Magazine Cultura

Cinque protagonisti dei Mondiali passati

Creato il 14 giugno 2014 da Mcnab75

1938

Secondo articolo calcistico della settimana: chiedo scusa ai miei lettori non appassionati di questo sport.
Per l’occasione cercherò tuttavia di proporvi qualcosa di diverso, tornando indietro nel tempo, quando il calcio non era uno sport per signorine vendute agli sponsor e ai procuratori, bensì una fucina di veri e propri eroi nazionali. Eh sì: piaccia o non piaccia certe edizioni dei Mondiali sono state storicamente più incisive di molte guerre, e hanno portato disgrazia o onore a sconfitti e vincitori. Può sembrare sciocco, visto che parliamo di uno sport (probabilmente lo è!), ma in fondo non è meno sciocco del concetto medesimo di guerra.
Del resto i Mondiali hanno attraversato grandi cambiamenti geopolitici, dal primo dopoguerra in poi. Ci sono nazionali nate dallo scioglimento di Imperi e altre sorte dalla riunificazione di paesi divisi da conflitti e da opportunismi politici di varia natura.
Ma non è tutto qui, anzi. Alcuni campioni erano soprattutto gli eredi di certi avventurieri di fine Ottocento: stesse facce da schiaffi, stesso comportamento strafottente unito a un talento sopraffino dal cavarsi dai guai.
Ecco, oggi io vi propongo cinque tizi, magari non proprio tutti conosciutissimi, che sono stati un po’ eroi e un po’ farabutti.

Frantisek Planicka

Planicka

Team: Cecoslovacchia
Ruolo: Portiere
Anno di partecipazione: 1938

Portiere tra i migliori di sempre (nono nella classifica dei più grandi estremi difensori, stilata da International Federation of Football History & Statistics), Cecoslovacco, faccia da attore, statura modesta (173 cm) e un coraggio che rasentava la follia nelle uscite dai pali.
La sua fama diventa mito nei mondiali di Francia 1938, durante una delle partite più violente della storia dell’intera competizione: Brasile-Cecoslovacchia, secondo turno del torneo. Partita che è stata tramandata ai posteri col nome di “Battaglia di Bordeaux”.
Planicka si ruppe un braccio durante la partita, ma restò in campo fino ai tempi supplementari, conservando lo 0-0 finale. La partita venne rigiocata il giorno dopo, come prescriveva il regolamento di allora. Planicka cedette il posto al suo secondo. La Cecoslovacchia perse 2-1, ma la leggenda del “Gatto di Praga” era oramai nata e consegnata agli almanacchi di storia calcistica.

Alcides Ghiggia

Ghiggia

Team: Uruguay
Ruolo: Ala destra
Anno di partecipazione: 1950

L’uomo che causò un’ondata di depressioni, con annessi suicidi, nel Brasile del 1950. Fu infatti lui l’autore della rete decisiva con cui l’Uruguay batté la nazionale verde-oro nella finalissima Maracanã, il 16 luglio del 1950. Un intero paese dava per scontato il trionfo della fortissima squadra di casa, tanto che erano già pronti i discorsi celebrativi della vittoria, i festeggiamenti governativi e tutto il resto.
Ci pensò la nazionale di Ghiggia, Valera, Schiaffino, Andrade (etc etc) a compiere l’impresa titanica che ancora oggi viene ricordata con l’evocativo nome “Maracanazo”.
Ghiggia, uno scricciolo veloce, che non raggiungeva il metro e settanta di altezza, segnò al minuto 79′, schiodando il risultato di 1-1 maturato fino ad allora.
Fu una tragedia per il Brasile e un tripudio per il piccolo Uruguay.

Sandor Kocsis

Sandor Kocsis

Team: Ungheria
Ruolo: Attaccante
Anno di partecipazione: 1954

L’Ungheria degli anni ’50 era una nazionale paragonabile, in quanto a talento e potenzialità, all’Olanda degli anni ’70. Proprio come i Tulipani, anche i magiari non vinsero nulla, pur giocando delle partite strepitose.
Se Puskas era il talento più puro e cristallino del team che partecipò ai mondiali del ’54 in Svizzera, Kocsis costituì il “bombardiere” ungherese, tanto forte e potente da riuscire a realizzare 11 goal in quell’edizione della Coppa del Mondo (che contava 16 partecipanti, molte meno squadre dei tornei moderni).
Con Puskas infortunato e a mezzo servizio toccò a Kocsis trascinare i magiari alla finale, che persero 3-2 a due contro la Germania Ovest, tra l’altro facendosi rimontare il 2-0 iniziale. Ancora oggi gravano molti sospetti di doping sui teutonici, soprattutto considerando che, il giorno dopo la vittoria, molti di loro furono ricoverati in ospedale per il mal di fegato.

Eusebio

Eusebio

Team: Portogallo
Ruolo: Attaccante
Anno di partecipazione: 1966

La Perla Nera, il pallone d’oro del 1965, il più forte giocatore lusitano di tutti i tempi. Questo era Eusebio da Silva Ferreira, nato in Mozambico, ai tempi in cui questa era una colonia portoghese.
Veloce, atletico, dotato di tecnica sopraffina e di un tiro molto preciso, Eusebio è riuscito a trascinare, praticamente da solo, la sua nazionale a uno storico terzo posto ai mondiali in Inghilterra del 1966. Con nove goal riuscì a imporsi come capocannoniere e confermò la sua fama di fuoriclasse assoluto.
Da allora il Portogallo non si è più ripetuto su questi livelli, pur potendo contare su altri campioni del calibro di Rui Costa, Figo e Cristiano Ronaldo.
Vedi mai che quest’anno, ai Mondiali in Brasile…

Saeed Al Owairan

Saeed Al Owairan

Team: Arabia Saudita
Ruolo: Centrocampista offensivo
Anno di partecipazione: 1994

Potevo chiudere questa top 5 con uno dei tantissimi fuoriclasse che meriterebbe ben oltre una semplice citazione. Invece ho deciso di dare spazio al poco noto numero 10 dell’Arabia Saudita, Saeed Al Owairan, il più grande calciatore della storia del suo paese.
Gli appassionati lo ricorderanno soprattutto per la splendida rete nei mondiali statunitensi del 1994, nella partita del girone eliminatorio contro il Belgio. Un goal stupendo, valutato come il sesto più bello della storia della Coppa del Mondo, che vi invito a rivedere su YouTube.
Capolavoro puro, roba alla Maradona.
Al ritorno in patria il giocatore fu accolto come un eroe e ricoperto d’oro dall’allora re dell’Arabia Saudita Fahd, diventò il volto della pubblicità per Coca-Cola, Ford e Toyota ed ospite abituale alle televisioni arabe. Il successo e il denaro, però, portarono Al Owairan sulla strada degli eccessi e dei vizi, che gli costarono addirittura una condanna di tre anni di reclusione per essere stato sorpreso in un locale a luci rosse. Successivamente ottenne l’amnistia dallo stesso sovrano per poter giocare i Mondiali del 1998. (queste ultime informazioni sono di fonte Wikipedia).

E voi, chi vorreste citare in una vostra top 5 di ricordi della Coppa del Mondo?

- – -

Alex Girola – follow me on Twitter


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines