Di solito le associazioni o i patronati (ma anche i giornali) dovrebbero essere “meglio”, anzi un po’ più illuminati della gente comune. La gente comune se piove due giorni si lamenta perché piove, se fa caldo si lamenta per il caldo, se fa freddo si lamenta perché non fa caldo… Le mezze stagioni non ci sono più, la tolleranza nemmeno.
La gente comune dice così. La Coldiretti anche. In un mese (forse qualche giorno in più, comunque poca roba) si è lamentata del freddo, della neve, della siccità, della pioggia. Allarme in ogni occasione: per l’acqua, per il sole… Forse anche per le nuvole (e meno male che, in questa stagione, di solito non grandina…).
Prendiamo atto della vita grama dei contadini, sempre alle prese con insidiosi contributi europei da agguantare. Però, insomma, sarebbe forse bene che la Coldiretti gridasse “al lupo” quando il lupo c’è. E non dopo quindici giorni in cui non piove, o dopo tre giorni di pioggia.
Mica che freghi qualcosa al lupo (che manco più c’è, altrimenti sarebbe “allarme lupo”): è solo questione di credibilità.