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Citizen cane

Creato il 13 ottobre 2011 da Tnepd

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Perrotta si becca un editoriale di Travaglio per noi

Se pensate che un vero giornalista sia colui che segue scrupolosamente la regola delle 5 w (what, when, where, why, wc), non leggete questo pezzo. Se invece pensate che un vero giornalista debba essere il cane da guardia del potere, allora saltate pure questo pezzo. Ma se siete convinti che un vero giornalista sia qualcuno con grande esperienza nell’uso delle viti autofilettanti, ecco la biografia che fa per voi.

Marco Travaglio nasce a Torino nel 1964, come scoprirà lui stesso esaminando i movimenti bancari dell’ostetrica.

Consegue la maturità classica e si laurea in “Storia contemporanea ed altre cose che puoi apprendere dai giornali”.

Suo principale interesse è la cronaca giudiziaria, ovvero quel giornalismo specializzato nel fotocopiare atti processuali.

In quest’ambito spazia dalle questioni legate alla lotta alla mafia ai fenomeni di corruzione, il tutto sintetizzabile in una parola: Berlusconi.

Travaglio ormai è dappertutto, e scrive prefazioni anche per pubblicazioni di secondo piano. Tipo le sue.

Ha pubblicato più di 20.000 articoli. Una dimostrazione di enorme capacità linguistica, visto che ad un certo punto le associazioni “Berlusconi mafioso + altro insulto” sono quelle che sono.

Come se non bastasse, ha scritto ad oggi 30 libri. Scusate, in questo momento 31.

Si tratta di 30 libri quasi tutti incentrati sulla stessa figura. O mi confondo con Camilleri?

Uno dei suoi libri più celebri è sicuramente “Regime”, un saggio documentato sulle bugie e le censure mediatiche che gli hanno permesso di diventare famoso.

Travaglio ha spesso svolto coraggiose inchieste collaborando con altre firme di primo livello: “L’odore dei soldi” con Elio Veltri, “La repubblica delle banane” con Peter Gomez e “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” con Max Pezzali.

Nel 2010 ha pubblicato “Ad Personam”, libro il cui titolo sintetizza efficacemente la sua cifra stilistica.

Nel 2003 compare nel film documentario “Citizen Berlusconi” mentre nel 2006 nel film “Shooting Silvio”. A breve lo vedremo in “Sposerò Simon Berlusconi”.

Giornalista dalla preparazione enciclopedica, si dice che abbia letto tutti i volumi nella libreria alle sue spalle. Prima di spedirli all’editore.

Nel corso degli anni ha subito numerose condanne per reati contro l’onorabilità. Peccato manchi un Travaglio a ricordarcelo tutti i giorni.

È promotore, co-fondatore e giornalista de “Il Fatto Quotidiano”. Un progetto in cui si è voluto esporre in prima persona, mettendo come direttore Antonio Padellaro.

Ecco uno dei suoi editoriali più celebri:

Lo chiamano “Santo”, lo osannano dovunque vada, tutti vogliono essere come lui. Secondo la Chiesa Cattolica è Dio, ma è possibile per un condannato in via definitiva essere a capo di una religione che fattura miliardi di euro? Stiamo parlando di Gesù, naturalmente. Un criminale condannato alla pena capitale, evitata grazie alle fraudolenti modifiche delle leggi fisiche fatte da suo padre – persona poco limpida già indagata per pestilenze e calamità varie in Egitto e Persia. Lo possiamo definire un “figlio d’arte”, anche se per i suoi detrattori è figlio di ben altra natura. Tra i suoi “amichetti” abbiamo un riscossore di imposte, un terrorista zelota e un nutrito gruppo di pescatori di frodo.

Travaglio è come il nonno che accarezza i nipotini mentre legge loro una fiaba. Sempre la stessa, tutte le notti. La prima volta è divertente, poi diventa molestia sessuale.

Destò scalpore la sua intervista con Luttazzi, nella quale il conduttore annusò la merda di Travaglio.

Travaglio è stato allievo di Montanelli, da cui ha imparato molto: Berlusconi.

Più volte si è visto condannare per diffamazione. E pensate se la gente leggesse tutto quello che scrive.

La redazione di Umore Maligno è stata condannata 12 volte, dal 2003 al 2011, per reati contro il patrimonio e 26 volte per diffamazione. È attualmente sotto processo presso le procure di Parma e Roma per interesse privato in atti d’ufficio e per concorso in associazione mafiosa presso la procura di Trani.

Se vi pare un po’ troppo anche per figli di cagna come noi ora sapete quant’è facile fare soldi col metodo Travaglio: mettere numeri a cazzo che nessuno andrà mai a controllare, gettando merda su persone merdose.

Autori: [Fotocopiatrice, Indro Montanelli, Berlusconi, Santoro]

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