Magazine Diario personale

Come noi

Da Marissa1331

Noi siamo coloro che voialtri odiate.

E’ perché apparteniamo ad una categoria di persone strane, un po’ evanescenti. Che stentate a capire. E quando si rado e per miracolo, capita, continuate a fare finta di niente perché è molto più comodo così.

Perché potete continuare a parlare. Di voi.

Noi parliamo tanto. Parliamo a raffica. Diciamo un sacco di sciocchezze. Ce ne riempiamo la bocca in continuazione. In modo che voi non possiate nemmeno immaginare quello che avremmo realmente da dire.

Da dirvi.

Siamo quelli che si portano sempre appresso un sorriso smagliante stampato in volto. Un sorriso che a volte nasconde atroci smorfie ma che non vogliamo strapparci via per nulla al mondo. Un sorriso che cela quello vero. Quello che ci fa ridere anche gli occhi. E che ammalia quei pochi fortunati che riescono a strapparcelo.

Quelli che va sempre tutto bene. Sempre, sempre sempre. Per forza. Che rispondono “tutto ok” automaticamente e per abitudine. Perché convinti che i fatti nostri, in fondo, non interessino a nessuno. Perché le persone amano parlare soprattutto di sé stesse. Anche noi eh. Che però parliamo da soli e risolviamo il problema alla radice.

Siamo quelli che preferirebbero farsi trivellare da un mitra caricato a proiettili esplosivi piuttosto che confessare e dunque ammettere di essere turbati da qualcosa o da qualcuno. Perché il dolore fisico lo sopportiamo bene quello morale invece ci uccide.

Quelli che si tengono tutto dentro e che a volte sono talmente tanto pieni di sentimenti contrastanti da sentirsi fischiare le orecchie e da temere di esplodere da un momento all’altro. O di implodere. Dipende.

Siamo quelli in grado di indossare una maschera adatta ad ogni occasione. Anche la più disparata. O disperata. Sempre perfetta. Non facciamo una piega noi. Mai.

Siamo quelli che hanno lo sguardo che attraversa e poi guarda ancora oltre, sempre più lontano. Mentre il torcicollo aumenta, l’infarto è giornaliero e l’ictus emotivo dietro l’angolo.

Siamo quelli che non parlano con le parole. Perché ne siamo troppo capaci, perché non ne abbiamo voglia, perché farsi capire da tutti non è una nostra prerogativa. E allora disseminiamo indizi fatti di note, citazioni, immagini e sospensioni. Amiamo essere scoperti. Pregati a volte. Fraintesi. E fraintendiamo. Ma ci piace così. E quando usiamo le parole le pieghiamo e le plasmiamo e le stravolgiamo. Amiamo le metafore sopra ogni cosa. E chi le capisce, è bravo.

Siamo quelli che negano. L’evidenza. Anche quando non serve. Anche quando sappiamo di essere stati scoperti. Ma lo facciamo lo stesso perché ci fa illudere di essere come gli altri. E comunque poi la verità la raccontiamo solo ai nostri simili. E dunque solo loro possono smascherarci. E lo fanno. Ma cosa importa. Se sono come noi, sono gli unici che possono capire senza andare via.

Noi accumuliamo qualsiasi cosa e lo facciamo senza fiatare. Ingoiamo insulti, rancore e dolore. A volte ingoiamo anche l’amore. Perché l’amore è bello e blablabla. E fa bene. Ma se finisce fa male. Se si complica fa male. E a noi il dolore piace. E ci piacciono le cose complicate. Siamo dei romantici in fondo. Nel dramma ci sguazziamo e la tragicità ci intriga. Che cosa sarebbe Romeo se lui e Giulietta fossero vissuti felici e contenti? Il lieto fine è una chimera a cui fingiamo di aspirare. Ma noi lo sappiamo che la Sirenetta alla fine non si sposa con il principe ma diventa spuma di mare. E che Cappuccetto Rosso muore perché se la mangia il lupo. E ci piace così.

Siamo quelli che sembrano trovare sempre una giustificazione. Una scappatoia. Una via di fuga. E scappiamo a volte. Soprattutto fuggiamo da noi stessi. Ma quando ci riacciuffiamo siamo talmente severi da frustare le nostre voglie e i nostri desideri con una ferocia inaudita. Ci facciamo del male continuamente. E lo facciamo da soli. Per non lamentarcene.

Con nessuno.

Siamo fatti diversi.

Eppure se i sogni infranti facessero rumore, il suono dei nostri, sarebbe identico a quello dei vostri. E’  solo il nostro cuore che si spezzerebbe in silenzio.

(dedicato a te, che quando hai qualcosa di importante da dirmi mi chiami Tatiana e lo sottolinei tre volte come se io non me ne accorgessi.)

 



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