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Cinepillole.

Creato il 14 settembre 2011 da Evaluna
Case 39 (2009) - Christian Alvart Cinepillole. Lo ammetto: non mi piacciono i film horror. O,come in questo caso, trhiller mistico con presenze demoniache,bambini terrificanti, manicomi e tutto l'ambaradan annesso. Non credo di averne mai visto uno per intero,eccezion fatta per questo e per The Ring di Verbinski che,il caso vuole, ha molti punti di contatto con Case 39.  Innanzi tutto la protagonista femminile: Naomi Watts nel Samara-show e la bravissima Reneè Zellweger nel suddetto film, entrambe pure di cuore, entrambe biondissime, entrambe vittime involontarie di bambini bastardi,topos quasi d'obbligo dei film horror (sarà per questo che li detesto? I film horror,non i bambini). Cinepillole. Il motivo principale per cui ho visto questo film è la presenza (veramente misera) di Bradley Cooper la cui bravura mi aveva stupito in Limitless ed ero curiosa di rivederlo in qualcosa che uscisse anche dai miei standard. Putroppo il suo ruolo è talmente breve e banale da risultare incomprensibile la scelta di un attore così "dispendioso" , pura scelta commerciale? Probabilmente si. 
Anche il resto del cast (tra cui un Ian McShane,sempre in gran forma) è abbastanza sacrificato,almeno, per le potenzialità che ci si aspetterebbe da attori di tale livello. Ma ,d'altronde, il film non esce dal canone di film da serata uggiosa con amici, divano e pop corn. Molto ben fatto: ottimo cast e atmosfere terrificanti ma sceneggiatura scontata e traballante con scene davvero inverosimili e macchinose (vedi scena delle vespe). Cinepillole. Inoltre è davvero fin troppo simile a The Ring (sì,con tanto di telefonata e bambina dai lunghi capelli inquietanti). Uscire dall'immaginario comune di spaventoso,non è facile, me ne rendo conto. E i mocciosi creepy son sempre un'ottima scelta ma Case 39 riprende tutte le dinamiche di film già visti e rivisti (e me ne accorgo persino io che non sono di certo un'intenditrice). Cinepillole.Persino la scelta dei nomi risulta vittima di una tradizione che pesa: la protagonista minorenne (no,non sto parlando di Ruby), Jodelle Ferland, adotta il nome di Lilith, classico demone-bambina, già apparso in Supernatural dove il ruolo era decisamente più riuscito e più audace. La stessa attrice aveva recitato nel telefilm nell'episodio "Il quadro maledetto" della prima serie,interpretando,di nuovo, una bambina diabolica. Neanche la fisionomia dell'attrice d'altronde aiuta molto l'originalità della trama. Sappiamo fin dall'inizio come finirà la storia. Tuttavia la visione è piacevole, riprendendo sì, gli stereotipi di categoria, ma questo è un difetto che sembra essere d'obbligo nel genere quindi facilmente perdonabile. 
Voto: 6 1/2  

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