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Come é la vita da espatriato 2.0?

Creato il 20 marzo 2013 da Koalalondinese @farego

by Koala Londinese on Mar 20, 20137:02 pm No Comments

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Prima di trasferirmi a vivere a Londra, guardavo gli espatriati con occhi di profonda invidia mista ad ammirazione.

Per me erano una sorta di eroi, persone con le palle quadrate che erano riusciti a realizzare i loro sogni. Gente senza dubbi e paure che si erano buttati nella mischia, e avevano preso il volo verso dorati lidi. Ero sicura che vivessero come in una sorta di sogno poiché vivevano all’estero, in cittá fighissime, con lavori tostissimi, guadagnando soldoni e ridendosela di chi era rimasto … Sí ok l’ho un pó romanzata, ma suvvia alzi la mano chi di noi non ha mai sospirato con aria trasognante, al solo sentire che l’amico dell’amico era espatriato chissaddove …

Ma come avrá fatto?

Che gran botta di culo!

Beato lui, che invidia!

Chissá come se la sta spassando laggiú, e qui quando ci torna piú!

Se potessi … lo farei anche io ma mi manca questo e quello per farlo.

Nell’immaginario collettivo, come giá detto, l’espatriato vive quasi sempre al centro della cittá, in questo caso zona 1 di Londra, ha un lavoro che gli permette di vivere alla grande, possiede una cerchia di variegate ed interessanti amicizie con cui esce per una pizzata e gingerino una sera sí e un’altra pure, va a mostre, cinemate e se la ride ai tavoli di un rustico pub very british, davanti a una bella pintona di birra fresca. I viaggi si sprecano e ha sempre l’aria mistico-snob con laptop sulle ginocchia mentre scrive da un areoporto all’altro, o seduto ad uno Starbucks mentre placido sorseggia un caffé. Insomma la sua vita é glamour, figa, dinamica e soprattutto interessante.

Magari non lo diciamo ad alta voce, peró lo pensiamo: chi espatria passa sicuramente a fare una miglior vita.

Peccato che di questi tempi le cose siano nettamente cambiate e non corrispondano piú ad immagini idilliache di espatriati ridenti e senza problemi.

Parola di boyscout, anzi, di espatriata!

Chi lascia l’Italia per cercare fortuna all’estero si preparasse che non saranno tutte rose e fiori, specialmente i primi tempi, primi tempi che potrebbero pure durare un paio d’anni. Questo ovviamente dipende da situazione a situazione e da persona a persona.

Innanzittutto ormai si espatria per disperazione, sono davvero pochi quelli che espatriano perché preferiscono vivere a Berlino invece che a Bologna. Quindi, chi espatria per disperazione spesso espatria da “scannato 2.0″, ossia con pochi soldini in tasca e il coltello in mezzo ai denti.

I primi tempi non sono davvero idilliaci poiché spesso si hanno budget ristretti e quindi ci si deve adattare a vivere con altra gente, in case che non sono proprio l’attico vista Tamigi o il quartiere ultra glamour fatto di casine vittoriane, dove immaginavamo vivesse il nostro mega-super-duper-fortunato-espatriato.

Di certo non finirete a fare subito i mega-mago-manager, non siederete su poltrone di pelle in uffici grossi quanto San Pietro con viste panoramiche mozzafiato da far vergonare quella del London Eye. A meno che non abbiate un CV di tutto rispetto da sbandierare, pieno di esperienze professionali di alto livello, esperienze forti in una certa nicchia di mercato – e no non intendo dire come cameriere o commessa – finirete tutti di sicuro a servire cibo a clienti affamati, o a vendere abiti nelle varie catene di negozi. Quindi lo stipendio non sará quello ad infiniti zeri, che immaginavamo l’espatriato figo-manager incassasse.

Non parliamo poi della famosa lingua inglese che tutti sembrano parlare come regina comanda, per poi arrivare qui e letteralmente schiantarsi contro il normale e quotidiano parlato.

Io sono partita da sola, non avevo amici se non una ragazza che viveva fuori Londra, e quindi me la sono dovuta cantare, suonare e ballare tutta da sola.

Sembra easy integrarsi ma gli inizi son dolori per tutti, cercare casa, aprire un conto in banca, farsi un NIN, capire gli inglesi e i loro usi e costumi, le dinamiche, cosa cercano e vogliono, come ci si puó integrare nella societá, cercare un lavoro, correre di qua e di la perché Londra é enorme e le distanze da percorrere possono anche portarvi a farvi stare 1 ora di fila su di un mezzo pubblico, se poi invece non dovete cambiarlo piú volte.

Si vive da espatriato con il cuore diviso a metá tra ció che si é lasciato, famiglia e amici, e la nuova vita tutta da costruire e scoprire.

Poi quando si torna in Italia ti prende la malinconia e sei diviso tra il mi manca casa e il é meglio rimanere qui in UK. Piú gli anni passano e piú le distanze crescono, arrivano nuovi amici e a quelli vecchi lasciati in Italia non sai mai che raccontare, perché non possono capire e seguirti su tutto. Loro mica vivono a Londra con voi, e tante dinamiche non le conscono mica.

Alcune volte accadono cose che vorresti subito raccontare e vivere con qualcuno dei tuoi cari ma hai solo Skype o il telefono, e non sono lí fisicamente a viverle con te. Certo tutto questo varia da persona a persona, ma la nostalgia é canaglia e ti porterá a vivere con un piede in due staffe, fra ció che hai lasciato e ció che hai acquistato.

Quindi no, non é tutta rosa e fiori la vita all’estero poiché ogni nazione ha i suoi pro e contro e bisogna partire con molta umiltá, voglia di fare e di mettersi in gioco, di rischiare e provarci, ma soprattutto ci vuole pazienza tanta tantissima pazienza.

Con questo non voglio assolutamente dire che la vita da espatriato fa schifo, no anzi, é che forse proprio perché ricominci da capo, perché te la stressi e sudi che allora vale di piú, vale come oro puro!

Forse quell’aria che vedi nell’espatriato, quel glow luminoso é soltanto orgoglio di avercela fatta nonostante tutto, di essere stato capace di trasformare un sogno in realtá, vivendo un percorso pieno di sfide, di curve, di sterzate ma anche di camminare una via fatta di trionfate e vittorie.

Ognuno si lastrica la via che vuole, quindi la prossima volta che vi trovate davanti ad un espatriato, non guardatelo con occhi d’invidia e gelosia, ma guardatelo con occhi nuovi di chi sa che dietro ai suoi sorrisi e ai suoi fighissimi racconti, ci sono difficoltá e paure che ha dovuto prendere per le corna. Che poi uno sceglie di raccontare quello che vuole, e qualche volta si tralasciano dettagli e si preferisce raccontare solo di vittorie e successi, senza dire delle “ginocchia sbucciate” lungo il cammino.

E soprattutto guardatelo come uno di voi non mettetelo su piedistalli, anzi guardatelo e ditevi se lui puó perché io no? Che cosa mi manca in meno di lui?

Non metette su stupide escuse ma siate invece coraggiosi e determinati, lasciando a casa le idee e le credenze che chi espatria troverá subito successo e gloria.

Guarda che Roma non s’é costruita in un giorno solo!

 

Sir Koala ringrazia e saluta.

 


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