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CINEMA - Vecchie recensioni, “LA RIVINCITA DELLE BIONDE": Elle e la permanente ”assassina".

Creato il 02 gennaio 2012 da Andreakur
Quando la frivola “pink lady” Elle Woods (al secolo Reese Witherspoon) inizia ad applicare alla lettera il Manuale della Buona Preparazione, tutto si sarebbe aspettata, fuorché di essere piantata in asso dal suo fidanzato-fichetto Warner con mire d’alta borghesia (Matthew Davis). Addio matrimonio? Mentre affonda i dispiaceri nel grasso totale dei cioccolatini, ecco che dalle viscere di quel corpicino appetitoso parte l’impulso per “La rivincita delle bionde” e al cervello bizzarro di Elle s’illumina la lampadina: riconquistare il suo ex. Ovvero sbarcare ad Harward, una delle tre migliori facoltà di Legge degli States, benché lei sia forte in Storia del Punto Croce. Ma la Barbie in carne ed ossa passa l’esame di ammissione e all’Università si presenta con un camion (nel vero senso della parola) di effetti personali e con l’inseparabile Tyson, il cagnolino vivente in miniatura, pronto a sbucare dalla piccola borsetta rosa. Farà poi strage di invidie e di amicizie prima di approdare e consacrarsi alla corte del famoso azzeccagarbugli professor Callahan (il grande Victor Garber), lingua lunga con la toga almeno quanto le sue manine. “La rivincita delle bionde” (by 20th Fox) è pertanto una commedia che parte dal ridicolo per arrivare alla riscossa, alla vittoria della volontà, ma è comunque un ridicolo che soltanto a piccoli tratti sfocia nell’americanata. Risulta simpatica addirittura la rivelazione della permanente che trasformerà Elle in Principessa del Foro: dunque, 96 minuti certo non esaltanti ma gradevoli, buffi, con la venticinquenne Reese Witherspoon poliedrica, in grado di passare da ruoli drammatici in “Man in The Moon” e “A Far Off Place” a commedie leggere e spensierate come questa. E poi Raquel Welch, la Sig.ra Windham, l’imputata di omicidio (del marito) nel film: il tempo non ha scalfito il suo fascino, e la pellicola ne acquista senz’altro in femminilità.

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