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Cinema / la grande bellezza

Creato il 06 giugno 2013 da Secondo Lucy

“Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non c'è riuscito, perchè dovrei riuscirci io?"
 Jeb Gambardella 
Jeb fa il mondano, o meglio è Il mondano per eccellenza; di una mondanità barocca quando decadente, che fa rima con effimero e vuoto.
Trasferitosi a Roma da giovane, dopo un fortunato romanzo si è dedicato a scrivere di costume e mondanità nella capitale, e in poco tempo ne è, a suo modo diventato il re. Compiuti i 65 anni si trova suo malgrado a scontrarsi con scelte e percorsi incompiti, amori della giovinezza e nuovi incontri. Una vita alla ricerca di una grande bellezza, che difficilmente riesce ad emergere in mezzo al nulla in cui ha deciso di vivere.
Lo ammetto, all'inizio non è stato semplice seguire il filo di questa nuova, e applaudita a Cannes, pellicola di Sorrentino; forse perchè il film è costruito da immagini, fotogrammi spesso tra di loro stridenti. Impulsi li ha definiti il mio accompagnatore.  Ricordi profondi che si fondono ad una realtà frivola e finta. La dolce vita vissuta dal protagonista Jeb (ok, lo possiamo ripetere per la millesima volta quanto Servillo sia straordinario?) ha ben poco di felliliano, e almeno a me ha ricordato più la Milano da bere di cui tanto ho sentito parlare.
Eppure in questo continuo ping pong tra sacro e profano, tra camei d'eccezione e una splendida co-protagonista come Roma, il film mi è piaciuto, mi ha in qualche momento toccato e fatto riflettere. 10-15 minuti in meno forse avrebbero giovato ma ultiamente comincio a fare questa riflessioni troppo spesso.
CINEMA / LA GRANDE BELLEZZA

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