare per terra in qualunque luogo si trovano…un po’ inquietante…Di sera in hotel (TITAN TIMES) Skype ci permette di collegarci con le nostre ragazze, vedendole direttamente e facendo una bella chiacchierata, ottimo modo per concludere la giornata!

10 novembre – Dedichiamo tutta la mattinata al colossale, affascinante, ESERCITO DI TERRACOTTA, realizzato più di 2000 anni fa a difesa della tomba dell’imperatore QIN SHI HUANGDI. E’ impressionante vedere le migliaia di soldati di terracotta con vari cavalli perfettamente schierati, di grandezza naturale, ciascuno diverso dall’altro, in origine coperto da tetti di legno sotto uno strato di terra. La scoperta è stata del tutto casuale nel 1974, da parte di alcuni contadini che stavano scavando un pozzo e penso che ancora oggi sia uno dei posti migliori dove un archeologo possa lavorare con soddisfazione, perché c’è ancora tanto da scavare.

Nel pomeriggio visitiamo in città la PAGODA DELLA GRANDE OCA SELVATICA, edificata in stile TANG nel 600 d.C. per il culto buddista.

Più carina la PAGODA DELLA PICCOLA OCA SELVATICA, più antica e circondata da un bel parco tranquillo, con i soliti gruppetti di cinesi che si muovono a ritmo con ventagli. La nostra guida locale ci fa una piccola lezione per mostrarci la grafia degli ideogrammi, sembra quasi una filosofia, ogni righetta ha un significato e trasforma ciò che l’ideogramma vuole intendere.

La cena è a base della specialità di Xian, i RAVIOLI, cucinati al vapore con i ripieni più vari (maiale, verdure, gamberi, manzo..), buona anche la radice del fiore di loto. Decidiamo di trascorrere la serata in un centro di RIFLESSOLOGIA, dove facciamo un massaggio che ci stimola i vari punti dei riflessi, in particolare a livello plantare: bello e rilassante!

11 novembre – In centro città visitiamo nel quartiere mussulmano la GRANDE MOSCHEA, particolare perché costruita con diversi cortili secondo i canoni usati per i templi cinesi. Poi passeggiamo per le viuzze circostanti ricche di mercati di ogni tipo, dai prodotti più o meno artigianali, alle chincaglierie, ai falsi taroccati: Rosy esprime qui al meglio la sua fenomenale arte della contrattazione e spunta prezzi incredibili.

Interessante il MUSEO STORICO DELLO SHAANXI, che conserva numerosi reperti HAN, statue WEI, ceramiche a 3 colori TANG e alcuni guerrieri dell’esercito di terracotta, che qui si possono osservare nei particolari da vicino con i loro visi l’uno diverso dall’altro.

In serata ci trasferiamo all’aeroporto per volare su GUILIN, l’hotel è in zona centrale vicino al lago.

12 novembre – Ci imbarchiamo su un battello, percorrendo il suggestivo FIUME LI fino a YANGSHUO. Attraversiamo boschetti di bambù, formazioni rocciose di varie altezze e dai nomi fantasiosi ricavati dalla loro forma (Picco del loto verde, draghi che giocano nell’acqua, collina del combattimento dei galli…), piantagioni di mandarini, bufali d’acqua, contadini nelle risaie, minuscoli villaggi da cui partono piccole zattere di bambù che ci raggiungono per vendere le frutta. I paesaggi che si possono ammirare a Guilin e lungo il percorso del fiume Li sono stati per secoli esaltati da numerosi poeti e pittori cinesi.

Arrivati a YANGSHUO rimaniamo un po’ delusi perché era descritto dalla guida come un villaggio caratteristico, invece è un unico grande mercato e nemmeno particolare. Preferiamo il paesaggio della campagna circostante con veri piccoli villaggi, coltivazioni di riso, alberi da frutto, allevamenti di topi (da mangiare!): i campi non sono però ordinati, non percepiamo la precisione quasi maniacale cinese e siamo di questo un po’ stupiti. Torniamo in pullman a Guilin, le cui vie sono disseminate di alberi di HOSMANTUS, che in questa stagione fiorisce ed emana un profumo piacevolissimo.

