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Come (e perché) investire in bond americani

Da Mrinvest

Nel corso degli ultimi i giorni i tassi di interesse applicati ai bond americani hanno conseguito un nuovo balzo in avanti. Un incremento che sembra essere determinato non più dalla debolezza europea - un elemento che oramai i titoli a stelle e strisce hanno ben consolidato - quanto dalla fuga dai Bund, considerato che i titoli decennali tedeschi per la prima volta negli scorsi giorni hanno toccato il rendimento dell'1%, a causa dei segnali concreti di rafforzamento dell'economia europea, oramai entrata in una fase di reflazione.

Una buona notizia, dunque, che tuttavia corrisponde a un radicale cambiamento di scenario per tutti coloro i quali erano abituati a investire in bund tedeschi e, oggi, si ritrovano tra le mani un rendimento abbastanza incerto. Da qui - sottolineava il quotidiano Milano Finanza - anche la domanda su come mettere mano ai portafogli per poterli preparare a una nuova fase, valutato anche che dall'inizio della crisi finanziaria ad oggi le principali banche centrali (Fed, Bce, Boe, Boj) hanno stampato moneta per circa 5.700 miliardi di dollari.

Secondo quanto afferma Mark Haefele, global chief investment officer del wealtth management di Ubs, niente sarà per sempre. E dunque dopo più di sei anni saranno le stesse banche centrali a valutare che la fine della fase è vicina, e che questo momento di transizione non sarà affatto privo di rischi. A spegnere i fuochi del timore c'è Credit Suisse, con gli analisti dell'istituto di credito elvetico che rassicurano, evidenziando come non vi siano, all'orizzonte, dei rischi di un'inversione a breve dell'andamento delle borse mondiali: attualmente il premio per il rischio stabilito da Credit Suisse è del 5%, ma secondo i modelli il valore può scendere anche sotto il 4%, ben lontani - comunque - dal 2,4% toccato durante i picchi di mercato.

Per quanto concerne la possibilità di sottoscrivere dei titoli di stato esteri, ricordiamo che per poter procedere a una simile operazione di arricchimento del proprio portafoglio, magari in linea con una idonea strategia di diversificazione geografica e settoriale, è sufficiente contrarre con la propria banca un rapporto di deposito amministrato che sia in grado di accogliere non solamente asset nazionali, quanto anche oggetti di investimento internazionali, come appunto i titoli di Stato esteri. Detto ciò (generalmente tali depositi vengono resi disponibili dietro pagamento di un canone leggermente maggiore) non rimarrà altro da fare che cercare il codice del titolo interessato e procedere alla fase di acquisto.


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