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Come aumentare il traffico e salire nella gerarchia di GoogleIntervista a Giulio Xhaet – Seconda parte

Creato il 04 marzo 2014 da Tiziana Zita @Cletterarie

l43-pecore-milano-111001105921_bigCome si fanno i titoli, post lunghi o brevi, l’email marketing, il crosslinking,
la pubblicità contestuale e i venditori di fumo digitale: continua l’intervista sul web marketing a Giulio Xhaet. Se volete leggere la prima parte cliccate qui.

I titoli sono importanti, ma come farli? Se ad esempio parlo di un libro in un post devo sempre mettere titolo e nome dell’autore se voglio che Google e i motori di ricerca sappiano di cosa parla e lo indicizzino. In questo modo però non si possono fare dei titoli creativi, a meno di non farli lunghissimi aggiungendo, al nome e al titolo del libro, anche un titolo creativo. E’ così? 

La SEO non deve mai ammazzare la creatività, ma bisogna anche spiegare sin dal titolo di cosa e di chi si sta parlando. Bilanciate le informazioni di base e la creatività con lo spazio a disposizione di titoli e sottotitoli. Pensate anche a come intercettare pubblico potenzialmente interessato che però non conosce né l’autore né il titolo in questione e che quindi, non inserirà queste parole chiave, ma keyword più generiche sull’argomento trattato. È uscito un buon romanzo horror italiano? Provate a vedere quali parole chiave correlate a “romanzi” e “horror” sono quelle più cercate in Italia, attraverso strumenti quali Google Adwords: Strumento Parole Chiave e Google Trends: una soluzione potrebbe essere ad esempio: “La nuova rivelazione dell’horror italiano” (titolo post) – “Esce oggi titolo di autore” (sottotitolo post).

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Mi è stato consigliato da amici esperti di marketing di scrivere post brevi, o se sono lunghi, dividerli in più parti. Eppure il mio articolo più letto è un articolo in inglese su Murakami: è molto lungo, appassionato e ha un senso compiuto. Credo che se fosse spezzettato non avrebbe lo stesso successo. Perché pubblicare spesso e in modo spezzettato dovrebbe essere meglio?
Perché gli utenti sono abituati a una dieta di lettura su internet breve e sintetica: Twitter docet. Se disponete di contenuti vasti e approfonditi potreste pensare di dividerli in un post a più appuntamenti (parte 1, parte 2 ecc), in modo di avere più contenuti e poi di ragggruppare il tutto in un ebook/dossier scaricabile gratuitamente dagli utenti, magari attraverso modalitá di social payment attraverso le quali gli utenti pagano con una condivisione sui social. Provate Pay With a Tweet: è davvero efficace per moltiplicare la visibilità dei vostri contenuti.

Tra l’altro ho letto su Prima Comunicazione che nei giornali online a pagamento, le notizie non devono essere brevi come quelle che si trovano gratis sul web, ma al contrario lunghe e approfondite, in modo da offrire “un’esperienza immersiva”.
Sono daccordo, anche se gli utenti disposti a pagare con un paywall di questo tipo sono ancora una piccola nicchia, soprattutto in Italia: tendenzialmente se devono pagare preferiscono andare in edicola e sfogliare la cara vecchia carta!

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Ricevo numerose mail in cui mi propongono “database di aziende e clienti interessati alla mia offerta” e mi prospettano di salire nelle prime posizioni dei motori di ricerca. In America quando nascono dicono a tutti che diventeranno il presidente degli Stati Uniti, ma poi uno solo diventa il Presidente degli Stati Uniti: è lo stesso per la gerarchia su Google?
I database sono da studiare con attenzione: se troppo generici non funzionano. Inoltre la legislazione è severa con chi “acquista” i dati degli utenti in modo non trasparente nei loro confronti. Le persone non devono sentirsi invase da mail a pioggia, onde evitare l’effetto spam e in definitiva ottenere un effetto boomerang, anche nelle pagine di Google. Quindi andateci estremamente cauti con questi soggetti: spesso si tratta di venditori di fumo digitale. Vi consiglio caldamente la lettura di E-mail Marketing di Nazzareno Gorni, edito da Hoepli, che vi spiega come sviluppare strategie via newsletter e dem (Direct Email Marketing) davvero efficaci. Altrimenti esistono strumenti quali Mailchimp che vi permettono di lanciare una vostra newsletter a migliaia di utenti, e finchè non raggiungete diverse migliaia di contatti nel vostro database, Mailchimp è totally free.

