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Come uscire dall' euro - wsj

Creato il 08 luglio 2013 da Pasquale Mattera @pasqualem85
COME USCIRE DALL' EURO - WSJQuesto articolo scritto sul Wall Street Journal propone una buona pratica da mettere in atto, nel caso in cui un paese (nel post viene indicata la Grecia, ma potrebbe valere per qualsiasi altro paese), decidesse di "accendere la miccia" ed uscire dall' eurozona.
L' articolo inoltre vuole chiarire inoltre che anche se, nel caso della Grecia, il ritorno alla valuta nazionale non comporterebbe la risoluzione di tutti i suoi guai, è pur vero che l'uecita dall' euro non rappresenta quella scigura tanto prospettata da eurocrati e pseudo economisti.

Di ROSS MCLEOD

La zona euro è piena di paesi colpiti in questi tempi, ed in modo quasi isterico viene accolta l'idea che la maniera migliore da percorrere per questi paesi sarebbe quella di lasciare il blocco monetario.
La grande paura è che per reintrodurre una moneta nazionale, un paese dovrebbe ridenominare forzatamente asset privati e debiti. Per le imprese, le famiglie e gli investitori, l'incertezza circa i loro euro che alla fine del procsso potrebbero essere confiscati e sostituiti con una moneta nazionale svalutata potrebbe portare alla fuga di capitali, il caos economico e anni di contenziosi, se non peggio.
Ma c'è un'alternativa alla ridenominazione forzata. Grecia o qualsiasi altro paese della zona euro potrebbe facilmente reintrodurre una moneta nazionale, senza generare il tipo di calamità finanziaria ed economica immaginato finora seguando i meccanismi giusti.
La chiave è quella di fissare l'importo iniziale della nuova moneta da emettere, consentendo al mercato di fissare il prezzo a cui avviene lo scambio. In questo scenario, la banca centrale annuncia che è disposta ad acquistare euro da banche nazionali, i cittadini greci e chiunque altro, utilizzando dracme di nuova emissione come pagamento. Tutte queste operazioni si svolgeranno nel corso di un periodo di transizione specificato ed essere del tutto volontarie. Non si dovrebbe esercitare un' esercizio di confisca.
Dopo il periodo di transizione, il governo greco dovrebbe trattare solo in dracme nelle sue transazioni finanziarie, giorno per giorno. Nessuno sarebbe costretto a tenere dracme, ma coloro che desiderano negoziare (effettuare transazioni) con il governo avrebbero bisogno di dracme per farlo.
All'inizio del periodo di transizione, la banca centrale dovrebbe annunciare il tasso di cambio con cui verranno scambiate le dracme per euro, ma non dovrebbe fare esplicitamente alcuna promessa di ciò che il tasso sarà in futuro. Il tasso iniziale sarebbe del tutto arbitrario, come del resto sarebbe il nome della nuova moneta.
Ma supponiamo che hanno mantenuto lo stesso nome e hanno optato per, diciamo, 360 dracme per euro. Questo è il valore vicino al tasso al quale la Grecia ha adottato l'euro e, insieme con il vecchio nome, darebbe la nuova moneta una sensazione familiare. In termini economici, tuttavia, il tasso iniziale è in gran parte irrilevante.
La banca centrale dovrebbe anche assicurare di rilasciare una quantità precisa di dracme nel corso del periodo di transizione. Tale importo nel nostro esempio sarebbe 360 ​​volte stima della quantità totale di euro posseduti dai residenti greci della banca centrale e, come compensazione nei depositi dalle banche che operano in Grecia, vale a dire, più o meno la quantità di moneta in circolazione in Grecia.
La banca centrale dovrebbe anche fissare la durata del periodo di transizione. Se per esempio fosse fissato in tre anni, o 36 mesi, quindi la banca centrale annuncia che le vendite mensili di dracme per euro sarebbero almeno 1/36 dell'importo totale che deve essere rilasciata (da emettere) durante la transizione. Il tasso mensile potrebbe alla fine essere più alto se la domanda è forte abbastanza, cioè, se la gente acquistasse rapidamente la fiducia nella nuova moneta.
Il prezzo offerto per l'euro potrebbe essere regolato su una base quotidiana per generare vendite di euro verso la Banca centrale della grandezza desiderata. Le vendite del primo giorno possono anche essere pari a zero. Ma nel momento in cui il prezzo di acquisto aumenta, gradualmente le persone sarebbero più disposte a tentare la scommessa. Alla fine risulterebbe fissato un prezzo al quale corrispondesse una significativa domanda di nuove dracme. La gente si assumerebbe il rischio di un aumento del prezzo degli euro in futuro - cioè che la nuova dracma si svaluti.
D'altra parte, ci sarebbe anche la possibilità che la dracma si apprezzerà (rivaluti), nel qual caso la mancata vendita del proprio stock di euro implicherebbe la rinuncia ad un guadagno speculativo. Ci sono sempre persone disposte a prendere tali rischi per il giusto prezzo.
Una volta che tale prezzo sia trovato, il flusso di dracme per i cittadini e le banche sarebbe grosso modo corrispondente al volume minimo previsto. Come la gente comincia a rendersi conto che altri operatori e le istituzioni finanziarie sono disposte a correre il rischio di acquistare questi nuovi asset - il cui valore futuro potrebbe essere solo immaginato - sempre più persone sarebbero disposte a correre il rischio. Potrebbe esserci una domanda talmente forte che il prezzo offerto per l'acquisto di euro potrebbe alla fine essere ridotto.
Non sarebbe importante dove alla fine si posizionerà il tasso di cambio. La banca centrale comprerebbe semplicemente  qualcosa (euro) in cambio di niente (pezzi di carta o di metallo con l'etichetta "dracma"). Questo è noto come il signoraggio.
Una volta che ci siano dracme sufficienti in circolazione, al fianco dello "sportello della dracma" creato dalla banca centrale si formerebbe un mercato valutario per scambiare dracme con euro, e questo potrebbe alla fine prendere il sopravvento. A quel punto la Grecia sarebbe in grado di avere una politica monetaria di nuovo indipendente, nel bene e nel male.
Tornando alla dracma non si risolverebbero tutte le disgrazie della Grecia. Le conseguenze di anni di politica fiscale irresponsabile, cattive politiche microeconomiche e inadeguata supervisione delle banche commerciali non possono essere risolti semplicemente reintroducendo una moneta nazionale.
Ma è importante capire che abbandonare l'euro non scatenerebbe l'inferno sulla Grecia. Una soluzione ordinata, basata sul mercato, è disponibile se e quando la decisione di "accendere la miccia" verrà presa.
Il signor McLeod è un professore associato di economia presso Crawford School dell'Università Nazionale Australiana.
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