Da un battello vediamo la pesca serale caratteristica con l’aiuto dei cormorani attirati dalle lampade, a cui viene crudelmente legato un filo al collo che impedisce di ingoiare i pesci grossi, presi poi dai pescatori: è una pratica tradizionale, ma decisamente deprecabile.

Guilin è molto illuminata, come tutte le città della Cina che abbiamo visitato; a volte pare eccessivo, come se si fosse in un parco giochi, perché le luci sono sempre e dovunque multicolori e numerosissime. Vicino alla pagode, lungo i fiumi e i laghi numerose persone fanno le solite danze, cantano canzoni tradizionali o semplicemente passeggiano.

13 novembre – E’ una splendida giornata di sole e visitiamo a Guilin le colline carsiche e la bella GROTTA DEL FLAUTO DI CANNA labirinto di stalattiti e stalagmiti, eccessivamente illuminata da luci multicolori con musica di sottofondo, le cui formazioni rocciose sono come al solito paragonate ai soggetti più fantasiosi. Poi arriviamo alla COLLINA FUBO e passeggiamo nel PARCO DELLE SETTE STELLE tra alberi di gelsomino e ginko biloba. Pranzo di buona qualità a base di riso, zuppa di zucca, fagiolini, bambù, pollo con soia, spiedini di manzo, involtini di verdura, il tutto in piccole porzioni sul tavolo centrale da prendere con le bacchette (un’impresa!); ci offrono anche la tipica grappa con serpenti.

Nel pomeriggio, dopo una tappa in un bel laboratorio di perle, gironzoliamo per le vie della città, curiosiamo nei negozi, osserviamo incuriositi l’abbigliamento vario, originalissimo e con arditi accostamenti di colori e di stili di quasi tutte le ragazze. Assaggiamo le noci salate, le castagne e compriamo un frutto chiamato ARHAT, che, messo in infusione, dà una bevanda contro il mal di gola. Per la strada è particolare (e anche un po’ irritante) vedere che le auto sono tutte di grossa cilindrata e di varie marche escluse le marche italiane: ma possibile che non siamo stati in grado di inserirci in un mercato come quello cinese di 1 miliardo e 400 milioni di persone che solo da pochi anni stanno acquistando auto?

In serata partiamo dall’aeroporto di Guilin per SHANGHAI, che subito si dimostra “la testa del drago” della Cina, simbolo dell’enorme espansione economica cinese con schiere di altissimi grattacieli, intrighi di sopraelevate, regno degli investimenti, della finanza e del commercio. Molto bello e con una hall scenografica l’HOTEL LONGEMONT nel quale alloggiamo.

14 novembre – Al risveglio ci attende una bella giornata di sole. Ci immergiamo nel traffico della città che pare frenetico, in realtà su 24 milioni di abitanti ci sono solo 4 milioni di auto, ma il servizio pubblico è molto efficiente (incredibile pensare che la prima linea di metropolitana è stata inaugurata solo nel 1996 e che ora raggiunge ben 400 Km con 11 linee).

Passeggiamo lungo il BUND (sembra un nome tedesco, ma è anglo-indiano) ricco di edifici coloniali ricordo dell’insediamento della grandi società europee in Cina. Qui si trova un bel lungo-fiume dal quale si ammirano gli avveniristici grattacieli di PUDONG: stupisce pensare che in soli 10 anni siano stati costruiti dalle fondamenta a Shanghai ben 2900 grattacieli. In contrasto con questa zona ipermoderna spicca l’ANTICA SHANGHAI, dove visitiamo i GIARDINI YUYUAN (del MANDARINO YU), una piacevole oasi di pace nel mezzo delle affollate vie cittadine circostanti, con costruzioni antiche, laghetti ben tenuti, rocce e grotte. L’area attorno allo YU GARDEN è caratterizzata da pagode adibite a boutique, negozietti in successione, farmacie di medicina tradizionale, chioschi con le solite cibarie da asporto in prevalenza su spiedini, oggetti tipo libri, cappelli e spille di ricordo dell’epoca di Mao. Vicino alla CASA DA TE’ HUXINTING c’è un curioso ponte a zig-zag che ha anche la funzione FENG SUI di deviare gli spiriti, che procedono solo in linea retta.

