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Cloud Nine - Arrivo (II parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
– Dottoressa Levkova, credevo che la sua equipe avesse molto da fare. –Selene si voltò a quello scocciatore, simulando un sorriso – Buonasera Colonnello, da ciò che mi hanno detto in patria lei sarà la mia babysitter per tutta la durata delle ricerche, non è così? –La figura del Colonnello Matias Larsson sovrastava Selene di buoni dieci centimetri, l’espressione incerta sul volto stonava con il fisico muscoloso tipico di chi apparteneva alla fanteria corazzata, donando all’uomo una parvenza d’ingenuità – Dottoressa così fa sembrare tutto più infantile. –– Perché lo è, Colonnello. –
– Non crede che questo mondo sia ancora molto pericoloso? – chiese il soldato appoggiandosi alla ringhiera, accanto a Selene.– Il Generale Gurevich è qui da più di dieci anni, le cose non sembrano essere cambiate da allora. I Mutanti che l’esercito dice di trovare sono solamente voci messe in giro da qualcuno per giustificare i fondi che il Governatore di J’aa’Ol spreca ogni anno per la difesa planetaria. – aveva letto molti dossier su quella gente e sapeva i vizi e le debolezze di chiunque in nella base. Gurevich era un classico edonista, l’esempio di quanto si potesse scendere in basso, anche avendo a disposizione una vita eterna e il dono di una mente più sviluppata e razionale di quella umana. Larsson era un leader, carismatico quel tanto che bastava a guidare un reggimento intero e abile nel proprio lavoro, purtroppo quelle qualità erano inquinate da una storia familiare che vedeva il Colonnello come unica mela sana nell’albero marcio che l’aveva cresciuta.– Qualcuno potrebbe trovare le sue parole offensive, dottoressa. –– Che facciano ciò che vogliono: ho ben altro a cui pensare! –Il Colonnello sorrise tristemente alle parole di Selene, ma fissandola negli occhi fece notare – Corpo atletico, assenza di occhiali e la solita postura da pilota, senza contare l’assenza di cosmetici. Dottoressa Levkova non so che tipo di scienziato sia lei, ma di solito i topi di laboratorio sono tali perché non trovano di meglio. –Selene rispose allo sguardo del suo interlocutore con un sorriso imbarazzato, dunque quell’uomo non era tutto muscoli e niente cervello come dicevano i rapporti, ma proprio per quel motivo doveva fare molta più attenzione – Sentiamo, cosa sarei secondo lei? –– Francamente? –– Non l’avrei chiesto, altrimenti. – incalzò Selene, simulando un sorriso e per dare altra enfasi al suo personaggio spinse la lingua contro il palato con forza, per arrossire.Il sorriso di Larsson si spense, diventando una smorfia – In passato probabilmente era un pilota, forse di navette da sbarco, ma si è stancata di quel lavoro e ora fa qualcosa di più movimentato, non certo un lavoro di concetto: le sue mani sono pulite, sembrano forti per una donna e qualsiasi topo di laboratorio porterebbe i segni dei guanti in lattice. Quanti anni ha? –Selene era un agente esperto, in passato le era già capitato che qualcuno mettesse in discussione la sua copertura, ma se c’erano occasioni in cui il suo interlocutore poteva sparire o essere convinto a tacere, in quel caso sarebbe stato difficile attuare una delle solite procedure – Non credo siano affari suoi, ma pensavo che un osservatore acuto come lei lo sapesse già. – scherzò, sapendo perfettamente che se uno xatrano raggiungeva l’età di stasi, non voleva dire necessariamente che un altro xatrano non potesse fare una stima di quanti anni fossero passati da quel fatidico giorno in cui il corpo smetteva di invecchiare. Gli stessi esperti comportamentali del CAO avevano studiato a lungo quel fenomeno trovando svariati marker che individuavano l’età reale di una persona a prescindere dall’aspetto fisico.– Non sono così bravo, ma lei è una prima generazione, solo chi non è nato xatrano potrebbe curarsi dell’età di una persona. –Dannazione! Imprecò Selene tra se, non poteva credere che quel soldato avesse compreso qualcosa di lei solamente parlando, ma l’esperienza di simili situazioni le impedì di scoprirsi ancora – Colonnello mi fa tutte queste domande per una ragione particolare, oppure sta solo cercando di sedurmi? – domandò con aria frivola, tentando di ribaltare le posizioni di quella discussione.Fu l’uomo ad arrossire dopo quella sorta di accusa, ma senza scomporsi troppo Larsson si schiarì la voce e corse ai ripari – Sto solo cercando di capire chi ho davanti, quando mi hanno detto che la dottoressa Levkova era un’esperta xenobiologa ho immaginato una persona molto diversa da lei. –– Sta dicendo che non avendo il camice, i capelli raccolti e gli occhiali, non ho il diritto di essere una dottoressa? – ridacchiò Selene, sinceramente divertita dalla pretesa del soldato.– Spero che il mio atteggiamento non l’abbia infastidita: sono sempre molto curioso riguardo ai visitatori di Keeper Hill, specie se sono mandati dall’amministrazione planetaria! Temo di essere stato molto scortese con lei, mi perdoni. – si scusò l’uomo avviandosi verso la scala che scendeva dalla piattaforma.– Colonnello non si preoccupi, è stato divertente parlare con lei. – ammise Selene, sinceramente divertita da quelle maldestre scuse – Sarei felice se potessimo darci del tu. – come insegnava il manuale, era meglio mantenere un profilo cordiale e amichevole con i possibili bersagli e la complicità era spesso il miglior amico di un infiltrato.– Va bene Selene. Buonanotte. –– Buonanotte Matias. –Quando quello scocciatore si fu allontanato, Selene tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un astuccio di alluminio sulla cui superficie era stampigliata la lira simbolo del CAO. Su quel palmare erano stati scritti gli ordini del suo diretto superiore, ma nessuno avrebbe potuto accedervi senza la traccia psionica della stessa Selene, a meno che non volesse saltare in aria. Disse il suo nome ad alta voce, appoggiando il dito sulla lira stampigliata in rilievo per trasmettere la sua traccia psionica e l’astuccio prese vita, accendendosi con la richiesta di un ulteriore codice. Inserite le cifre, il display si riempì con gli ordini scritti che arrivavano dal suo superiore. Selene lanciò un sospiro rumoroso, sapendo che alla fine della faccenda, sarebbero tornate le scartoffie.
Diretto all’Armiere Selene Levkova, agenzia per il controllo.Selene non serve ribadirti la delicatezza della tua missione, la sola presenza dei servizi segreti potrebbe allertare le forze K’Thor di stanza sul pianeta e nessuno vuole che da Council vengano a ficcanasare nelle nostre operazioni. Il compito tuo e della tua squadra è di capire se c’è una reale minaccia dietro le continue incursioni dei Mutanti. C’è ragione di credere che tra le schiere di Mutanti si sia sviluppato un nuovo Kkatsk in grado di controllare le manovre dei sopravvissuti, nel qual caso sarà compito tuo e della tua squadra uccidere la nuova minaccia.Mi aspetto che manteniate un basso profilo nei confronti delle autorità di Keeper Hill e della Xiria, del resto il buon Capitano Kolovich è un mio amico, ma non è tanto sciocco da non guardare oltre il proprio naso, stai attenta a non fartelo nemico, nel caso fosse lui a prendere iniziative nei confronti dei tunnel del sottosuolo.Buona fortuna.

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