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Colpi di fortuna, la recensione: l’unica fortuna è avere Lillo e Greg

Creato il 23 dicembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Non c’è Natale senza cinepanettone, e questo lo sappiamo. Sappiamo anche che i cinepanettoni non sono più quelli di una volta: dall’anno scorso la Filmauro ci ha abituato a film episodici, trainati dai comici più popolari. Dall’amore si passa quest’anno alla sfortuna, le battute restano grossolane ma viene bandita ogni volgarità di tipo sessuale (niente tette e culi, per intenderci: c’è giusto una battuta di De Sica sulla s***a, e via). Neri Parenti puntuale alla regia, timoniere di un cast scelto per compiacere il grande pubblico. Diciamo subito che anche in Colpi di fortuna ritroviamo il fedelissimo Christian De Sica, che si riconferma titolare e mattatore del genere nell’episodio di mezzo. Con tanto di cornetti anti-sfiga, sciarpe di cashmere e solito savoir-faire che non disdegna momenti e gesti altamente trash.

Un film a episodi
Dicevamo, un film a episodi. Da due si passa a tre. E il primo parte con Luca e Paolo reduci da una “notte da leoni” dei noantri, alla ricerca ossessiva di un biglietto fortunato che li condurrà dritti – guarda un po’ – dai calciatori del Napoli. Sketch telefonati, sceneggiatura debole, meglio passare al secondo episodio. Diverte vedere Francesco Mandelli tener testa a Christian De Sica, il gioco sugli equivoci funziona, qualche battuta strappa ilarità: nulla di travolgente o di non già visto, eppure per un intrattenimento lievissimo e senza pretese, per così dire, funziona. Certo, si resta nell’ambito del macchiettistico: Mandelli è l’uccello del malaugurio, un ragazzo che sogna il posto fisso ma ha per destino quello di portare una sfortuna incredibile. Qualsiasi cosa tocchi cade, esplode, si frantuma, e le persone che gli stanno accanto non fanno miglior fine. Compreso il super-fortunato De Sica, il quale dovrà escogitare nuove tecniche contro il malocchio. Occhio al gesso.

Gallery Colpi di Fortuna

Lillo e Greg: il vero (mini)film
Il migliore tra i tre episodi resta senz’altro quello finale, per l’ottima coppia d’attori Lillo e Greg. Lillo interpreta un ex ballerino di prima fila di Raffaella Carrà, sposato e con quattro figli. Un giorno scopre di aver ricevuto un’eredità da un padre che non sapeva di avere e nel mezzo del lascito c’è Greg, suo fratello matto. Anche qui, la sceneggiatura non brilla per originalità, tuttavia sono le performance degli attori che rendono l’episodio valido: la schizofrenia a cui dà vita Greg – già esplorata a teatro- è tanto efficace ed esilarante quanto i momenti slapstick di Lillo, entrambi riescono a rendere credibile qualcosa che sulla carta era poco verosimile. Alla fine, il loro episodio si configura come un mini-film nel film, che a posteriori dispiace non sia stato prolungato e approfondito in un film a parte. Lanciamo l’idea per uno spin-off, che magari vanti una sceneggiatura più solida e qualche idea davvero nuova: buoni propositi per il prossimo Natale.

Di Claudia Catalli per Oggialcinema.net

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