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Come lavorano i servizi sociali? Ecco un esempio di inefficienza del metodo Amore

Creato il 05 luglio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Da una parte l’assistente sociale, in questo caso Daniela Pitturelli, dall’altra l’utente. Lo scopo delle Politiche sociali non è assistere all’infinito, bensì accompagnare la persona in difficoltà a reinserirsi nel tessuto socio-economico. Neanche la massima spesa è lo scopo: si desidera spende i soldi dei contribuenti onesti in modo appropriato. E ci sono spese “burocratiche”, o meglio per il personale, e spese per l’assistito.
Nessuna intenzione di far polemica contro un’assistente sociale, lavoratrice inserita in un contesto, con un contratto di lavoro e obiettivi che le sono stati affidati dal direttore. Gli indirizzi li dà l’assessore. Per valutare bisognerebbe considerare il blocco delle assunzioni, il numero degli assistiti, il budget disponibile, la qualificazione del personale. L’assistente sociale certo rende conto a chi la dirige e l’assessore dovrebbe far funzionare gli uffici con la massima efficienza.
In questo caso l’efficienza dov’è? Non si vede. Possiamo constatare il risultato finale: utente ancora alle prese con gli uffici di palazzo Ala Ponzone Cimino, Comune che invece di rimettere quanto possibile in stato di autonomia economica l’utente stesso riesce a moltiplicare la spesa!
Dai documenti messi a disposizione dal titolare della pratica 973, Sandro Merli, si nota una gran mole di lavoro da parte dell’assistente sociale, compensata a prestazione (e che una persona debba lavorare così non è gradevole) e anche una spesa crescente destinata all’utente, assistito addirittura da 12 anni.
Lo stesso Merli vuole “uscire dall’assistenza – come dichiara – e lavorare”. E non è stato “neanche pagato per il lavoro svolto con la borsa lavoro”.
Qui emerge una strategia che non funziona. Sono state fatte scelte che non reggono. Recentemente Merli – e considereremo altri casi, perché è giusto far luce – si è sentito dire dalla direttrice Grossi che i soldi non ci sono più. Anche altri ex assistiti se lo sono sentito dire: finita l’assistenza non è iniziata l’autonomia, ma la miseria, mentre la cooperativa Nazareth col suo don Pier giganteggia di tanto in tanto su La Provincia o su Cremonaoggi fiera, assieme ad Amore, di spendere ben 170mila euro in opere edilizie. “Ok della giunta”, bel colpo del giunta, soldi alle imprese edili e alle cooperative portavoti, ai poveri le briciole. Complimenti, la Fondazione Cariplo mette a disposizione somme consistenti per i servizi sociali i quali spendono per i muri lasciando in miseria alcuni utenti; non “casi isolati” come dice Amore, ma casi troppo numerosi.
Dunque quanto ha guadagnato l’assistente sociale nel periodo indicato? A che cosa sono servite tali prestazioni? A ottenere l’opposto del prevedibile, a prolungare non concludere positivamente l’assistenza! Va bene che la signora Pitturelli lavori, ma che direttive le hanno dato? Per questo diciamo che le strategie di Amore non convincono per niente. E ci sono altri casi.
Da quando c’è Amore, poi, risulta che la spesa per l’eterna pratica 973 è aumentata! Ancora complimenti!

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