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Come RAI Uno rincretinisce gli italiani

Creato il 07 luglio 2013 da Dragor

 

 

RAI 2

 

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   FRA I VANTAGGI COLLATERALI del mio ritorno forzato in Europa ci sono i 650 canali offerti da Orange fra cui i 3 canali di Stato della TV italiana. Conosco RAI e i suoi telegiornali. Li ricordo come svogliati, burocratici, incompleti, presentati da impresentabili speaker con orribili accenti dialettali. Roba da Terzo Mondo, perfino il Congo fa meglio. Dato che nelle mie condizioni non posso andare in spiaggia perché mi prenderebbero per un evaso da Auschwitz, decido di utilizzare il mio tempo libero per fare un confronto. Oggi assistiamo a un evento storico, la prima ribellione contro l’islam da parte di un paese arabo. Gli egiziani rifiutano la sharia, cacciano il presidente bigotto e prendono la loro Bastiglia. Come viene trattato l’evento su RAI Uno?

   PRIMA DI TUTTO guardo il Journal delle 13 su TF2. E’ quasi totalmente consacrato all’Egitto. Ci sono reportages, interviste sul campo, dibattiti, analisi. Alle 13 e 22 minuti clicco su RAI e vedo subito il faccione di un prete. E’ enorme, occupa tutto il metro e 7 centimetri del mio schermo panoramico. Si capisce che è un prete perché ha un colletto da prete. Poi la telecamera si allontana un poco, rivelando alcune suore. Poi si allontana ancora e nell’inquadratura compaiono anche dei carabinieri. Gran finale, tutti si fanno il segno della croce. Ecco le tapas che la RAI rifila agli italiani all’ora di pranzo.

   SPAZIO ALLA PUB, poi parte il telegiornale delle 13,30. Ovviamente comincia con i Partiti. E’ un classico della burocrazia, sembra l’oroscopo: quando parte con l’Ariete, sai già che te lo devi sorbire fino ai Pesci. Bla bla bla bla bla per il partito al governo, bla bla bla per il partito all’opposizione, bla bla per la Lega, bla per l’estrema destra, bla per l’estrema sinistra, bl… per il Südtirolervolkspartei, b… per l’Union Valdôtaine. Dopo i partiti, parte l’Egitto. In 2 minuti e 24 secondi, tempo segnato dal cronometro del mio Blackberry, passa tutto: piazza Tahrir, rivoluzione, deposizione di Morsi. La fretta è comprensibile: quei disgraziati hanno abbattuto un governo religioso, non bisogna dare troppo risalto alla cosa altrimenti gli italiani potrebbero essere tentati d’imitarli.

   POI CAMBIA TUTTO. Lo speaker esce dal suo stato precomatoso e manifesta un improvviso entusiasmo: «Wow! Aho’, er Letta je fa visita arpapafrancesco! Wow!” E finalmente arriva il clou, la vera ragione di esistere del telegiornale: PAPUSKA! Enrico Letta avanza verso papafrancesco, papafrancesco avanza verso Enrico Letta. Papafrancesco si solleva la gonna e mostra le gambe , Enrico Letta si solleva i calzoni e mostra i polpacci. Si prendono sottobraccio e fanno un giro a destra, si prendono sotto l’altro braccio e fanno un giro a sinistra. Enrico Letta si accoscia e sgambetta alla russa, papafrancesco si accoscia e sgambetta alla russa. Enrico Letta prende la mano di papafrancesco e la bacia, papafrancesco alza la mano e lo benedice. PAPUSKA! Lo speaker è in estasi. “Aho’, mo’ se scambiono puro li reggali! Anvedi er Letta, je arifila ‘na penna a papafrancesco! Anvedi er papafrancesco, je arifila ‘n libbro ar Letta! Ammazza, come se vojono bbene! Viva papafrancesco, viva er Letta!» Poi papafrancesco spara la frase del secolo: “Bisogna dare lavoro ai giovani!» Enrico Letta lo prende, lo lancia in aria e lo riprende al volo. PAPUSKA! PAPUSKA! PAPUSKA!

   TEMPO 3 minuti e 14 secondi. Giustizia è fatta, la Papuska ha battuto l’Egitto.   

Dragor


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