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Clay Regazzoni, gli anni difficili in Ferrari

Da Carlo69 @F1Raceit
Piloti Clay Regazzoni

Published on dicembre 20th, 2012 | by Alessandro Bucci

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Vera e propria icona per i tifosi della Rossa, l’ex pilota svizzero non riuscì a sfruttare il potenziale della 312 T.

Gian Claudio Giuseppe Regazzoni, svizzero, ma considerato italiano dai tifosi della Ferrari, apparteneva a quella categoria di piloti amati dal Drake, definiti da lui stesso “piede pesante e cuore leggero”. La passione che Regazzoni nutriva per le donne era sicuramente un aspetto che non passava inosservato ad Enzo Ferrari, come anche il carattere guascone ed estroverso dello svizzero.

Clay esordì in Ferrari nel 1970, ottenendo buoni piazzamenti e trionfando a Monza al volante della 312 B. Tre saranno le stagioni trascorse alla corte del Drake per Regazzoni, una parentesi che non porterà i frutti sperati e vedrà lo svizzero fare le valigie in direzione BRM. “Nella foga agonistica rompe troppo”. Questa una delle etichette che fu affibiata al luganese, una definizione che rappresenta al meglio uno dei principali motivi di questa separazione, non particolarmente gradita dai tifosi della Rossa, affezionati al “baffo” svizzero.

Clay Regazzoni's Ferrari cockpit

(Clay Regazzoni al volante della Ferrari – Zandvoort 1971)

Nel 1974 tuttavia Clay fece ritorno al Cavallino Rampante e accettò la compagnia di Niki Lauda, già suo ex compagno alla BRM. Un’annata importante per la Ferrari, la scuderia italiana fondò le basi per una serie di trionfi con il direttore sportivo Luca Cordero di Montezemolo e il direttore tecnico Mauro Forghieri.
Tuttavia la scelta di Regazzoni gli si rivolterà contro, tantè che dalla conflittualità tra i due piloti della Ferrari, ebbe vita facile Emerson Fittipaldi. Il brasiliano, al volante di una McLaren “vecchia” e non particolarmente brillante, vinse il campionato del mondo con soli tre punti di vantaggio su Regazzoni. Nell’aria si respirava delusione per il titolo sfumato, soprattutto perchè la coppia di piloti non era riuscita a sfruttare il potenziale della vettura.
Quella sconfitta valse a Clay il ruolo di seconda guida per le stagioni successive, il Drake puntò tutto sul giovane austriaco dagli incisivi “da coniglio”.

regazzoni e lauda 1975 montecarlo

(Clay Regazzoni e Niki Lauda – Montecarlo 1975)

E’ il 1975 l’anno di svolta per il Cavallino Rampante: la Ferrari 312 T era una vettura innovativa che beneficiava delle geniali intuizioni di Mario Forghieri, in particolare il motore boxer Ferrari, un propulsore che presentava dei limiti, ma al contempo garantiva prestazioni eccezionali.
Lauda vinse il campionato del mondo, mentre Clay giunse solamente quinto, togliendosi giusto la soddisfazione di trionfare nuovamente a Monza, proprio nel giorno in cui Lauda festeggiava il titolo iridato.
“Pilota a tempo perso”. Ecco un’altra etichetta che venne affibiata allo svizzero dal “Vecchio”, cosa che contribuì a deteriorare i già difficili rapporti tra Clay e i vertici del Cavallino Rampante.

Il 1976 è un anno decisamente importante nella Storia della Formula 1. Due i motivi. Il primo con la introduzione della 312T2, la Ferrari migliorava ulteriormente quella che era una monoposto vincente come la 312T e per certi versi rendeva la T2 forse la piu’ vincente della serie delle 312T. La 312T2 infatti si aggiudicava un mondiale piloti e ben due mondiali costruttori, avendo corso fino alle prime gare del campionato del 1978. Il secondo motivo fu il tragico incidente di Niki Lauda al vecchio Nurburgring L’austriaco campione del mondo in carica si ritrovò avvolto dalle fiamme in seguito ad un forte schianto e grazie anche all’aiuto degli altri piloti -principalmente fu determinante l’intervento di Arturo Merzario- ebbe salva la vita, anche se il suo corpo avrebbe portato i segni di quell’incidente per sempre.
L’austriaco fu costretto a saltare due gare e l’avversario James Hunt ne approfittò per rimontare e porsi come avversario più temibile per la corsa al titolo.
Il mondiale si decise al Fuji, in Giappone, sotto ad un’acqua torrenziale. Ancora scosso dai recenti accadimenti, Niki Lauda decise di ritirarsi dall’evento al secondo giro e la Ferrari perse il titolo iridato per un solo punto.
Regazzoni giunse quinto e disputò di fatto l’ultima gara della vita sotto le insegne del Cavallino Rampante, terminando il campionato ancora una volta solamente in quinta posizione.
“Viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota”. Enzo Ferrari non credeva più in Clay e lo svizzero volse lo sguardo altrove. A determinare la rottura tra le due parti, fu soprattutto l’incapacità di Regazzoni nel riuscire a portare via punti agli avversari di Lauda. Per quanto concerne la parte conclusiva del mondiale, dopo i due buoni secondi posti ottenuti in Olanda ed a Monza, Clay giunse solamente sesto in Canada, settimo negli Stati Uniti e quinto in Giappone, senza contare i deludenti risultati ottenuti nella prima parte di campionato su piste quali Interlagos, Jarama e Montecarlo.

regazzoni 1976 312T2

(Clay Regazzoni, Gran Premio del Brasile 1976)

La carriera di Regazzoni proseguì al team Ensign, con il quale riuscì a conquistare solamente cinque punti nella stagione 1977. Gli ultimi risultati brillanti di Clay arrivarono infatti due anni dopo, al volante della Williams FW06 e 07 nel ruolo di compagno di squadra di Alan Jones, con cinque podi e la vittoria al Gran Premio di Gran Bretagna.

Formula One World Championship

(Clay Regazzoni al volante della Williams, Long Beach 1979)

Nel 1980 il tragico incidente di Long Beach al volante della Ensign: nello schianto, Regazzoni riportò gravissime ferite alle gambe e alla spina dorsale e la sua carriera agonistica in Formula 1 terminò.

Scomparso il 15 dicembre 2006 a causa di un incidente stradale lungo l’Autostrada A1, Regazzoni è ancora vivo nel cuore di tutti i tifosi della Ferrari. Sebbene i rapporti tra lo svizzero e la Rossa non siano stati sempre semplici e vincenti negli anni ’70, l’affetto degli appassionati nei confronti di Regazzoni, al contrario, è sempre stato e continua ad essere ai massimi livelli.

 


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