I cinesi sono in prevalenza atei, retaggio dell’indottrinamento di Mao, che ha anche distrutto molti templi buddisti a Shanghai, ma la religiosità e il culto buddista permangono in molti, come ci testimonia la visita al TEMPIO DEL BUDDHA DI GIADA. Qui vivono 70 monaci e oggi è un giorno dedito in particolare alla preghiera (la metà del mese), perciò molti offrono incenso, cibo e si inchinano davanti al bel Buddha di giada bianca o al Buddha coricato, miracolosamente scampati ai colpi di martello della RIVOLUZIONE CULTURALE di Mao. Altra tappa di culto alla PAGODA e al TEMPIO DEI LONGHUA, attorno al quale ci sono alcune persone mutilate che chiedono la carità: sono le prime e uniche che vediamo in Cina!

In VIA NANCHINO e nelle strade circostanti ci fermiamo per un po’ di shopping, sia di artigianato, sia (o forse soprattutto) di “tarocchi” (borse, orologi, scarpe…).

Ottima cena a buffet in hotel e poi ci attende il CIRCO ACROBATICO DI SHANGHAI: un vero spettacolo per gli equilibrismi, le capacità di contorsionismo e l’agilità degli atleti.

Ammiriamo Shanghai by night tornando a gironzolare per il Bund, poi attraversiamo il tunnel sotto al fiume HUANGPU per giungere a PUDONG, vero simbolo della corsa alla modernizzazione cinese, avveniristico progetto edilizio fatto di grattacieli, alberghi di lusso e istituzioni finanziarie; qui solo 20 anni fa c’erano campi…ci ricorderemo in particolare l’WORLD FINANCIAL CENTER e il grattacielo per ora in costruzione (ma vista la tempistica locale sarà ultimato a breve!) di 121 piani e 632 metri che sarà il secondo al mondo dopo quello di Dubai. Concludiamo la giornata con una passeggiata all’elegante XINTIANDI, ex concessione francese, tra le cui case di architettura SHIKUMEN (“porta di pietra”) ben restaurate troviamo negozi, ristoranti, bar alla moda e gallerie d’arte.

15 novembre – Il MUSEO DI SHANGHAI raccoglie una magnifica collezione di arte e di antichità cinesi, in particolare destano il nostro interesse i bronzi, i vasi MING, le giade, gli arredi Qing.

Raggiungiamo l’aeroporto con il velocissimo MAGLEV, treno a levitazione magnetica, che può arrivare fino a 430Km all’ora, inaugurato per l’EXPO 2010. Dopo circa 2 ore di volo raggiungiamo HONG KONG, “piccola” rispetto alle altre popolatissime città della Cina, ma così densamente popolata da potersi sviluppare solo in altezza. Qui il clima è tropicale, decisamente più caldo (circa 23 gradi) e umido. Il nostro hotel (HYATT REGENCY TSIM SHA TSUI) è nel pieno centro del quartiere di KOWLOON, sulla terraferma; spettacolare il buffet con crostacei di ogni tipo e tantissimi cibi ottimamente cucinati.

Iniziamo subito ad immergerci nell’atmosfera caotica della città passeggiando per le vie centrali e al mercato serale TEMPLE MARKET, dove si trovano cineserie, abbigliamento, cianfrusaglie varie e anche prodotti elettronici (gli sconti su cellulari, tablet, macchine fotografiche ci sono, ma sono relativi e non si è sicuri della qualità, perciò non facciamo nessun acquisto di genere elettronico).

