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Clown (recensione)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Clown è un mistero, un mistero difficile da risolvere da molta gente. Fa la sua comparsata in Italia, lo scorso autunno/inverno, viene distribuito nelle sale prima che all’estero, e poi scompare. Molti lo chiamavano “il nuovo di Eli Roth[1]”, quando in realtà di suo c’è solo sceneggiatura e produzione.

locandina

Trama

Il figlio di Kent, agente immobiliare, vuole un clown per la sua festa di compleanno[2]. All’ultimo secondo, il clown assunto dà buca, e Kent cerca un modo per non deludere il figlio. In una delle case a lui affidate per la vendita, trova un costume che potrebbe fare al caso suo. Lo indossa, intrattiene i bambini alla festa e… scopre di non poterselo più togliere.

scena1

Considerazioni

Ho apprezzato soprattutto una cosa di questo film: non sapevo cosa aspettarmi dalla scena dopo. Sì, rimanevo sorpreso, ed ero quasi incapace di fare previsioni sugli avvenimenti successivi. Una cosa che va elencata nei meriti di questo film.

E poi, altro applauso andrebbe al regista per essere riuscito a “spaventare”, se mi passate il termine, senza ricorrere ai soliti spaventi meccanici. Jon Watts costruisce la paura scena per scena, con la mutazione di Kent, con i racconti di Karlsson (interpretato da un diabolico e inquietante Peter Stormare), con i frammenti di ossa di bambino che ci fa trovare sul pavimento, con i disegni di quel libro oscuro. Non serve un assassino impazzito che spunta all’improvviso a fare “boooo” per angosciare e per fare un horror con la H maiuscola.

scena2

Alla fine della visione, mi sono però chiesto se quello che avevo visto fosse un capolavoro, un buon film, un colpo di culo o qualcosa che la mia mente stava sopravvalutando. Ancora me lo sto chiedendo, a dire il vero, ma posso assicurarvi che, nonostante il basso, bassissimo budget, Clown è un film che fa il suo mestiere, molto più di tanti prodotti che vengono passati nelle sale e spacciati per “il film horror dell’anno che nessuno vorrebbe farvi vedere e condannato dalla Chiesa”.

scena3

[1] Che poi, io per Eli Roth non è che ho tutta ‘sta fissa, e non capisco poi tutto questo chiasso su di lui. Ha fatto qualcosa di buono? Mi sembra di sì, ma non è il primo regista che mi viene in mente quando si chiacchiera davanti a una birra.

[2] Mistero del perché nei film ci dicano che i bambini amano i clown…


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