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Cocoon, amici miei e la pensione per i dipendenti – terza parte

Creato il 29 dicembre 2011 da Investiresemplice

Ciao, spero tu abbia passato un Natale e un Capodanno degno delle tue aspettative!
Io dal canto mio, a parte gli stravizi alimentari di rito, direi di essermi ben ricaricato ;)

Oggi siamo al terzo dei quattro appuntamenti che hanno come argomento la previdenza.

Nello specifico, dopo aver visto negli articoli precedenti il “perché”, il “quando” e il “quanto” (se non li hai letti, ti consiglio vivamente di fermarti e di seguire questo ordine e di cliccare qui), siamo arrivati al “come”.

Il “come” dipende, da diversi fattori e senz’altro dal fatto che si sia un imprenditore/libero professionista oppure un dipendente.

Andiamo con ordine e dedichiamoci, oggi, ai dipendenti

:)

Come ti andrò a spiegare qui di seguito, se sei un dipendente, sono propenso a consigliarti un FIP o PIP.

:roll:

Cosa sono? sono i fondi pensione aperti, introdotti dalla normativa nel 2001.

Sono piani di accumulo di tipo assicurativo, in cui puoi versare importi variabili, sospendibili e con periodicità flessibile. Ora vediamo la serie di vantaggi che offrono:

1) Il fondo pensione aperto deve essere regristrato alla COVIP (la banca d’Italia delle assicurazioni, per intenderci). Ciò offre una garanzia in termini di monitoraggio da parte di questo organo di controllo, che stabilisce i requisiti legali per concedere ad una compagnia di istituire un FIP. Questa è la prima risposta a chi “non si fida…”

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2) Il patrimonio del fondo è separato e distinto da quello della compagnia assicurativa. Quindi i tuoi soldi devono essere gestiti e investiti, e non possono essere “usati” dalla compagnia, ad esempio, per pagare gli stipendi dei dipendenti (seconda risposta ai “non mi fido”).

3) I tuoi versamenti possono essere investiti con profili di investimento

Cocoon, amici miei e la pensione per i dipendenti – terza parte
molto flessibili. La scelta può essere modificata anche più volte ed é tra il  profilo “garantito” in cui hai una percentuale minimia fissa di rendimento, garantita per contratto, e  tutta una serie intermedia di “linee” con percentuali via via crescenti di azioni (rischio). Ciò fino all’ “aggressivo”, con il 80/90% di azionario. Tutto molto flessibile e personalizzabile.

4) Il tuo FIP per legge è impignorabile e insequestrabile. Questo è previsto dal codice civile. Ciò, acquista ulteriore importanza nelle aziende con più di 50 dipendenti. Molti dei dipendenti che mi è capitato di incontrare nelle aule tenute nelle aziende di queste dimensioni pensano che, avendo optato per lasciare il TFR  in azienda, i loro “dindini” siano nelle casse del solido datore di lavoro. Invece? No, no, no. L’azienda ha infatti l’obbligo di riversare questi soldi all’INPS che li ha pretesi nel 2007 con un criterio di “silenzio assenso” da far venire i brividi ai governi sudamericani

:(
Ora è pur vero che il dipendente vanta il credito nei confronti dell’azienda, che però deve riceverli dall’INPS. Prevenire é meglio che curare…

ora veniamo all’armeria pesante

8)

5) Tutto ciò che versi nel FIP è esente da tasse! Hai capito bene. Tutti i versamenti fino a € 5.164,27 annui sono esenti dalle tanto odiate trattenute IRPEF che hai in busta paga!!! Questo è un aspetto molto importante in ambito di “socialità”. Il fisco infatti, ti “aiuta” (non inorridire) a costruirti la tua pensione privata proprio perché ha un problema sociale di sostenibilità delle pensioni pubbliche molto più “costoso”, del risparmio fiscale che ti concede: usalo! Non lamentarti poi quando guarderai la tua busta paga, se non sfrutti uno dei pochi strumenti per “intercettare” i tuoi redditi prima che vengano “colpiti” dalla scure fiscale! (il risparmio fiscale è circa del 38% e in alcuni casi anche di più!!!)

6)  I casi in cui puoi “ritirarlo” prima della pensione sono gli stessi del TFR …. +1. Dall’8° anno dalla decorrenza infatti, puoi ritirare fino al 30% del tuo FIP per “altre esigenze”. Questo per il TFR non é possibile.

