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Classics never die: Carlos Valenzuela

Creato il 08 gennaio 2016 da Elgraeco @HellGraeco

Per presentarvi questo giovane autore, ho preso spunto dal titolo di una delle sue opere: Classics never die, dedicata ai mostri del cinema horror, perché mi sembra incarni appieno lo spirito e l'opera di Carlos Valenzuela.
Cileno, illustratore frelance, ha un gusto per ciò che io stesso, negli anni, ho definito cinema di cartapesta, quei B-Movie, in bianco e nero, che mi sono così cari e che possiedono, prima ancora dell'avvento degli effetti digitali, intatto tutto l'amore per certo cinema e certa narrazione.

Classics never die: Carlos Valenzuela
Parliamo di vampiri, licantropi, mostri di Frankenstein, che s'aggiravano tra tombe di cartone e ragnatele, alberi scheletrici e nebbia fatta col ghiaccio secco, soffiato sul set dai ventilatori, mentre lastre di sottile metallo venicano scosse per dare l'illusione di tuoni lontani.
Un tempo il cinema era questo. O era anche questo.

E, accanto ai mostri, c'erano loro, le bellezze da appendere al muro: le pin-up.
Mostri e pin-up, che vengono fuori dall'età dell'oro hollywoodiana, un misto di potere sfrenato e paura, che derivava da quello stesso potere.

Classics never die: Carlos Valenzuela
Cos'era, infatti, il Gill-Man (letteralmente "uomo-branchia"), se non il simbolo di quei paradisi perduti citati da Borges, gli unici sconosciuti agli uomini?

L'arte di Valenzuela è la pop-art, le sue opere sono citazioni e rivisitazioni dal linguaggio iconico universale. Che svelano un amore incondizionato per un'epoca che, essendosi stagliata nell'immaginario collettivo, è stata mitizzata, assurgendo a vera e propria corrente di stile e, in questo caso, di arte.

Classics never die: Carlos Valenzuela
Il terrore veniva dallo spazio profondo, molto spesso in forme tentacolari, lunghi tentacoli che agguantavano bellissime eroine dalle tute aderenti e dal casco a sfera, armate di pistola laser, oppure da vecchie e fetide catacombe, rovine nelle quali la creatura, il mostro di Frankenstein, si nascondeva a osservare la scream queen esplorare il complesso sotterraneo, armata di torcia e vestita di una leggera sottoveste di seta trasparente.

Restando in ambito spaziale, perché non una principessa guerriera, accompagnata da R2 D2 che mostra, fiera, le teste dei mostri cervelloni, suoi trofei? Stessi mostri che disturbano il momento di otium letterario di una ragazza, che legge tranquilla il suo libro adagiata sul morbido materasso.

Classics never die: Carlos Valenzuela
Oppure ancora il Gill-Man che attraverso lo specchio, guarda il rito del collant, di una ragazza che fa la boccuccia.

Per nulla spaventate, le scream queens sono in realtà pin-up, fanno quello che sanno fare meglio: posano. Al tempo campeggiavano su locandine, pronunciavano slogan azzeccati, partoriti da geni del marketing di un momento storico in cui ciò che era davvero buono, probabilmente, un secolo dopo, si sarebbe scoperto cancerogeno.

Epoca di estrema appariscenza, linee morbide e mostri orrendi. Tutto perfettamente bilanciato, confezionato, da produrre e riprodurre in serie, da attaccare sulle pareti di un'officina, nella quale erano parcheggiate splendide Cadillac o Ford dalle linee curve e dai colori pastello.

E poi, chi l'ha detto che le pin-up sono stupide? Mettete loro un fucile in mano e attaccheranno, esattamente come Leia, le teste dei nemici/mostri famosi alla parete. Trofei di caccia, Frankenstein, Dracula e L'Uomo Lupo, da ammirare fumando un avana.

* il sito dell'autore
la pagina DEviant Art

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