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Cison di Valmarino: borgo veneto, teatro di curiosi avvenimenti

Creato il 09 marzo 2015 da Elisa Pasqualetto @LizAu87

cison di valmarinoMi avevano sempre detto di andarci a Cison di Valmarino, non solo per essere stato definito uno dei borghi più belli d’Italia, ma anche per gli avvenimenti a cui hanno assistito ognuno dei mattoni delle mura del borgo.

Cison di Valmarino si trova in provincia di Treviso, un piccolo comune sorvegliato dall’alto dal così chiamato Castel Brando, attualmente divenuto un hotel di lusso, ma un tempo dimora della famiglia Brandolini. Proprio uno dei componenti di questa famiglia ha creato qualche scompiglio a Cison di Valmarino e dintorni, tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600.

L’ABATE BRANDOLINI

Personaggio interessante l’abate Marcantonio Brandolini, uomo dal forte carisma, che non perse di certo tempo a far capire in giro di che pasta era fatto. Ambizioso e senza scrupoli, in soli due anni fu nominato vescovo e eletto abate a Nervesa, siamo nel 1592, circa. Marcantonio comincia ad acquisire potere, tramite intimidazioni, omicidi ed avvelenamenti, fino a che il suo stesso fratello Francesco Maria Brandolini, decise di far presente la cosa al Consiglio dei Dieci.

La prima vittima dell’abate fu la moglie del fratello Francesco Maria, Cornelia, per motivi sconosciuti, forse era una testimone scomoda, la seconda fu proprio la sua governante, Lorenza, che, secondo quanto riportato dagli interrogati, era incinta dell’abate. Evidentemente Marcantonio Brandolini, di figli, non ne voleva proprio sapere e decise di risolvere il problema alla radice, avvelenandola.

Anche un frate francescano ci lasciò le penne a causa di un debito con l’abate non saldato, mentre cercava di raggiungere la laguna per rifugiarsi a Venezia fu avvelenato e morì a Palazzo Priuli.

L’abate Brandolini ci prende gusto, e la vittima numero quattro è un maniscalco, Alessandro, figlio di Giovani Sauro da Faveri, che morì dopo tre giorni di agonia il corpo in pochissimo tempo divenne nero.

Il quinto a rimetterci la pelle fu un lacchè, Matteo Barisan, che per qualche ragione aveva iniziato a temere l’abate, testimonianze dicono che fu visto agonizzare a causa di forti dolori al petto e al cuore poco prima di morire. Dopo un paio d’ore dalla sua morte il suo corpo divenne nero.

Il servo Zanetto da Nervesa fu la vittima numero sei, ma le prove furono troppo poche per poterlo ricostruire.

COSA VEDERE A CISON DI VALMARINO

castelbrando
Non si può andare a Cison di Valmarino e non fare un salto a Castelbrando, le visite guidate sono di due tipi, per un massimo di 10 euro a persona, ma per maggior informazioni vi rimando al sito del castello. Castelbrando è raggiungibile a piedi, tramite i sentieri nel bosco, oppure, lasciando l’auto ai piedi della funicolare e salire poi con quella.

Cison è un borgo piccolo, il mio consiglio è di passeggiarci, senza preoccuparsi di dove si arriverà perchè quando meno ve lo aspettate vi troverete al punto di partenza.

Nel periodo estivo, per chi ama camminare, suggerisco un percorso (che spero di fare a breve) chiamato Le vie dei Mulini o sentiero del Rujo, un itinerario a piedi alla scoperta della natura e di antichi mulini che mi sono ripromessa di fare appena il tempo lo permetterà.


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