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Cinque buoni motivi per andare in Islanda

Creato il 12 marzo 2013 da Patrickc

Sei un amante della natura, delle terme o della vita notturna? L’Islanda ha delle sorprese in serbo per te…

Non sono certo un esperto di Islanda, ma è un Paese che ho amato e che mi è rimasto nel cuore. Ci voglio tornare. Ma voglio anche invitarti ad andarci: offre grande bellezza, non è più cara come un tempo e nuovi collegamenti aerei (come Wow air) hanno abbassato i prezzi per raggiungerla dall’Italia.  Aggiungo che non fa così freddo: io ci sono stato in luglio e sono tornato abbronzato (anche perché a queste latitudini quando c’è il sole… ce n’è tanto!). Qui elenco cinque buoni motivi per partire per questa isoletta che sulle cartine sembra piccola e marginale, ma offre tesori enormi.

Per una colonna sonora puoi far partire questo video e proseguire con la lettura, sono i Sigur Ros (islandes) che suonano nel canyon di Asbyrgy

Perché andare in Islanda

1) Per camminare (e fare trekking)

Trekking Laugavegur

Si attraversano paesaggi di grande bellezza
(foto di Patrick Colgan)

Io credo che camminare non solo sia un istinto, ma che ancora di più sia una conoscenza (Davide Sapienza)

Ne ho già parlato nell’ultimo post. Il trekking (che poi gli anglofoni chiamo giustamente hiking) è un modo molto bello per conoscere un luogo e credo che in Islanda sia davvero indispensabile ‘assaggiarne’ i sentieri. Camminare fa parte dello ‘spirito’ di questo posto. Francesca sul suo blog mette in rilievo soprattutto l’aspetto della sfida nel trekking: raggiungere gli obiettivi, superare gli ostacoli come metafora della vita. “In ogni trekking, come in ogni progetto della vita c’è un ostacolo inaspettato”.

Verissimo, superare le inevitabili difficoltà dà una sottile soddisfazione, così come il senso della conquista. Ed è anche un momento di crescita personale. Ma questa è solo una parte. Per me camminare, specie da soli, dormire all’aperto, portare un peso, mettere un piede davanti all’altro, farsi bagnare il viso dalla pioggia sono però momenti preziosi, qualcosa di più e di diverso di uno ‘sport’: sono l’essenza stessa del viaggio, un momento in cui  mi sento alla velocità giusta. Ogni passo, ogni pressione del mio piede sulla terra mi fa sentire parte di un tutto.

Sul Laugavegur (foto di Patrick Colgan, 2010)

Sul Laugavegur (foto di Patrick Colgan, 2010)

Sul Laugavegur (foto di Patrick Colgan, 2010)

Sul Laugavegur (foto di Patrick Colgan, 2010)

Anche se dicono che ci siano moltissimi trekking stupendi, io ne ho fatto uno, il più famoso, e quindi mi sento di consigliare quello. Il percorso da Landmannalaugar a Thorsmork (il Laugavegur) dura quattro giorni di cammino (tre se siete molto allenati e il tempo è buono), attraversa paesaggi di bellezza primordiale e struggente e va bene per tutti, anche e soprattutto per chi non ha mai fatto una passeggiata così lunga. Se non hai il tempo ci sono anche passeggiate da fare in giornata da Landmannalaugar.

Sul Laugavegur

Sul Laugavegur (foto di Patrick Colgan)

Sul Laugavegur

Sul Laugavegur
(foto di Patrick Colgan)

2) Per l’acqua calda

The amazing Blue lagoon

Foto da Flickr: Willem J. Poolen
http://www.flickr.com/photos/screenpunk/
creative commons Attribution-non commerical

Una goduria. Se c’è una cosa scoperta e ugualmente apprezzata trasversalmente da diversi popoli fin dall’antichità è questa: poche cose sono piacevoli come tuffarsi in una vasca di acqua calda. Specie se fuori fa freschino. I romani avevano le terme poi copiate da tanti, i giapponesi i loro spettacolari onsen e gli islandesi…  di tutto! In effetti acqua bollente e vapori sgorgano da qualsiasi spaccatura nel suolo. A Reykjavik ogni anno vengono convogliate 55 milioni di tonellate di acqua naturalmente calda, in gran parte dirette a varie strutture termali: quindi in genere basta andare in una normalissima piscina per trovare vasche riscaldate naturalmente a diverse temperature, anche e soprattutto all’aperto. E poi ci sono le pozze di acqua calda (hotpots) che si trovano nella natura, lungo i trekking, dove i camminatori si ritrovano a fine giornata per rilassarsi e fare due chiacchiere. E, infine, c’è la famosa blue lagoon, che vedete anche in foto. E’costosa, artificiale, ha alle spalle una centrale geotermica ed è sempre affollata di turisti, ma non si può negare che sia davvero molto bella e piacevole. Se vai in Islanda, un salto ce lo dovresti fare.

Un avvertimento: l’etichetta delle piscine vuole giustamente che ci si lavi molto bene prima di entrare (spesso ci sono cartelli molto eloquenti che ‘consigliano’ i punti sui quali insistere).

Link: Piccola guida per fare un bagno a Reykjavik

3)  Per I grandi spettacoli della natura

Dettifoss waterfall

La cascata più grande d’Europa (questa è solo metà)
Per avere un’idea delle dimensioni ingradite, la foto.
Potreste vedere dei puntini colorati sulla riva lontana: sono persone (foto di Patrick Colgan)

Lo so è un po’ generico come argomento, ma non sapevo come dirlo: questa piccola isola riserva grandi sorprese e grandi spettacoli. In Islanda ci sono il geyser per antonomasia (Il Geysir, Strokkur), la cascata più grande d’Europa (Dettifoss), il ghiacciaio più grande d’Europa (Vatnajökull). E questo per rimanere fra i record da guinness. Ma trovate anche vulcani, laghi,  deserti, bizzarre formazioni di roccia e un impressionante ed enigmatico, enorme canyon a ferro di cavallo (Asbyrgy). D’inverno si può pure vedere l’aurora boreale.

Don't let the darkness rob you of your sight

Aurora boreale,
foto di Carl Jones, da Flickr (http://www.flickr.com/photos/_belial/)

Un video sul sole di mezzanotte (aggiornamento 12/2013)

4) Per vivere Reykjavik

Cute Reykjavík

Foto di Bjørn Giesenbauer (http://www.flickr.com/photos/giesenbauer)

La capitale è piccola: 120mila abitanti vivono nelle sue casette basse e colorate (Bjork, per distinguersi, abita in una tutta nera). Io però l’ho definita a volte una San Francisco del nord. Ovviamente non c’entra nulla con frisco e non conosco la città abbastanza per appiccicare nomignoli di questo tipo. Però l’associazione mentale mi è venuta: c’è qualcosa in questa città fra cultura, musica, rilassatezza, apertura che mi ha ricordato la California.

Il weekend è imperdibile, ma bisogna prenderci le misure. I giovani (e non solo) bevono quantità industriali di alcol. Vedrai le file di giovani fuori dalle rivendite di alcolici il pomeriggio del venerdì: stanno acquistando birra a carissimo prezzo da portarsi dietro nelle feste in case private che spesso aprono il weekend. Qui funziona così: ognuno si porta dietro i suoi drink. Poi, dopo la mezzanotte ci si riversa a piedi in centro - in città si cammina agevolmente – tardissimo, dopo la mezzanotte e si continua nei locali fino all’alba (che d’estate in pratica non c’è perché il buio dura pochissimo). Le sbronze sono colossali ma quasi sempre col sorriso. Gli altri giorni la città è molto più tranquilla (credo perché si sta recuperando dai bagordi del weekend).

5) Per vedere le balene (e non solo)

Me and the whale

whale watching in Islanda:
piccolo esemplare, ma luce molto bella
(foto di Patrick Colgan)

Vedrai le famose pulcinelle di mare, certo. Ma si possono anche vedere le balene. A Reykjavik il whale watching è piuttosto deludente, ma Husavik, nel nord dell’Isola si è autoproclamata la località migliore d’Europa per osservare i grandi cetacei. Si sa, è sempre questione di fortuna quindi magari ti conviene controllare i blog delle due compagnie (qui per esempio) per vedere se è stato avvistato qualcosa di recente. Io non ho avuto grande fortuna: niente balenottera azzurra, né megattere, solo piccole balene rostrate e tanti delfini. L’esperienza è però molto bella: le due compagnie che operano a Husavik hanno riadattato piccole barche di pescatori che sono molto più divertenti delle grandi imbarcazioni usate nella capitale (prendete però qualcosa per il mal di mare). C’è anche un interessante museo delle balene. E della caccia alle balene, tuttora praticata in Islanda, purtroppo.


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