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Come le mele - raviole dolci della nonna

Da Saporidivini
COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNAMi piacerebbe insegnare loro l’armonia della semplicità. Seme pieno, rotondo, sincero, la semplicità, non geneticamente modificato, capace nel tempo di crescere e incendiare l’aria con tutta la sua bellezza. Non ci sono, nella semplicità, quegli spigoli contraffatti, quei pseudo respiratori artificiali, quegli eccessi che tante volte mettono a nudo un vuoto rapace, sdegnoso, abissale. Viviamo un tempo complicato, fatto di paure che scendono giù a secchiate, di sogni prolassati, di insane leggiucole di stabilità, irragionevoli e sproporzionate, di una malcelata aria di rassegnazione che formicola su e giù per lo straziato stivale. Che spegne quell'urlo vitale, vitale eppure ormai ridotto a un sussurro: ridateci i nostri sogni, ridateci le nostre sudate speranze che quaggiù non ci si aggrappa più nemmeno all'orlo dei desideri.COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNAMi piacerebbe insegnare loro la bellezza della semplicità, il cui solo abbozzo ammorbidisce la linea dura dei pensieri, tra gli assurdi e gli assurdi quotidiani. Il sole che si siede e fa maturare il grano, la mano sempre tesa che è presenza, l’armonia delle note che passeggiano sotto le dita e lungo la tastiera. La generosità della proprietà transitiva. La saggezza della carta, dell’inchiostro. L’indole della calligrafia.Mi piacerebbe ricordare loro quanto mi commuovono quei fiumi di versi e di parole scaraventati fuori dalle labbra. Quelle parole appena imparate e ripetute ancora e ancora. Per non perderle, le parole. Mi piacerebbe che capissero che un gioco in compagnia vale mille solitari videogiochi. Che la vita può somigliare ad una favola se si riesce a dare il giusto valore a ciò che è importante. Che un abbraccio può scaldare più del cachemire.COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNAMi piacerebbe sentire sempre addosso quel loro sguardo semiliquido, incontinente per la troppa felicità, dopo un giro di giostra, dopo il lieto fine di una favola o nell'esatto momento di mettere in forno quei biscotti un po’ sghembi, un po’ di traverso, un po’ sicuramente meravigliosi, fatti dalle manine della Pupattola sotto lo sguardo attento di Pupetta. Rigorosamente con lo stampo a forma di cuore.Mi piacerebbe insegnare loro la candida semplicità di un fiocco di neve, di un grazie sentito che vale più di mille parole ruffiane. La semplicità di una fetta di pane spalmata di burro, sorrisi e marmellata. E la semplicità rotonda delle mele. COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNALa semplicità del passo dinoccolato di una domenica d’ottobre, in quel paese su in collina dove si festeggiano i frutti dimenticati, antichi, passati di moda. Del sole spiaccicato in faccia, della penombra disegnata alle spalle dei portoni aperti. Dei mestoli che cloccano metallici dentro enormi pentole da cui salgono vapori di vin brulé .Mi piacerebbe raccontare ad Alice Ginevra di come, inizialmente intontita ancora dal sonno, beccheggiava per strada nella nostra scia e di come d’un tratto si è animata, ammaliata dal muro di suoni che dalla piazza rotolavano giù fino a noi. Risacca di amplificatori da pochi soldi, ma pur sempre musica.COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACOME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNAMi piacerebbe insegnare loro come è confortante mordere il calore delle caldarroste fino ad annerirsi le mani, fare piovere baci ogni volta che ci va, avere fame di spensieratezza, attraversare il paese col passo dinoccolato della domenica, stringendo tra le mani sacchetti pieni di frutta appena raccolta dagli alberi. Stringendo tra le mani una giornata di festa trascorsa tutti insieme.E quando loro, tra una manciata di anni, sedute davanti allo schermo leggeranno questo fascio di parole, io immagino che sorrideranno, di un sorriso pieno, rotondo, sincero, capace di incendiare l’aria con tutta la sua bellezza.
COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNA

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COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNA
Questa è la ricetta della nonna di Alice Ginevra e Athena Giada. L'impasto ha una consistenza meravigliosa e vogliamo sottolineare che le raviole sono persino più buone nei giorni successivi. Conservate in una scatola di latta possono essere consumate fino ad una settimana dopo la preparazione, senza perdere la loro bontà. Perfette per colazione, insieme ad un cappuccino o un caffè, perfette anche per la merenda di Alice Ginevra.
RAVIOLE DOLCI DELLA NONNA


COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNA

Ingredienti:
700 gr di farina 00
300 gr di fecola500 gr di zucchero300 gr di burrola scorza di un limone grattugiata2 bustine di lievito per dolci1 cucchiaio di vanillina1 cucchiaio di olio di semi5 uovaconfettura di ciliegiecrema di cioccolatocodette colorate di zuccheroGrand Marnierzucchero q.b.
COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNA
La preparazione è semplicissima, occorre però tanta pazienza. Con queste dosi noi abbiamo infornato ben 4 teglie di raviole.
Su una spianatoia disponiamo a fontana la farina e la fecola, al centro uniamo lo zucchero, il burro sciolto a temperatura ambiente, la scorza grattugiata di limone, la vanillina, l'olio di semi, il lievito e le uova.
Impastiamo e lavoriamo fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio.
Lo avvolgiamo nella pellicola trasparente e lo lasciamo riposare in frigorifero all'incirca 40 minuti.
Dividiamo successivamente l'impasto in tanti panetti che andremo via via a stendere con il matterello, aiutandoci con una bella spolverata di farina sia sulla spianatoia che sul matterello per evitare che la frolla si attacchi al tagliere o si rompa. Noi l'abbiamo tirata fino ad ottenere uno spessore di circa 2-2,5 millimetri.COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNACon un coppapasta rotondo non troppo grande (nel nostro caso del diametro di 6,5 centimetri)abbiamo ricavato dalla sfoglia di frolla dei dischetti. Li abbiamo farciti al centro, una parte con un cucchiaino di confettura di ciliege e la restante parte con la stessa quantità di crema di cioccolato. Occorre evitare di farcire troppo le raviole altrimenti il ripieno fuoriesce. Abbiamo richiuso i dischetti, pressando delicatamente i bordi con i rebbi di una forchetta. Abbiamo ripetuto questa sequenza di operazioni fino a terminare i panetti. Una volta disposte le raviole su una teglia rivestita con carta da forno, le abbiamo spennellate con del Grand Marnier, vi abbiamo spolverizzato sopra un po' di zucchero (poco) e abbiamo completato con una pioggia di codette di zucchero colorate. Se non avete il Grand Marnier va bene anche della Sambuca.COME LE MELE - RAVIOLE DOLCI DELLA NONNAAbbiamo infornato la teglia in forno preriscaldato, a 150C per circa 12 minuti, tenendo conto che quando le raviole assumono un colore leggermente dorato sono pronte per essere sfornate.
P.S. Il cappuccino della foto è opera di Luca che il fine settimana mi vizia con cotanta abbondanza. E anche Alice Ginevra ha diritto alla sua tazza mignon (ovviamente con caffè d'orzo lei)
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