Hong Kong è la città più internazionale della grande Cina, anzi è autonoma, ha uno statuto amministrativo speciale, una propria moneta (il dollaro di Hong Kong) e l’apparenza esteriore della cultura britannica, dalla quale è stata permeata per ben 100 anni fino al 1997. Hong Kong è un connubio di oriente e occidente tra centri commerciali, mercati di strada, templi buddisti ed eleganti locali di tendenza.

Dedichiamo la mattina alla visita dell’ISOLA DI HONG KONG, che si trova di fronte a KOWLOON (e che raggiungiamo con un tunnel al di sotto della baia), iniziando da REPULSE BAY, la spiaggia più famosa della città, delimitata da una barriera di protezione dagli squali. E’ un bell’arenile sabbioso con pochissima gente che passeggia: è vero che è nuvoloso, ma i cinesi non sopportano l’abbronzatura, anzi indice di bellezza è avere la carnagione bianchissima del colore delle perle. Dopo aver toccato la calda acqua del mare, ci incuriosisce il vicino TEMPIO KWUN YUM con statue buddiste e varie altre simbologie cinesi.

ABERDEEN è la zona che un tempo era formata da case galleggianti, ora per la maggior parte in disuso trasformate in ristoranti: qui prendiamo un battello che ci conduce tra le casette.

Ci godiamo il panorama della baia, bello nonostante la giornata nuvolosa, dal VICTORIA PEAK, la zona residenziale più cara e prestigiosa di Hong Kong, fermandoci poi a pranzare (bene!) all’elegante e scenografico CAFE DECO.

Molto d’atmosfera è il NIAN LIAN GARDEN, in cui la musica, i bonsai, i sentierini curati con ponticelli, le cascate e i laghetti ci comunicano serenità e pace.

Visitiamo poi un altro vicino tempio buddista piuttosto moderno e ci immergiamo di nuovo nei caotici mercatini di LADIES MARKET regno di ogni genere di mercanzia (in prevalenza orologi, borse e cineserie) e della contrattazione estrema (niente di paragonabile comunque a Bangkok).

Carina la crociera serale nella baia con partenza dal bel lungomare che costeggia VICTORIA HARBOUR. Alle 20 dalla barca si può ammirare THE SIMPHONY OF LIGHTS, lo spettacolo di luci colorate e laser sui grattacieli. Sbarchiamo al villaggio di pescatori di LEI YUE MUN, dove facciamo l’ultima cena del viaggio a base di buon pesce.

17 novembre – Levataccia per iniziare il nostro volo di ritorno a casa (circa 10.000Km!!). Surreali i controlli nel transfert a Pechino, dove il personale dell’aeroporto è irritante e antipatico con tanti ragazzini che abusano della divisa che portano, amplificando e rendendo lentissimi i controlli, mentre ridacchiano tra loro…

Nel complesso in Cina sembra tutto un po’ troppo perfetto, non ci sono mendicanti, nessuna protesta, pulito ovunque, sembra tutto ordinato, si vedono grandi costruzioni pubbliche recenti, alcune belle, altre kitch, come se si dovesse celebrare la potenza dello stato cinese: pare quasi il “Truman show”!!

Inoltre ci è mancata l’assenza nel nostro peregrinare (se si fa eccezione per Guilin) di mete naturalistiche, di puro paesaggio, mentre le città sono troppo grandi, troppo trafficate e con un’impronta di regime che ancora si percepisce molto.

Il viaggio è sicuramente interessante, molte mete sono da vedere almeno una volta nella vita, in particolare la Grande Muraglia, l’esercito di terracotta, Guilin, Shanghai e Hong Kong, ma non rimangono sensazioni ed emozioni forti, come è successo per esempio in India o in Cambogia.

Cina 2012


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