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Come affrontare la prima classe di scuola Primaria

Da Maestrarosalba
Come affrontare la prima classe di scuola Primaria Come affrontare la prima classe di scuola Primaria è un tema parecchio dibattuto in rete, non spauracchio dei bambini ma quasi uno spettro per i genitori, molti dei quali affrontano con ansia il periodo che precede l'ingresso del loro figlio a scuola.
Queste paure trovano la loro ragione d'essere nei racconti, provenienti sia dal contesto sociale sia dai media, che non sempre descrivono realtà esaltanti, raccontando di vere e proprie tragedie scolastiche.  Intanto è bene ricordare, non perché è rassicurante ma perché è vero, che ogni esperienza di scuola è un caso a sé, persino con gli stessi insegnanti e nella stessa scuola. Non è affatto vero che casi di disfunzione scolastica producano sempre situazioni analoghe. La realtà scolastica di un bambino dipende da più fattori: gli insegnanti, il gruppo classe e la sua famiglia. Cambiando uno di questi fattori è evidente che non si possono fare associazioni di alcun tipo su esperienze vissute da altri.  Anzi a volerla dire tutta la prima cosa da fare, banalmente, è proprio evitare di ascoltare cose negative sia sulla scuola, sia sui compagni che sui futuri insegnanti del bambino.
Prima dell'ingresso Può essere che la scuola organizzi una riunione preliminare affichè genitori e insegnanti possano conoscersi e scambiare le notizie necessarie al funzionamento dei primi giorni di scuola, è l'occasione per sciogliere i dubbi, per farsi un'idea di cosa chiedono gli insegnanti, per misurarsi insomma sui modi di fare e sulle incombenze, anche pratiche, di ciascuno. Se la scuola non l'organizza non c'è ragione per non provare a proporla come genitori, rivolgendo con cortesia una richiesta al Dirigente o ai futuri insegnanti quando si sa chi sono.
Il primo incontro
Incontrarsi la prima volta al di fuori del contesto classe serve a "prendere le misure", tastare il terreno su entrambi i fronti, genitori e insegnanti. Entrambi devono fare lo sforzo di capire quali sono le aspettative vicendevoli, quali sono i punti ritenuti più importanti, quali le cose da evitare e quali quelle da fare. Fin dall'inizio è bene improntare la relazione su un rapporto schietto, come si usa dire "giocare a carte scoperte", dirsi le cose sempre nelle sedi opportune e mai per interposta persona, meno che mai gli alunni, da entrambe le parti. Un solido rapporto scuola famiglia si fonda, al contrario di ciò che si può credere su basi elastiche. Avere regole non significa dover procedere per inviolabilità, le regole sono fatte per essere concordemente cambiate quando non sono più funzionali, l'importante è saperlo reciprocamente. Accordarsi significa per entrambi lasciare da parte idee e preconcetti e lavorare sul confronto man mano che le cose procedono, limando e trovando soluzioni volte al miglioramento, saper affrontare le difficoltà quando si presentano, essere propositivi, provare a portare soluzioni senza prevaricarsi nei rispettivi ruoli.  E' importante ricordare che i bambini sono alla prima esperienza, che lo sono spesso anche i genitori e che gli insegnanti sono il motore propulsivo a scuola mentre a casa lo sono i genitori. Il riconoscimento dei rispettivi ruoli è il punto di partenza più importante.
Le soluzioni pratiche
Ma tutto quanto si è detto sopra sarebbero solo buoni proclami se non si è in grado di concretizzarli in fatti e procedure ben precisi. Più di ogni altra cosa le procedure, i fatti e le soluzioni organizzative sono il segno tangibile di una scuola credibile e che funziona. Sia pure in questo periodo di incertezze l'autorevolezza dell'istituzione scuola è data da atti concreti e trasparenti nel funzionamento, dalle promesse mantenute nel patto educativo che rappresentano la carta d'identità della scuola e in aula dagli insegnanti: comunicazioni scritte, comprensibili, puntuali ed efficaci, orari di ricevimento settimanali o quindicinali, ad esempio durante l'ora di programmazione al pomeriggio, con possibilità di personalizzazione magari utilizzando un'ora buca al mattino. Non eccedere nelle richieste, perché in prima sono davvero poche le cose che servono tra materiali e corredo scolastico. Specificare l'utilizzo di un grembiule o qualsivoglia divisa facendo riferimento ai documenti ufficiali della scuola. Dettagliare il funzionamento degli uffici di segreteria e le procedure sulla sicurezza e la privacy; anche quando l'istituzione consegna copia dell'estratto del Pof è giusto che gli insegnanti siano in grado di fornire sempre questo genere di informazioni.
Affrontare le complessità
Rendersi disponibili a trovare una soluzione, utilizzare l'ascolto attivo, non anticipando le conclusioni ma sollecitando con domande che aiutano a capire entrambi, non dare mai giudizi precipitosi o partire durante un colloquio con frasi "Con suo figlio non so più che fare", nulla spaventa di più la famiglia del senso d'impotenza di un docente, che invece dovrebbe in questo caso, non solo sapere come comportarsi, ma esprimersi dicendo di aver provato diverse soluzioni che non si sono rivelate efficaci e chiede alla famiglia indicazioni e sostegno per capire  ed elaborarne una condivisa. E per i genitori invece mai lasciarsi andare a commenti sull'operato dell'insegnante che sarà il primo ad accorgersi perché i bambini a scuola sono trasparenti e il loro atteggiamento finisce con l'essere spia di ciò che si argomenta a casa. Meglio recarsi a scuola e affrontare con l'interessato il problema quale che sia.
In ultimo, ma non meno importante E se davvero al termine di un anno qualcosa dovesse andare storto e potrebbe prospettarsi la necessità di un cambiamento di scuola, non c'è motivo per rammaricarsene: il cambiamento è meno drammatico di ciò che appare, anzi a volte è salutare per tutti. E' capitato talvolta, avendo notato segni si sfiducia nelle famiglie, di consigliare un cambio di scuola. Non c'è nessun male a dare l'opportunità al bambino, che per tanti motivi, neppure attribuibili a qualcuno in particolare, potrebbe non aver trovato il clima ideale per lui o che questo clima non si sia stati in grado di costruirlo, di cambiare e di ricominciare altrove.
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