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Come i carcerati di Stanford: una questione di software ?

Creato il 01 giugno 2013 da Bruno

Come i carcerati di Stanford: una questione di software ?
Mia dolce Eleonora,
questo post risale ormai a molti anni fa, quando la situazione non era così grave come oggi e si poteva ancora parlare di semplice "prigionia mediatica". Oggi siamo andati ben oltre, eppure il nostro stato di prigionieri di una situazione puramente virtuale, di un software mentale resta immutato.
Fu il primo post messo ad apertura ancora del vecchio blog, coi suoi interessanti, paradossali quanto inquietanti interrogativi che restano ancora oggi irrisolti.
Tu dirai: "Mondart, ma la nostra situazione è ben diversa, la nostra prigione è concreta, ci sono le Banche, ci sono i Trattati Europei a tenerci legati mani e piedi".
Forse hai ragione tu, forse no, chissà ... ne riparliamo in calce al post.
Come i carcerati di Stanford: una questione di software ?
Come immaginate voi l' Inferno ?
Università di Stanford, Agosto 1971: lo psicologo Philip Zimbardo recluta con un annuncio su un giornale e seleziona 24 studenti "sani, intelligenti, benestanti ed appartenenti alla classe media, psicologicamente normali e senza nessun precedente violento" a prendere parte a uno studio psicologico sulle dinamiche interpersonali insorgenti nell' ambito della vita in carcere.
L’esperimento, che avrebbe dovuto durare due settimane e coinvolgere i soggetti in una simulazione di vita carceraria condotta in un contesto comunque scientifico e strettamente monitorato, viene interrotto dopo soli cinque giorni perchè sfuggito al controllo.
  Non solo infatti una metà degli studenti si era trasformata in un branco di spietati aguzzini mentre l' altra metà mostrava evidenti segni di traumi psichici, depressione, ed apatico adattamento a restrizioni ed abusi subiti, ma lo stesso Zimbardo, come lui stesso scrive, perde completamente la necessaria obiettività di supervisore finendo per immedesimarsi e lasciarsi troppo coinvolgere nella repressione di una possibile fuga: non solo le "cavie" quindi, ma anche lo stesso sperimentatore finiscono per perdere completamente il senso del limite tra realtà e finzione, e sarà il provvidenziale intervento di amici e visitatori esterni a far ravvedere e rinsavire Zimbardo che quindi sospenderà l' esperimento. 
( Vedi tutti i dettagli su: http://www.prisonexp.org/italian/indexi.htm )

 
Prego osservare nella loro splendida nudità le seguenti dinamiche:La finzione che dapprima si trasforma in inconscio collettivo ( in quanto convenzione intimamente accettata e condivisa da tutti, e quindi introiettata come "vera, unica e indiscutibile" anche grazie all' azione concomitante delle tecniche di depersonificazione adottate nel corso dell' esperimento stesso ), e successivamente si tramuta in realtà. In soli 5 giorni !
 
