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Cinema: recensione e trailer di “Ritorno alla Vita”, il nuovo film di Wim Wenders

Creato il 29 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Giulia Bramati per “storiadeifilm.it“) - ”Ritorno alla Vita” è un film di Wim Wenders, con James Franco, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams, Marie-Josée Croze e Robert Naylor. E’ uscito nei cinema italiani lo scorso 24 settembre.

In una buia notte in­ver­na­le il gio­va­ne scrit­to­re Tomas pro­vo­ca in­vo­lon­ta­ria­men­te un in­ci­den­te in cui perde la vita un bam­bi­no. Il senso di colpa si in­si­nua ra­pi­da­men­te nella co­scien­za del­l’uo­mo, che ine­vi­ta­bil­men­te si chiu­de in se stes­so; la scrit­tu­ra, tut­ta­via, gli con­sen­te di iso­lar­si: in pochi anni, egli rag­giun­ge un di­scre­to suc­ces­so, pub­bli­can­do con re­go­la­ri­tà for­tu­na­ti bestsel­ler.

Per quan­ti anni un tra­gi­co epi­so­dio può tor­men­ta­re la co­scien­za di chi ne è stato causa? Wim Wen­ders rac­con­ta il per­cor­so di espia­zio­ne di Tomas, gio­va­ne scrit­to­re che in una buia notte in­ver­na­le pro­vo­ca in­vo­lon­ta­ria­men­te un in­ci­den­te in cui perde la vita un bam­bi­no. Il senso di colpa si in­si­nua ra­pi­da­men­te nella co­scien­za del­l’uo­mo, che ine­vi­ta­bil­men­te si chiu­de in se stes­so; la scrit­tu­ra, tut­ta­via, gli con­sen­te di iso­lar­si: in pochi anni, egli rag­giun­ge un di­scre­to suc­ces­so, pub­bli­can­do con re­go­la­ri­tà for­tu­na­ti bestsel­ler.

Dopo Pina� (2011), Wen­ders torna a di­ri­ge­re un lun­go­me­trag­gio in 3D, esplo­ran­do così le nuove fron­tie­re delle tec­no­lo­gie di­gi­ta­li. La tec­ni­ca 3D, in­fat­ti, per­met­te di com­pie­re un per­cor­so in­tro­spet­ti­vo, re­ga­lan­do così una mag­gio­re im­me­de­si­ma­zio­ne nella vi­cen­da. Non ba­sta­no più il buio e il si­len­zio della sala de­can­ta­ti sin dai primi studi di fil­mo­lo­gia dalle Revue In­ter­na­tio­na­le de Fil­mo­lo­gie: lo spet­ta­to­re 2.0 ne­ces­si­ta di una con­di­zio­ne di mag­gio­re iso­la­men­to per poter es­se­re coin­vol­to nel rac­con­to. L’em­pa­tia si rag­giun­ge pro­prio gra­zie alla tri­di­men­sio­na­li­tà dei per­so­nag­gi e degli am­bien­ti; il la­vo­ro sulla co­lon­na so­no­ra di Ale­xan­dre De­splat, inol­tre, vo­lu­ta­men­te in­va­si­va sin dal­l’i­ni­zio del film, porta al rag­giun­gi­men­to di un’at­mo­sfe­ra noir che in­quie­ta lo spet­ta­to­re. Si trat­ta dun­que di un espe­ri­men­to tec­ni­co, che sulla carta pro­spet­ta un’ot­ti­ma pos­si­bi­li­tà di suc­ces­so, ma che, pur­trop­po, nel mo­men­to della rea­liz­za­zio­ne non ge­ne­ra forte em­pa­tia e non cat­tu­ra lo spet­ta­to­re al­l’in­ter­no della di­na­mi­ca nar­ra­ti­va. I con­ti­nui salti tem­po­ra­li non per­met­to­no alcun ap­pro­fon­di­men­to delle si­tua­zio­ni mo­stra­te: le re­la­zio­ni di… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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