7)Puoi risparmiare tasse per un altro 10%.  Esiste un modo per risparmiare un 10% circa, di oneri contributivi (INPS) che ti vengono trattenuti, sempre in busta paga. Quindi oltre alle trattenute IRPEF puoi risparmiare tutte le trattenute INPS di ciò che versi al FIP

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Bello eh? Caro lettore ti sto dicendo che ciò che versi nel FIP è ESENTATO, da “trattenute” pari ad un circa 50% complessivo, che altrimenti si abbatterebbe sulla tua retribuzione…Non ha senso fare altri investimenti, senza aver reso efficiente la sfera fiscale…Come fare? Questo lo spiego solo ai miei clienti, abbi pazienza
:D

8. Veniamo alla rendita a scadenza. Questo credo sia il vero motivo per cui i FIP in Italia fatichino ad aumentare di numero, riservandoci posizioni risibili nella graduatoria per diffusione di questo strumento, nei paesi industrializzati. Sai quanti sottoscrittori di polizze vita (tanti) in Italia, alla scadenza scelgono di convertire in rendita il capitale (pochi)? prova a dire? lo …. 0,60%(!!!) Tutti ritirano immediatamente il capitale! Pochi, maledetti e subito verrebbe da dire. Il perché meriterebbe un articolo ad hoc, ed è probabile che lo faccia. Qui, per motivi di spazio mi limito a dire che questo è uno scoglio culturale comune a quasi tutti i popoli “latini”. La rendita vitalizia, ossia l’assegno mensile della tua pensione integrativa, è stata inventata dai paesi anglosassoni. Tutti gli strumenti assicurativi di tipo vida “consentono” alla scadenza di poter ritirare il proprio investimento sotto forma di rendita, ma non “obbligano” il cliente a farlo, questi investimenti sono molto diffusi nel nostro paese. Il FIP non di “consente” la rendita, ti “obbliga”: questo agli italiani non piace. Per il FIP a scadenza infatti, cioé all’ingresso in pensione, la normativa impone il ritiro di almeno il 50% sotto forma di rendita, ma si può scegliere anche il 100% di rendita.

Ora, calo l’asso! Adesso ti do un’altra indicazione che ha un valore enorme per te. Dovrei farla pagare, un sacco di soldi

:)

Nella riforma del 2007 è previsto l’unico modo per ritirare anche tutto il 100% sotto forma di capitale. Si, c’é un modo previsto dalla norma stessa dei FIP, che consente alla scadenza di lasciarsi aperte 3 possibilità: 100% di conversione del capitale in rendita, la conversione in rendita del 50% e 50% capitale immediato e, udite udite “terza” possibilità, il 100% di capitale “subito”! Non escludo che tra un pò io non ne faccia un info prodotto acquistabile on-line! Questa possibilità non è in pratica realizzabile, con i fondi pensione “chiusi” o di categoria (Cometa, Fonchim, Alifond ecc.) che comunque consiglio, in linea generale, di sfruttare per via del contributo del datore di lavoro.

Conclusioni

Cocoon, amici miei e la pensione per i dipendenti – terza parte
Considero questo argomento delicatissimo, e fondamentale per l’esistenza di ogni persona. La dignità per la terza età passa soprattutto dallo sforzo personale, che ci piaccia o no, di onguno di noi attraverso l’accantonamento di risorse per la pensione. Non farlo è letteralmente un suicidio in termini di finanza personale. Sono consapevole che il FIP abbia anche dei difetti che, per brevità, sintetizzo in: scarsa efficienza finanziaria dello strumento, scarsa liquidabilità, entità della conversione in rendita. Devo però dire che, per un dipendente, che magari fatica a risparmiare, non usufrire degli enormi risparmi fiscali, per costruirsi una pensione integrativa è letteralmente gettare denaro alle ortiche. Ciò, tanto più, se si concorda con il datore di lavoro, per il quale esistono vantaggi e-nor-mi, di versare nel tuo FIP anziché elargirti premi, gratifiche e aumenti che in busta paga, subiscono enormi riduzioni a causa delle tasse! Magari ti consiglio di concordare un “giusto mix” di entrambe queste possibilità.

La prossima settimana approfondiremo l’uso del TFR per costruirsi la “minima” pensione integrativa, sempre per i dipendenti.

Ora, ti esorto a lasciare un commento.


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