 
E se non ci fosse stato nessun provvidenziale intervento esterno ? 
Se quell' esperimento fosse stato condotto, che ne so, sulla Luna senza contatti diretti con la Terra ?
Ora, non ci interessa qui sottolineare la trasformazione sadica delle "guardie", già ampiamente riportata dai media a giustificare la facilità con cui carcerieri e militari si lasciano andare a torture ed altri soprusi sui prigionieri di guerra, quanto l' evoluzione di tipo passivo - masochista dei "carcerati". Cosa che ci riguarda oggi tutti molto da vicino, e che i media hanno molto interesse a sottolineare. Cosa che forse ci porta a comprendere perchè la Grecia giunga a tali livelli di sopportazione senza che nulla accada.
Carcerati che finiscono dunque anch' essi per perdere tragicamente qualsiasi contatto mentale con la loro identità di "normali studenti", qualsiasi consapevolezza della finzione e dell' artificiosità della situazione, fino ad approdare alla unanime convinzione che: "da questa situazione è impossibile uscire".
Carcerati il cui comportamento, attraverso vari stadi, sfocierà in soli 5 giorni o nella crisi isterica, o nell' accettazione passiva e senza più ribellione della loro nuova condizione, nella completa introiezione del loro stato di prigionieri.   E a questo stadio ogni ulteriore vessazione subita, anzichè spingerli come sarebbe logico supporre verso una possibile organizzazione e rivolta, non farà che rafforzare in loro questa convinzione: non sono più gli individui Tizio e Caio, ma i prigionieri numero x e y !
Come i carcerati di Stanford: una questione di software ? E mentre le guardie pur sfociando nel sadismo hanno sviluppato un forte senso di unità e appartenenza al "branco", e sono psicologicamente appagate da ciò al punto da dispiacersi che l' esperimento venga interrotto, i prigionieri sono confusi, sospettosi l' uno dell' altro, isolati nella loro spersonificata apatia, e pronti a vendersi, o far la spia per un piccolo privilegio. E non c'è più in essi nessun senso di identità nè singola nè collettiva, nessun senso di gruppo: pensa che pacchia, conoscere questi insospettabili sviluppi, per un eventuale potere forte ...
La Stanford mediatica   Ma se l' idea di avere una popolazione di folli forse non aggrada nemmeno ad un potere assoluto, se non altro per l' ovvia impossibilità di potersene servire in alcun modo, pensa che bello se tutti si trasformassero invece in apatici e disgregati sudditi nelle mani di pochi detentori del potere e delle redini globali !
  Tutto il quid dell' esperimento di Stanford, ciò che ha reso possibile arrivare alle conseguenze sopra riportate, si basa sulla deidentificazione, sulla perdità dell' identità psicologica delle cavie.
Ora, se riuscissimo ad arrivare a ciò non nel modo traumatico e distonico utilizzato durante l' esperimento, ma in modo più lento e progressivo, inizialmente piacevole e sintonico che poi solo molto gradualmente si inasprisce, potremmo anche avere dei sudditi adattati, degli schiavi rincoglioniti e tutto sommato contenti, e che comunque mai e poi mai penseranno di ribellarsi.
- Oplà, e come si potrebbe fare ?
- Per esempio, facendo in modo che la sensazione di prigionia sia inizialmente impercettibile, e pressochè nulla: rendendo invisibili sia i muri del carcere sia ogni possibile sospetto sull' esistenza di controllori ad un superiore livello.    E facendo credere ai babb ... hem, popolo, di essere i soli giocatori del gioco.
  Tanto per cominciare, invece che portarli in prigione, potremmo portare la prigione nelle loro comode abitazioni.
- La Televisione !
- Meglio dire "attraverso" la Tv, i giornali, i computer, i media insomma: in modo giocoso e piacevole.
Creare in modo soft quell' inconscio collettivo che essi poi realizzeranno, proprio come nell' esperimento di Stanford. Finendo per crederci in pieno, e per ritenerla l' unica realtà possibile.
- Oh piano, non parlare difficile. Spiegati meglio.
- In parole povere si tratterebbe insomma di raccontare delle gran balle, di creare dal niente un "gioco" con regolette dettate da noi.
Loro ci crederanno fino in fondo, e noi, che abbiamo fatto le regole, ne trarremo i benefici. Il gioco principale si chiamerà "Economia", e sarà condotto con le regole della Moneta e del Debito Pubblico. E loro correranno, vedrai come correranno dietro questo gioco !  Alcuni si divertiranno anche molto, altri meno, ma nessuno sospetterà, mai e poi mai, che si tratterà solo di una realtà virtuale.
