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Colpa delle Stelle – Storia di numeri. Infiniti. Stellari.

Creato il 01 settembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

commento di Valeria Ventrella

Summary:

C’è addirittura chi ha definito Colpa Delle Stelle il film più commovente di tutti i tempi, battendo Love Story, campione in carica da ben 44 anni. Ma di questa storia, oltre all’epilogo simile, rimangono impresse l’ironia e la leggerezza che trainano la vicenda. La spensieratezza degli adolescenti che non si affievolisce neanche affrontando tematiche universali e potenti, come il labile equilibrio tra esistenza e oblio. Questa storia dà senso al tempo, lo alimenta, lo rende palpabile. Lo dilata. La trama non sottolinea la diversità, la esalta con la dolcezza con cui la mostra. Siamo talmente rapiti da questa poetica visione dell’esperienza che proviamo a giustificare le avversità e le ingiustizie che la vita ci prospetta, ricorrendo ai temi affini agli adolescenti, appellandoci alla matematica e al destino connesso nelle sue logiche. Con i suoi infiniti, alcuni dei quali sono semplicemente più grandi di altri. E forse più fortunati. Questa è la storia di un piccolo infinito, un per sempre dentro un numero finito di giorni. La storia di due ragazzi straordinari, uniti da un umorismo pungente, dallo sdegno per le convenzioni, da un amore travolgente e da un viaggio incredibile. Attraverso la loro avventura scopriremo che il mondo non è un “ufficio esaudimento desideri”. Bisogna adeguarsi, evitare di auto commiserarsi, provare a dare un nuovo senso ai frammenti di una vita i cui pezzi non si incastrano più.

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Colpa Delle Stelle non è un film sulla malattia ma un percorso che esplora il lato bello, eccitante e tragico della vita e dell’amore. La storia è narrata da Grace, sedicenne affetta da una rara forma di cancro ai polmoni, obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di supporto. Inaspettatamente qui incontrerà l’amore. Augustus, affascinante compagno di sventure la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, che insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale sarà infinitamente prezioso.
Questa è una trappola per spiriti emotivi. Commuove, certo, anche se non c’è spazio per il melodramma. La malattia non è al centro della storia, è un intruso. I protagonisti parlano della malattia con ironia e aneddoti divertenti, per raccontare le loro reciproche battaglie, descritte in modo intenso, senza cadere in scontati sentimentalismi. Unica riflessione: credo che nessun adolescente di oggi vanti una tale maturità. I personaggi dipinti nella vicenda talvolta sono poco credibili: Hazel pronunciare frasi inverosimili e pretenziose, mentre i lunghi monologhi di Gus sono pomposi e surreali. Ma è ovvio che ci sia un po’ di artificio in questo racconto, un po’ di poesia. E se il New York Times, che considera la “trama tragicamente realistica» o il Times, che sostiene che il romanzo sia “quasi geniale”, hanno superato il gap generazionale tra finzione e realtà, possiamo farlo anche noi.
Una stella alla ex musa di David Lynch. Degna di nota la madre di Hazel, Frannie, interpretata da Laura Dern. Una figura capace di trasmette meravigliosamente la devozione e l’ansia di una madre alle prese con la malattia che affligge la sua bambina. Non c’è strazio, emerge tra gli sguardi e dai dialoghi solo l’immenso amore, universale, che lega madre e figlia, unite da complicità e preoccupazione reciproca.
Il motivo di questo successo? “Questa storia è come ‘Titanic’ ed il cancro è come l’iceberg contro cui ci scontreremo – dichiara il regista – Ma il film non può incentrarsi sull’iceberg; deve essere una storia d’amore. Doveva avere momenti reali e speciali”.
Cifre da record. Da 43 settimane al primo posto nella classifica “young adult” del “New York Times”, ed è rimasto per 124 settimane consecutive nella classifica dei bestseller del quotidiano. Il libro ha dato vita ad un genere letterario. Ha inventato un genere. Come sostiene da tempo il “Daily Mail” che nel 2012, anno d’uscita del romanzo di Green, ha coniato il termine “Sick Lit” per indicare tutti quei romanzi che raccontano le storie di adolescenti affetti da malattie ma che non hanno perso la gioia di vivere. Una letteratura di genere che può dividere la critica ma che ha il merito indiscusso di aver avvicinato alla lettura milioni di young adult, che hanno portato i romanzi di John Green a sfiorare i 14 milioni di copie vendute solo in Nord America e a diventare bestseller in tutto il mondo. Sei mesi prima dell’uscita di Colpa delle stelle, prima ancora che Green finisse di scrivere, gli ordini del libro su Amazon e Barnes and Noble avevano già raggiunto le 150 mila copie prenotate. Ma se si pensa che la sola pagina Facebook di questa pellicola ha più di 8milioni e mezzo di fan, allora si capisce meglio la portata di questa operazione. Dopo lo straordinario successo ottenuto negli USA dove a una mese dall’uscita ha superato i 120 milioni di dollari d’incasso, battendo i super favoriti Maleficent e Edge of Tomorrow, con un budget 15 volte superiore, arriverà sui nostri schermi il 4 settembre. E se oggi, in Italia, è al terzo posto nella classifica dei libri stranieri più venduti, quando la pellicola uscirà nei nostri cinema, si piazzerà sicuramente al primo.
Una curiosità? Green ha iniziato a lavorare a questo romanzo nel 2000 dopo aver prestato servizio come cappellano presso un ospedale per bambini. Tra i motivi del successo di Colpa delle stelle, secondo gli analisti, c’è stato anche il coinvolgimento diretto nel film di Green, classe 1977, inserito quest’anno da Time Magazine nella lista delle 100 persone più influenti del mondo. Questo è il film su cui si e’ più twittato nel 2014.
Un consiglio? Fate un favore a voi stessi: quando andate al cinema, portatevi dietro una buona scorta di fazzoletti di carta.

di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net


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