Magazine Psicologia

Coesione come co-esistere

Da Davide

bel tema quello della fiducia, nel mio lavoro di supervisore di equipè impegnate nella relazione di cura, nonmanca volta che non emerga, irrompa, con urgenza ed intensa pregnanza.

anche nel rapporto con i famigliari, nel rapproto tra familiari, sempre si ricrea il bisogno di fiducia reciproca.

come costruirla, come favorirla, come promuoverla e sviluparla?

la saggezza popolare sentenzia: ci vuole tanto a costruirla e un attimo a perderla, la fiducia.

io penso, perché vedo e sento, che per viverla serva coesione, intesa come co-esistenza.

essere presenti nel qui ed ora, per co-costruire quel confine di contatto che permette lo scambio tra gli attori della relazione, è la base di partenza. se l’esperienza lascia una traccia, se il contatto è stato significativo, il rapporto è nutrito e la fiducia sboccia come un fiore che esprime la meraviglia della crescita.

F. Perls ha detto che “anche nel deserto possono sbocciare i fiori”; è bello quando si riesce ad essere presenti, con tutti i propri sensi aperti (Spagnuolo-lobb), ed è permesso cogliere tutto questo.

quando provoco gli oepratori, chiedo: “se andate da un medico lo preferite attento o sicuro?” dopo un po’ incalzo: “quando tentate di spiegargli il vostro dolore-disagio preferite che vi ascolti oppure che scriva già una prescrizione?”

certo, serve molta fiducia, anzitutto in se stessi, per lasciarsi andare ad un contatto libero da schemi prefissi. serve una qualità di pre-senza per non vedere quello che hai nella testa prima di sentire quello che hai di fronte e che risponde anche alla tua presenza.

come una danza, dove i movimenti si armonizzano ogni volta in un autentico rapporto di fiducia reciproca, altri-menti il ritmo singiozza e la performance non soddisfa.

buona co-esistenza.

mat


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