Poi si potrebbe fare il gioco "Guerra", così quando qualcuno perde nel gioco Economia e si arrabbia potrà azzannarsi coi compagni di cella, e non si sogneranno neanche di pensare a noi.
- Sembra fantascienza ... sembra un film che ho visto una volta, si chiamava "Ammatrix !"
- "Matrix", 'gnurant !
- Ah sì, Matrix ... ma come convincerli a giocare al gioco che avremo inventato per loro ?
- Questo è l' aspetto più semplice: "deidentificando e spersonalizzando"
In parole semplici, basta sostituire quello in cui credono loro con quello in cui crediamo noi.Per questo ci sono altri due giochi: uno si avvale di tecniche sofisticate ed avveniristiche, e servirà per agire sulle menti: si chiama "Informazione e Intrattenimento".
L' altro agisce a livello più viscerale, e si chiama "Politica".
- Un gioco nel gioco ?
- Esattamente, come le bambole cinesi . Giocando a "Politica" e "Informazione e Intrattenimento" non solo faranno esattamente quello che vogliamo noi, ma ci crederanno tanto, e si immedesimeranno tanto, che saranno pronti a deridere chiunque tenterà di aprirgli gli occhi !
- Il tutto mentre intanto si svolge il grande gioco di "Economia" ...!
- Bravo, stai cominciando a capire, vedi che non è poi così difficile ...
- E mentre al piano di sopra noi monitoriamo, controlliamo e guidiamo il tutto !
- E vi appropriate di tutte le risorse e capacità produttive del Pianeta.
Ma torniamo a noi, ad un livello meno esilarante del nostro discorso, e a quello che in questo momento ci riguarda più da vicino, perchè ne va della nostra stessa esistenza come prigionieri o uomini liberi, e forse della nostra esistenza tout-court:vi siete mai chiesti perchè ci possono togliere e precarizzare il lavoro, togliere dignità, diritti ed ogni passata conquista sociale; perchè ci possono abbassare i salari, tassare in modo iniquo, far morire di legge 30, di troppo o troppo poco lavoro; perchè possono fregarsene di leggi e giustizia, perpetrare stragi di stato, osannare la guerra, inquinarci il cibo e l' acqua, ucciderci di troppa o troppo poca "sanità", depredarci in nome del debito pubblico, ucciderci in nome della democrazia, coprirci di rifiuti, di cemento, e di tutte le loro diavolerie chimiche; perchè riescono a frammentare i popoli, a farli odiare l'un l' altro, a farci guardare al prossimo solo in veste di "concorrente" o di "consumatore"...  senza che riusciamo più neanche a reagire ?
Il motivo è esattamente quello visto in apertura, quello che successe ai prigionieri dell' esperimento: siamo caduti nella "Sindrome di Stanford", abbiamo completamente sostituito la nostra identità con la realtà fittizia creata per noi, e proprio come nell' esperimento non capiamo di essere immersi in una pseudo-realtà.
Come nell' esperimento abbiamo maturato la ferrea convinzione che questa sia la sola ed unica realtà sempre appartenuta al genere umano, che sia ineluttabile, e che per quanto spiacevole "non esista alternativa".
Sveglia, guarda che tu non sei il Consumatore N° xyz, non sei il Conto corrente N° xyz, non sei l' allocco munito di tessera elettorale N° xyz, tu sei "Caio Sempronio", ti ricordi ?  E sei entrato in questo incubo solo qualche decennio fa.
E adesso ne hai abbastanza, è ora di uscire, dai, andiamo fuori di qui ...
Altrimenti l' "esperimento", andando avanti ad oltranza, sarà l' unico vero vincitore, senza che nessuno, nemmeno ai piani alti, riesca più a giovarsene, a trarne vantaggio, nè tantomeno a controllarlo e fermarlo: non solo le cavie, ma lo stesso Zimbardo, i controllori stessi, completamente e bilateralmente impazziti nel loro folle scambio di realtà, guideranno nello spazio un pianeta di folli, finchè non sarà la Natura stessa a tutelarsi, ponendo fine a questa follia e all' esperimento "uomo".
Eleonora, perchè l' esperimento si trasformerà in un inferno per tutti ?
Perchè lo stesso Zimbardo finisce col lasciarsi travolgere dalla sua creazione ?
Chi ha scritto oggi le regole del gioco, chi ha scritto i "Trattati" ?  Sono forse i Dieci Comandamenti impressi nella pietra da Dio in persona, che l' Uomo non può infrangere ma solo rispettare ?
Veniamo ai carcerati: perchè non basterà andare a dire loro di "recuperare uno stile di vita più naturale" ?
COSA non riescono esattamente ancora a vedere i carcerati ?
Perchè sono così ciechi ? Qual'è l' errore che continuano a ripetere ?
Cosa gli manca ancora per riuscire a "vedere oltre" ?

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