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Altra cosa che mi propongono sono gli scambi di link gratuiti con altri siti. Devo farli?
Gli scambi di link privi di contenuto per Google contano pochissimo, probabilmente quasi zero. E se fate crosslinking con realtà a caso potrebbe persino danneggiarvi. L’unica cosa che consiglio è creare una pagina di partner / clienti / stakeholder nei quali aggregate in pagine tematiche i loro loghi, immagini e contenuti testuali di riferimento.

Su internet si può conoscere bene il proprio target e quindi è possibile fare una pubblicità mirata, ma siamo proprio sicuri che serva a qualcosa che ogni volta che vado in un sito m’insegua una pubblicità dei voli per Lisbona, dove sono appena andata? Oppure mi propongono un libro che ho già letto e che non ho nessun bisogno di comprare? Che effetti può avere tutto questo se non irritarci come quando riceviamo le innumerevoli telefonate dagli insopportabili gestori telefonici?
La pubblicità contestuale è agli albori e ancora poco raffinata: dati statistici però dimostrano che se ben progettata è efficace per un target specifico. Se proponete argomenti / prodotti / servizi di nicchia può offrire risultati di business non indifferenti. Il mio consiglio è di studiare con attenzione come funziona il retargeting in modo da poterlo gestire e modificare la vostra campagna in tempo reale, sapendo perché lo fate.

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L’aspetto preoccupante della faccenda si ritrova a mio avviso in quello che Eli Parisier descrive efficacemente nel suo libro The Filter Bubble: la difficoltà sempre maggiore delle persone di trovarsi in rete delle offerte inaspettate e, in generale, limitare l’imprevisto che è alla base della creatività e delle scoperte più interessanti. Infatti le promozioni e i “consigli” dei vari Google, Amazon, Ebay, ecc. sempre più si basano su ciò che ci dovrebbe piacere, in base alla nostra navigazione pregressa, quindi cercano di non offrirci nulla di strano o bizzarro per noi, incasellandoci in un target abbastanza monotematico.
Ma è ancora presto per preoccuparsi: fate su Amazon un regalo ai vostri nipoti cercando tra bambole e costruzioni per bambini ed ecco che la piattaforma comincerà a consigliarvi peluche e omini della Lego. Sotto questo punto di vista il Grande Fratello digitale è ancora giovane, inesperto e, diciamolo, pure un po’ tonto
;)

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Giulio Xhaet è consulente e formatore professionista per grandi aziende e piccole e medie imprese; fondatore di Professioni del Web, coordinatore scientifico e docente presso la Business School del Sole 24 Ore, strategic Consultant presso Ninja Marketing, CEO e Co-Founder di Appluego – startup che si occupa di applicazioni mobile per grandi eventi – e autore per del volume Le Nuove Professioni del Web.

Giulio Xhaet .è consulente e formatore professionista per grandi aziende e piccole e medie imprese; fondatore di Professioni del Web, coordinatore scientifico e docente presso la Business School del Sole 24 Ore, strategic Consultant presso Ninja Marketing, CEO e Co-Founder di Appluego – startup che si occupa di applicazioni mobile per grandi eventi – e autore per del volume Le Nuove Professioni del Web. – See more at: http://cronacheletterarie.com/2013/12/18/come-aumentare-il-traffico-e-salire-nella-gerarchia-di-googleintervista-allesperto/#sthash.RWODhBaS.dpuf

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